
Oggi ci vestiamo tutti come i personaggi de “I Soprano”
Come la serie ha previsto il menswear che domina il 2025
15 Maggio 2025
A distanza di anni dalla fine della serie, I Soprano è rimasto un punto saldo nell’immaginario collettivo occidentale – una predominanza culturale testimoniata, nell’era di Internet, dall’enorme numero di meme che vedono ancora Tony Soprano, Paulie Gaultieri, Chris Moltisanti e Silvio Dante prestare le proprie reazioni sullo schermo e la propria mimica alla rilettura post-moderna con cui, attraverso lo humor, la società di oggi racconta se stessa a se stessa. Ma un retaggio ancora più interessante e duraturo della serie stessa e delle sue tematiche (in effetti, oggi non se ne ricordano gli aspetti più drammatici e oscuri) è stato quello della sua dimensione estetica o, se vogliamo, del suo stile. L’universo de I Soprano, ovvero il provinciale New Jersey degli anni ’90, possiede una sua coerenza estetica e una sua presenza che sono tanto corpose quanto realistiche – e la cosa che colpisce maggiormente è proprio la direzione anti-idealistica verso cui si muovono molte scelte di setting e di guardaroba fatte nel corso della serie. Questo immaginario è sopravvissuto molto a lungo nella mente del pubblico e ha rappresentato, più che un ideale di vita, la rappresentazione di un atteggiamento, di un intero stile di vita.
E dunque ha esercitato la sua influenza non solo nella maniera in cui ci riferiamo a I Soprano ma anche nella maniera in cui il menswear si è evoluto ai giorni nostri. Da noi in Italia, l'estetica de I Soprano ha dominato la cultura pop per motivi in realtà diversi dalla moda: nel 2001 infatti il font e l'impostazione grafica del logo della serie venne utilizzata da Fabrizio Corona per il logo della propria agenzia Corona's, un nome che per quasi l'intero decennio, rappresentò la quintessenza della paparazzi culture italiana, del gossip e di quell'epoca che internazionalmente venne definita la bling era.Proprio Fabrizio Corona fu forse il principale responsabile della "traduzione" nel mondo reale della cultura pop italiana di quello stile di abbigliamento insieme rude e opulento che aveva fatto de I Soprano un cult.
Dall’arredamento alle pettinature per finire, ovviamente, nell’incredibile guardaroba della serie, I Soprano non ha mai voluto idealizzare i suoi antieroi: l’arredamento e gli scenari, ad esempio, oscillano tra la datata estetica piccolo-borghese sopravvissuta agli anni ’70 e ’80 e le atmosfere vagamente noveau riche che regnano a casa di Tony Soprano. Un mondo che già al suo primo apparire possiede quasi un sapore di stagionato, lontano anni luce da quello dei gangster idealizzati del passato e anche della sua epoca, che crea un curioso cortocircuito con la realtà da cui prende ispirazione. La moda, e specialmente il menswear, de I Soprano, infatti, non solo racconta lo stile, le aspirazioni e i gusti di un gangster italoamericano di provincia ma rappresenta il più pubblico e pop anello di congiunzione tra lo stile "reale" degli anni '90 fuori dalle passerelle e l'estetica eccessiva e pacchiana di Jersey Shore che sarebbe emersa, in chiave più giovanile, qualche anno dopo: l’italoamericano spaccone, in canotta e capelli impomatati con anelli e collane d’oro, che vive sul confine tra tradizionale eleganza e profonda volgarità. Uno stile che, dimenticato, negli anni ha fatto il suo ritorno mentre i codici tradizionali del menswear classico imparavano a convivere con l’identità e le esigenze degli uomini nell’era post-streetwear dove la ricerca di un abbigliamento più classico ha incontrato la preferenza accordata a silhouette e volumi ampi punteggiati da tocchi di nostalgia. Ma prima di capire in che modo lo stile de I Soprano sopravviva oggi, dentro e fuori dalle passerelle, serve capirne gli elementi fondamentali.
