
La collezione FW25 di Setchu FW25 è stata una masterclass di riduzionismo
Un'esplorazione di multifunzionalità e minimalismo da Pitti Uomo
17 Gennaio 2025
La collezione FW25 di Setchu, presentata ieri a Pitti Uomo, non ha solo segnato il debutto in passerella di uno dei designer più apprezzati della scena milanese ma ha anche proposto una visione più matura e strutturata dei precedenti sforzi del designer che fonde elementi dell'arte giapponese con la tradizione sartoriale occidentale. Satoshi Kuwata, il giovane designer giapponese fondatore del brand, ha messo in scena una collezione che esplora l’essenza del “ridurre” attraverso l'uso di forme, pieghe e trasformazioni che sfidano le convenzioni del guardaroba maschile e femminile. La collezione è nata da un semplice quadrato di carta, una base che rappresenta la filosofia di Setchu: partire da un elemento semplice e tradurre questa forma in un linguaggio complesso e dinamico. Piegato più volte in differenti direzioni, il quadrato diventa il simbolo della transizione dalla bidimensionalità alla tridimensionalità. E così come il quadrto bianco anche gli abiti si trasformano e si adattano a più interpretazioni. Ad esempio, le giacche sahariane e i cappotti possono essere accorciati, le camicie e i blazer si allungano e si sviluppano in pannelli quadrati, e le code di un frac possono essere infilate all'interno, offrendo diverse possibilità di indossare ogni singolo capo.

Il concetto di fusione tra Oriente e Occidente è al centro della collezione, dove la sartorialità tradizionale occidentale si mescola con la funzionalità giapponese. Durante lo show, il designer ha scelto di includere tre pezzi bespoke, realizzati da Davies & Sons, una delle sartorie più antiche di Savile Row. Un tight, un blazer doppiopetto blu con bottoni dorati e un frac, tutti reinterpretati con le pieghe origami tipiche di Setchu, sono stati presentati come simboli di questo incontro di mondi. La presentazione della collezione si è sviluppata lungo un percorso che ha scandito simbolicamente il ritmo di una giornata, dalla mattina al pomeriggio. Ogni momento è stato accompagnato dalla presentazione di capi multifunzionali, dove le stesse giacche e cappotti venivano indossati in modi diversi, sottolineando il tema della versatilità. Dopo il defilé, la presentazione è proseguita al primo piano, dove l’esposizione dei numerosi oggetti che compongono l’universo Setchu ha offerto un’ulteriore immersione nel mondo del designer. Le vetrine, rivestite di tatami e disposte in cerchio come haiku, hanno offerto un’esplorazione visiva e sensoriale della filosofia di Setchu, che unisce la tradizione giapponese con l’innovazione occidentale. Setchu, in effetti, ha costruito la sua identità intorno al concetto di multifunzionalità. Ogni capo della collezione può essere reinterpretato e indossato in molteplici modi, permettendo al cliente di adattarlo alle proprie necessità ma soprattutto di farlo autenticamente suo. Questo approccio riduce il bisogno di un numero eccessivo di indumenti, ma arricchisce l'armadio con articoli che si trasformano e rivelano nuove identità a seconda dell’istinto del momento. Una delle innovazioni più interessanti della stagione è il servizio di "updating", che consente ai clienti di modificare i capi acquistati per ampliare le loro possibilità di utilizzo.

La palette cromatica della collezione è intrinsecamente legata alla filosofia di semplicità e riduzione. Colori essenziali come il nero, il bianco e il grigio dominano la scena, con una particolare attenzione al tartan grigio e nero, che rappresenta la firma stagionale del brand. Questo motivo, che richiama l’estetica punk, è stato ripensato in una versione più sobria che gioca con diverse tonalità di grigio per ottenere un effetto visivo più raffinato e contemporaneo. Accanto ai toni classici, Kuwata si è ispirato al nativo Giappone attraverso il suo utilizzo di jacquard di seta, che reinterpreta in chiave moderna motivi tradizionali. Tra questi, spicca una rivisitazione del Genji Monogatari, uno dei grandi classici della letteratura giapponese, trasformata in un'interpretazione omoerotica e arricchita da motivi audaci, come i polpi dalla forma fallica che ricordano Hokusai, tratti dai manga erotici giapponesi, che spuntano sui pizzi. Proprio questi aspetti, hanno rivelato al pubblico più sfaccettature della personalità del designer, che non si è voluto limitare al semplice concept della sua moda-origami multifunzionale ma anche colorarla di personalità, malizia e carattere che fanno supporre, per le future collezioni, una serie di sorprese che non vediamo l’ora di scoprire.