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H&M VS Jason Revok Williams: il problema della street art

L’azienda svedese si scusa e rinuncia alla causa contro il writer

H&M VS Jason Revok Williams: il problema della street art  L’azienda svedese si scusa e rinuncia alla causa contro il writer

Tutto è iniziato con una pubblicità di H&M per la nuova linea di abbigliamento New Routine.

Sullo sfondo di un’immagine appariva un graffito dello street artist Jason Revok William, nella realtà parte di un murales che si trova nello Sheridan Playground, a Williamsburg, Brooklyn.

La cosa non ha fatto piacere al writer che, lo scorso 8 gennaio, tramite il suo avvocato, ha chiesto all’azienda svedese la rimozione della campagna, sostenendo che includeva l’opera d’arte senza averne il consenso o aver informato l’uomo.

Invece di cercare una soluzione pacifica, la catena low cost ha risposto portando la faccenda in tribunale.

È qui che la cosa si complica perché solleva un’antica questione: definire cosa sia o non sia arte.

Secondo la legge statunitense, i graffiti che compaiono sui muri rientrano nell’insieme delle “opere di vandalismo”, più o meno la stessa posizione di H&M che sostiene che i graffiti di Williams non siano soggetti a copyright poichè svolti illegalmente. 

Più precisamente l’accusa afferma:

“Date le circostanze in cui le 'opere d’arte' rivendicate dal cliente sono il prodotto di una condotta criminale, il signor Williams non ha diritti di copyright da rivendicare. Il diritto alla protezione del copyright è un privilegio della legge federale che non si estende alle opere create illegalmente”.

Con poche speranze di ottenere giustizia in tribunale, Revok ha trovato grande sostegno in rete. Tantissimi, infatti, sono i post sui social in cui fan e colleghi hanno espresso solidarietà allo street-artist con l’hashtag #fuckH&M, che qualcuno ha scritto a caratteri cubitali sulla vetrina di diversi stores statunitensi.

"Coloro che dicono che i graffiti non sono arte sono fuori dal mondo o fraintendono la forma d'arte e il movimento stesso" - ha raccontato Roger Gastman, curatore e artista di street art – “I brand devono capire che non tutto può essere preso per uso aziendale e guadagno. Rispettate gli artisti. Lavorate insieme con gli artisti invece di prendere le loro idee originali".

Ieri sera H&M ha annunciato via Twitter di aver abbandonato la causa contro Jason William affermando “avremmo dovuto agire in modo diverso nel nostro approccio a questa materia”.

Giusto, ma resta una domanda: come può un’azienda che dovrebbe credere in una "moda accessibile per tutti" non rispettare i diritti di tutti, street artists compresi?