Vestirsi come un gangster degli anni ‘90
The reason why Tony Soprano looked cool is because he wore high rise, double pleated trousers with a slightly fuller leg that ended in a gentle single break. No one talks about this. pic.twitter.com/xivEzyylso
— derek guy (@dieworkwear) May 23, 2024
Nelle prime puntate della serie si verifica un episodio molto eloquente: i ragazzi di Tony depredano un camion che sta trasportando merci di vario tipo, tra cui una rella di completi sartoriali da uomo, che i membri principali della banda sono molto contenti di spartirsi. Questi completi, che sono delle power suit grige, hanno un’aria vagamente antiquata e “pesante” rispetto a ciò che andava di moda all’epoca e dunque rappresentano una concezione di eleganza se vogliamo superata e per molti versi non molto necessaria per dei gangster le cui coperture ufficiali sono un business di smaltimento rifiuti e uno strip-club non proprio rispettabilissimo. Non di meno, proprio questi completi un po’ agèe si situano all’estremo di uno spettro stilistico su cui i personaggi de I Soprano si trovano tutti senza eccezioni – spettro in cui, al punto opposto, ci sono gli outfit più quotidiani come tute o camicie a maniche corte indossati dai personaggi della serie quasi fossero divise. Se Tony Soprano infatti è un po’ il centrista del gruppo, essendo il boss, con un guardaroba più elevato di quello dei suoi compagni di crimine, tutti gli altri personaggi si vestono con tracksuits e canottiera, catene d’oro, tute di ciniglia, camicie e cravatte tanto eccessive quanto le cotonature dei loro capelli. Onnipresente è il blouson di pelle nera, che si vede addosso a ogni personaggio. Le scarpe sono tendenzialmente di pelle, o le Oxford di Allen Edmonds di Tony o varie forme di mocassino come quelli bianchissimi di Paulie.
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È uno stile, il loro, molto aspirazionale, che dalla dimensione quotidiana e senza pretese delle tute in acetato indossate per le occasioni informali, diventa improvvisamente stracarico e iper-decorativo nelle occasioni più eleganti che, tra l’altro, non mancano quasi mai. L’eleganza formale non è priva dei suoi svolazzi: quasi tutti i personaggi della serie indistintamente amano indossare camicie e cravatte scure sopra completi più chiari, in altri casi si ripropone la stessa formula ma con blocchi di colore molto accesi, sfarzo di cravatte e portacravatte d’oro, sotto completi grigi o neri. L’idea è che, anche nelle situazioni più formali, il loro gusto per colori pesanti e segnalatori di ricchezza “urlati” rimanga sempre presente. Emblematico è il celebre personaggio di Furio Giunta, forse il più vicino ai classici “Guido” del New Jersey, che ha capelli lunghissimi usciti da un romanzo Harmony e una serie di camicie di Versace (secondo noi, anche un paio di Roberto Cavalli ma non se ne trova conferma) che testimoniano la sua natura di gangster europeo più dei più umili parenti d’Oltreoceano. Camicie che contrastano con il resto di quelle della serie: tutte vecchiotte, decorate con pattern dai colori scuri e molto anni ’70 che possono essere tropicali o decorate con quelle fantasie geometriche e quei colori che oggi associamo ai sedili dei bus turistici. Tutti questi elementi insieme, hanno creato un guardaroba “collettivo” aperto a molte variazioni ma dai confini nettissimi – un guardaroba le cui influenze possiamo ritrovare senza troppa difficoltà nella moda di oggi come testimoniano
I Soprano e la moda: muse e autori
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Rispetto al menswear di oggi, il guardaroba de I Soprano, coi suoi colori spesso scuri, le sue silhouette pesanti o eccessivamente prosaiche e la sua persistente aria di mascolinità iper-tradizionalistica potrebbe sembrare antitetico. Ma non è proprio così. Non solo perché il mondo iper-mascolino de I Soprano è paradossalmente ambiguo, con le sue camicie di seta, gli outfit tono su tono, gli occasionali sprazzi di colori pastello, la mania per la decorazione d’oro e il gioiello – ma anche perché a vent’anni dalla messa in onda, dopo essere passati diventati uno stigma legato ai chiassosi e volgari “Guido” del New Jersey, questi stilemi sono riemersi in un mondo post-streetwear e post-preppy in cui una track jacket può essere indossata con camicia e cravatta, in cui una canottiera bianca sotto una camicia da bowling, combinata a generose dosi di gioielli d’oro, non è più cafona ma ha fatto, per così dire, il giro ed è diventata ironicamente elegante. In tempi di furibondo capitalismo all’ultimo stadio, ostentare un’estetica ironicamente “villana”, sia che si tratti di workwear che di outfit dal sapore più vintage, è la cosa più aristocratica di tutte. In questo senso, si può tracciare una precisa linea di discendenza che parte dai gangster in tuta Fila e Sergio Tacchini de I Soprano e che attraversando gli ultimi vent’anni arriva tanto al lavoro di Demna, Martine Rose o Willy Chavarria quanto alla moderna subcultura dei maranza – con le opportune differenze, sia chiaro. Perfino lo stile nu-metal di AJ Soprano, il figlio di Tony, possiede oggi corrispondenze e ammiratori – ed è assai lontano dal look generale della famiglia.
