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L'ascesa di Nanushka tra sostenibilità ed estetica effortless

Intervista alla founder Sandra Sandor

L'ascesa di Nanushka tra sostenibilità ed estetica effortless Intervista alla founder Sandra Sandor

Alla scorsa Paris Fashion Week il brand ungherese Nanushka ha presentato la sua collezione all'Opera Garnier di Parigi. Un'estetica minimalista con dettagli inaspettati e silhouette plane, in netto contrasto con l'estetica secondo impero del setting in cui un lampadario centrale che pesa più di sei tonnellate catalizzava l'attenzione. Abiti che ricalcano l'estetica workwear in cui ogni dettaglio ha una valenza estetica e funzionale, una modus operandi che ha reso il brand, fondato da nel, noto per i suoi outfit semplici ma mai banali celebre in tutto al mondo, grazie anche ad una particolare attenzione per la sostenibilità in un momento storico in cui la moda sta avviando una transizione forse un approccio alla produzione più green. Ne abbiamo parlato con Sandra Sandor, che con un sorriso luminoso e accogliente ci ha condotto nell'immaginario del marchio che l'ha resa celebre come stilista. 

Cosa significa il termine Nanushka e perché questo nome?

Nanushka è il soprannome con cui mio padre mi chiamava da piccola! La mia famiglia e gli amici mi chiamano Sandy, ma quando ero bambina io stessa non riuscivo a pronunciarlo correttamente e dicevo invece 'Nani', che alla dine è diventato 'Nanushka'. Mi è sembrato naturale chiamare il mio marchio così, dato che Nanushka e Budapest sono la mia casa.


Quali sono le influenze dietro l'estetica del marchio e come coesistono nella collezione?

Ho una convinzione personale molto forte che se un indumento è progettato per funzionare bene, sarà, per definizione, bello. Nella nostra collezione FW22, intitolata Industrial Craft, abbiamo preso questo ethos e lo abbiamo elevato con nuovi tessuti, silhouette ed elementi che esplorassero la nostra estetica eccentrica, ma allo stesso tempo pratica. Abbiamo voluto legare insieme il nostro stile in modi nuovi e creativi, con colori vivaci e tessuti felpati che spingessero i confini della nostra creatività, ma sempre con praticità, comfort e tradizione. 


Cosa significa il termine Nanushka e perché questo nome?

Noi di Nanushka crediamo che la sostenibilità sia un argomento cruciale, ma complesso. Stiamo consapevolmente cercando di utilizzare sempre più materiali alternativi e organici nelle nostre collezioni e uno dei nostri obiettivi è quello di incorporare la sostenibilità nel sistema di valori e nel funzionamento di Nanushka a livello strategico. Tuttavia, crediamo che questo sia un processo a lungo termine e stiamo facendo del nostro meglio, a piccoli passi.


Come creativo ungherese come e quanto ha influito il conflitto ucraino sul tuo umore e sul tuo lavoro?

Sono nata quando l'Ungheria era ancora sotto un sistema politico socialista, quindi comprendo profondamente la situazione e ho una forte connessione emotiva nei confronti di coloro che stanno vivendo la crisi politica di oggi. Anche Nanushka ha sede a Budapest, abbiamo dunque condiviso il confine da quando l'Ucraina si è dichiarata un paese indipendente nel 1991. Ci sentiamo responsabili di usare le nostre piattaforme per fornire copertura mediatica e supporto ai cittadini dell'Ucraina, ad esempio stiamo collaborando con il Servizio di Carità ungherese dell'Ordine di Malta per fornire alloggio, cibo, vestiti e trasporto a coloro che cercano rifugio. Come azienda e come parte del Gruppo Vanguards, stiamo anche introducendo un programma per estendere questo sostegno ai membri dell'industria provenienti dall'Ucraina, ci stiamo impegnando a fornire supporto per mantenere le loro attività - che sia un posto di lavoro o l'accesso alla consulenza e all'istruzione - in questo momento storico così drammatico. Abbiamo anche scelto di interrompere tutte le relazioni commerciali con la Russia.