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Alexander Wang vs Philipp Plein

Lo stilista americano ha accusato pubblicamente Philipp Plein di plagio a una sua collezione

Alexander Wang vs Philipp Plein Lo stilista americano ha accusato pubblicamente Philipp Plein di plagio a una sua collezione

Le sfilate della moda sono appena iniziate, ma abbiamo già una scottante polemica che sta riscaldando l'atmosfera. Tutto è iniziato quando ieri sera lo stilista Alexander Wang ha accusato il suo collega Philipp Plein di aver palesemente copiato la sua collezione Alexander Wang X H&M del 2014. L'accusa è stata lanciata senza mezzi termini sul profilo Instagram dello stilista americano, che ha postato un video che mostra, attraverso una in stile meme, le somiglianze tra la sua sfilata e quella di Plein Sport di Philipp Plein. Difficile dare torto ad Alexander Wang. Il video, infatti, mostra chiaramente che le assonanze tra le due sfilate sono molte, forse troppe per essere una semplice coincidenza. Non solo i look ispirati allo sporstwear e all'abbigliamento da pugilato, ma anche l'allestimento dello show, che ricrea una specie di palestra per parkour, sembrano essere un palese richiamo alla famigerata collezione di Alexander Wang del 2014. Si tratta di plagio? Secondo lo stilista ovviamente sì, mentre il presunto colpevole ancora non ha risposto all'accusa. L'opinione pubblica sembra tutta schierata dalla parte di Alexander Wang, ma prima di chiudere il caso puntando il dito contro Philipp Plein sembra doveroso analizzare brevemente il fenomeno intorno allo stilista tedesco in questi tre punti.

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#1 Il successo di Philipp Plein
Senza focalizzarci troppo su dettagli biografici, ci basta sapere che il brand Philipp Plein, fondato nel 1998 dall'omonimo stilista di Monaco di Baviera, è stato per molto tempo uno dei protagonisti della Milano Fashion Week. Dal 2011 le sfilate di Philipp Plein hanno animato la movida della moda milanese, realizzando dei veri e propri show in grande stile. Celebrità, cantanti e top models – Naomi Campbell, Snopp Dogg, Paris Hilton sono solo alcuni nomi – hanno calcato il palco delle sue sfilate, dando vita a spettacoli colorati e suggestivi. Non solo la moda, tuttavia, ha segnato la storia di questo brand. Nel corso degli anni Philipp Plein è stato coinvolto in alcune notizie che, nel bene o nel male, hanno alimentato la popolarità del marchio. Ad esempio, lo scorso anno Dolce & Gabbana hanno accusato lo stilista tedesco di “rubare” i loro dipendenti, il quale ha risposto a tono con un post su Instagram. Sempre nel 2016 Philipp Plein ha unito le forze con l'amico Flavio Briatore per investire sul brand Billionaire Couture, che dal 2005 si rivolge a un target di uomini amanti del lusso e dello stile italiano. In questo modo il gruppo Philipp Plein International ha attuato una strategia commerciale per implementare la popolarità, e il fatturato, del brand.

#2 Moda o Marketing? 
Come abbiamo già detto, Philipp Plein è stato per anni uno dei più influenti animatori della Milan Fashion Week. Il suo ultimo show "Alice in Ghettoland" nella città milanese – che ha segnato l'addio del brand alla settimana di Milano, in vista del suo trasferimento a New York – ha avuto come ospiti d'eccezione la cantante Fergie, il rapper Fat Joe e la showgirl Paris Hilton. Un successo. Ma le sfilate di Philipp Plein hanno attirato l'attenzione dei media anche per altri motivi, come quella per la stagione SS14 che ha visto sfilare solo modelle di colore – da molti criticata come mera strategia per attirare l'attenzione del pubblico sul brand – o l'ultima che ha portato in passerella nientemeno che l'ex-detenuto Jeremy Meeks. E gli abiti? Purtroppo, spesso le sue collezioni passano in secondo piano. Che questo sia voluto oppure no, nessuno può dirlo, ma è innegabile che delle sfilate di Philipp Plein ci ricordiamo soprattutto gli ospiti, piuttosto che gli abiti. 

#3 Philipp Plein-ness
Quindi, cosa abbiamo imparato? Senza ombra di dubbio il vero talento di Philipp Plein risiede nella sua capacità di catturare l'attenzione del pubblico, dandogli quello che vuole. La sua abilità nell'organizzare eventi di successo ne sono la prova: i cantanti più amati, i volti più conosciuti e chiacchierati, perfino i personaggi più controversi del momento hanno preso parte ad almeno una sfilata di Philipp Plein. Il brand ha successo non grazie agli abiti, ma perché centra sempre il bersaglio dell'attenzione mediatica. Ed è così anche per la moda. Philipp Plein non lancia tendenze, ma le segue. Quando Philipp Plein lancia una collezione, potete scommetterci che questa includerà il trend del momento – e, a volte,  in ritardo rispetto ad altri marchi. La linea di activewear Plein Sport appena lanciata – quella nel ciclone della polemica di Alexander Wang – ne è una prova. 

Philipp Plein, quindi, è una perfetta macchina d'intrattenimento di massa. Dà al pubblico quello che il pubblico ama, che segue, che vuole vedere e indossare, senza pretese di voler essere innovativo o anticonvenzionale. Per quanto riguarda la disputa con Alexander Wang, è innegabile la somiglianza, ma ha senso, nella moda, nel 2017, parlare ancora di plagio? In un momento storico in cui tutti i brands tendono ad allinearsi e in cui le collezioni sembrano comporsi solo di citazioni più o meno dichiarate, la polemica di Alexander Wang, per quanto giusta che sia, lascia il tempo che trova. Trattandosi, inoltre, di un marchio come Philipp Plein, bèh, il “plagio” è solo una forma di apprezzamento.