Nominalmente, I Soprano in quanto proprietà intellettuale sono comparsi nella storia della moda per un’unica collaborazione streetwear con Kith nel 2021. Ma sono anni e anni (facendo ricerche per questo articolo, abbiamo trovato articoli sul tema della moda ne I Soprano che risalgono al 2002) che il loro universo stilistico ha affascinato il mondo. Negli anni non si potrebbe dire che ci siano state collezioni di moda che hanno prelevato direttamente da I Soprano, ma ci sono tante collezioni e tanti brand che hanno ricamato su quell’estetica: tra i più vicini alla serie, come estetica, c’erano le collezioni maschili di Gianni Versace tra ’80 e ’90, che sicuramente avranno fornito qualche ispirazione ai costumisti; mentre per le collezioni contemporanee alla serie si possono tracciare tenui parallelismi. Dolce&Gabbana, ad esempio, specialmente per la collezione maschile FW95, piena di completi e polo in maglia, e anche nella SS03 che venne presentata all’apice della popolarità della serie; ma anche le collezioni SS05 e SS08 di Prada, brand che non si accosterebbe di solito a I Soprano, che invece includono diversi top con stampe vintage indossati insieme a completi. In generale, il menswear di quegli anni non dialogava particolarmente con la televisione e l’intero fascino del guardaroba de I Soprano si basava precisamente sul concetto di autenticità e dunque rifletteva l'esistente - la loro influenza sulla moda si è verificata solo quando la distanza temporale tra il pubblico e la serie ha permesso di considerarla in una chiave nostalgica e apprezzarne la modernità.
Le tracce di questa influenza si possono ritrovare più facilmente non solo nello stile promosso da pagine come @uniformdisplay, dove il preppy e l’estetica utility si incontrano in un tripudio di pantaloni oversize, camicie con pattern vivaci, track jacket indossate con pantaloni di sartoria, mocassini abbinati a jorts e via dicendo; ma anche nelle collezioni delle ultime stagioni dove l’originario spirito iper-mascolino dello stile de I Soprano è diventato uno strumento di decostruzione della mascolinità stessa. Nelle scorse stagioni, ad esempio, abbiamo visto un forte ritorno delle camicie à-la-Tony Soprano tanto da brand insospettabili come Hermès o Zegna, dove queste camicie o polo in maglia erano protagoniste degli show SS25, sia da brand più abituati a estetiche più vistose come Dolce&Gabbana, Amiri, MSGM e Aimè Leon Dore. Altri brand come ad esempio Magliano o Our Legacy, ma anche Marine Serre ma anche Casablanca o il messicano Campillo, hanno portato in passerella completi grigi e molto ampi abbinati a strati sottostanti dai colori contrastanti o addirittura in pelle, cercando quel senso quasi materico di “invecchiato” che è lo stesso dei molti completi visti nelle puntate de I Soprano. Da Louis Vuitton, nella Pre-Fall 2025, c'era un accappatoio che Tony avrebbe sicuramente indossato. Anche severi blouson e blazer di pelle hanno avuto il loro momento, specialmente da Versace, combinati a camicie di seta variopinte, da Dsquared2 e da Lemaire, ma soprattutto da LGN – Louis Gabriel Nouchi che ha anche fatto indossare la sua giacca di pelle a un modello plus-size la cui fisicità era la medesima di quella dei protagonisti della serie. Ma forse è stata la track jacket a emergere come pezzo più caldo: era ovviamente da Balenciaga e da Martine Rose – ma soprattutto da Willy Chavarria, designer la cui sensibilità e le cui silhouette maschili sarebbero perfette per un odierno remake de I Soprano.