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Il mercato dei diamanti è in crisi?

Forse, non tutto è per sempre

Il mercato dei diamanti è in crisi? Forse, non tutto è per sempre

In una mossa che potrebbe cambiare la configurazione dell’industria delle gemme e della gioielleria, il gigante minerario Anglo American ha annunciato di voler vendere De Beers, tra i più importanti e storici gruppi diamantiferi del mondo, responsabile della produzione di un terzo dei diamanti grezzi in circolazione sul mercato. Il disinvestimento riguarderà anche altri settori del business di Anglo American, che vuole semplificare il portfolio e concentrarsi sull’estrazione di metalli come il rame e il ferro e far contenti gli azionisti in mezzo a un mercato che negli ultimi mesi si è rivelato stranamente volatile. La potenziale vendita di De Beers segna un passaggio storico per Anglo American, che ha preso il pieno controllo della società diamantifera nel 2011 dalla famiglia Oppenheimer. Sin dalla sua fondazione negli anni '20, De Beers è stata l’azienda più rappresentativa del mercato mondiale dei diamanti:  il film Blood Diamond con Leonardo DiCaprio richiamava la compagnia diamantifera ad esempio, ma l’azienda è stata citata anche in uno dei monologhi del recente House of Usher su Netflix. Ma nonostante abbia fatto la storia dell’industria dei diamanti, De Beers si sta confrontando con un declino delle vendite, specialmente in regioni chiave come la Cina e gli Stati Uniti. De Beers ha infatti riportato un calo significativo dei ricavi a $4.3 miliardi e delle vendite di diamanti grezzi a $3.6 miliardi nel 2023. Questo rappresenta una diminuzione del 19% nel volume delle vendite, per un totale di 24.7 milioni di carati l'anno scorso. Inoltre, la notizia del disinvestimento ha portato a una diminuzione del più del 3% del prezzo delle azioni di Anglo American. Ma perché il mercato dei diamanti appare essere in crisi?

La pessima annata dei diamanti

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Già diversi anni fa, come capitato in diversi altri settori, la pandemia ha introdotto una significativa volatilità nella catena di approvvigionamento dei diamanti. Secondo Mining.com, nel 2020 la produzione globale di diamanti è crollata ai minimi storici dagli anni '90, riducendo drasticamente il volume di diamanti entrati sul mercato. Anche se c'è stata una parziale ripresa dal 2021 al 2023, i livelli di produzione sono rimasti sostanzialmente più bassi, tra 15 e 30 milioni di carati al di sotto dei livelli pre-pandemici. A confronto, la produzione mondiale di diamanti è stata stimata a 118 milioni di carati nel 2023, in aumento rispetto ai 110 milioni nel 2020 ma ancora al di sotto dei 136 milioni nel 2019 e dei 147 milioni nel 2018. Anche la domanda di diamanti è stata estremamente instabile. Dopo un picco nel 2021 e all'inizio del 2022, il settore ha subito un'acuta inversione di tendenza. L'effetto "bullwhip" si è verificato quando produttori e commercianti hanno riempito freneticamente gli stock esauriti a seguito della forte domanda nel 2021 e all'inizio del 2022. La sovrabbondanza di nuove merci ha portato gli acquirenti di diamanti grezzi a ridurre drasticamente gli acquisti verso la fine del 2023. Questo ritiro della domanda ha contribuito a una grave diminuzione delle vendite di De Beers nel quarto trimestre, con una diminuzione del 70% anno su anno, equivalente a una accumulo di stock del valore di circa $1 miliardo. Allo stesso modo, l'azienda russa Alrosa ha interrotto le vendite in ottobre e novembre, accumulando un significativo stock invenduto.

Il 2023 è stato tumultuoso, con drammatiche fluttuazioni dei prezzi e cambiamenti nelle dinamiche di offerta e domanda. Dopo aver raggiunto l’apice nel primo trimestre del 2022, con prezzi che hanno raggiunto livelli senza precedenti secondo il Zimnisky Global Rough Diamond Price Index. Il calo non è stato repentino ma piuttosto un discesa graduale nel corso dell'anno, con una diminuzione del 15-20% nel periodo considerato fino ad arrivare a un crollo di circa il 25% rispetto ai massimi del 2022 quest’anno. Questi repentini cali, hanno avuto un profondo impatto anche su produttori più piccoli e indipendenti. Alla fine di ottobre, Stornoway Diamonds in Canada ha dichiarato bancarotta per la seconda volta mentre la sudafricana Petra Diamonds ha rinviato fino a $60 milioni in progetti di capitale, creando ulteriori stalli nella supply chain. A complicare le cose, i diamanti sintetici sono diventati sempre più una valida alternativa, rappresentando ora circa il 20% della domanda mondiale di gioielli con diamanti. Sebbene la loro accettazione non sia ancora completa, hanno creato un ulteriore segmento di mercato in diretta competizione con i diamanti naturali. In risposta al mercato lento, De Beers ha implementato uno dei tagli di prezzo più significativi della sua storia recente nel gennaio 2024. Questa decisione strategica mirava a ravvivare le vendite dopo una battuta d'arresto nella seconda metà del 2023. Gli aggiustamenti dei prezzi includono una riduzione generale del 10% e tagli più profondi del 25% per certe pietre di maggiori dimensioni – una mossa forse drastica che ha fatto emergere tutta l’urgenza che l’azienda aveva nelloe stabilizzare il mercato e ristabilire l'interesse del pubblico.

Cosa succederà ora?

Anche se DeBeers cerca una valutazione da 40 miliardi, e dunque rappresenta una presenza titanica nell’industria, nessuna nave è così da grande da non poter affondare – o come minimo guastarsi. Il crollo dei prezzi dei diamanti ha coinciso con un arresto della crescita di tutto il mercato del lusso dato che la ripresa della Cina è stata finora sottotono e la domanda da parte dei consumatori USA si è raffreddata, con una perdita di valore di oltre $100 miliardi da metà aprile. Allo stesso modo, Richemont, proprietario di Cartier, ha segnalato un calo inaspettato dei profitti attribuito alla riduzione dei ricavi dai orologi di lusso e alla limitata spesa dei consumatori di fascia alta. Ma le vulnerabilità dei diamanti sono forse specifiche per il settore. Come spiega Fortune, De Beers conduce dieci vendite annuali in cui gli acquirenti, noti come sightholder, sono costretti ad accettare i prezzi e le quantità stabiliti dall’azienda. Quando il costo dei diamanti sale, i sightholder tendono a speculare anticipando ulteriori aumenti pratiche che però presta il fianco alla formazione di bolle speculative, che esplodono quando la domanda dei consumatori diminuisce. De Beers ha riportato un miglioramento relativo delle vendite di diamanti durante il suo terzo ciclo di vendite di diamanti grezzi dell'anno totalizzando, secondo Rapaport, 445 milioni di dollari ad aprile, rappresentando un calo dell'18% rispetto allo stesso periodo del 2023. Tuttavia, questa cifra segna un aumento del 3% rispetto al secondo ciclo di vendite e del 19% rispetto alla vista di gennaio. Gli ultimi risultati di De Beers, resi noti il 22 febbraio, rivelano comunque uno scenario difficile: il fatturato è sceso del 36% a $4,27 miliardi nel 2023 rispetto ai periodi precedenti. Questo calo del fatturato è stato accompagnato da una notevole diminuzione del volume delle vendite complessive, che è diminuito del 19% a 24,7 milioni di carati. Inoltre, il prezzo medio dei diamanti ha subito un calo, scendendo del 25% a $147 per carato.