Giovanni Matola
IUAD Accademia della moda di Napoli
Share
Le scuole sono state fra le prime strutture ad adeguarsi alle nuove misure di emergenza. Il tuo Istituto in che modo si è comportato? Quali sono secondo te i pro e i contro delle lezioni da casa?
L’Accademia della Moda è stata tempestiva nel convertire il classico sistema di lezioni frontali in aula, in riunioni virtuali dove abbiamo avuto modo di perseguire la nostra formazione se pur a distanza. Trovo che questo nuovo sistema sia stato efficace per la maggior parte dei corsi e sono stato in grado di godere di benefici per quanto riguarda la gestione del tempo: infatti se prima dell’emergenza perdevo almeno due ore di viaggio per raggiungere e tornare dall’università, ora queste due ore possono essere spese in maniera produttiva. Inoltre, dato il dovere di restare in casa, ho avuto modo di mettere mano al mio lavoro in modo sicuramente più attenta ed efficiente, riscoprendo una produttività da tempo offuscata dallo stress e dalla routine di tutti i giorni. E’ pur vero, tuttavia, che per quanto riguarda materie tecniche ed estremamente pratiche come la modellistica di calzatura, non mi sento di elogiare il nuovo sistema di formazione poiché, per quanto le spiegazioni siano chiare ed esplicite e l’Accademia abbia provveduto a fornirci tutti gli strumenti necessari, sento la mancanza ed il bisogno di una correzione frontale con il mio docente.
Le industrie del fashion e del design sono state fra le più colpite dalle conseguenze dell’isolamento. In qualità di consumatore ma anche in qualità di futuro addetto ai lavori, secondo te quali saranno le conseguenze peggiori di questa crisi?
L’epidemia da Covid-19 rappresenta la prima delle sfide inattese di questo decennio che è soltanto ai suoi albori. La conversione della produzione delle aziende di moda è stata sicuramente saggia nella prima fase del lockdown, ma essendo l’industria del Fashion un sistema pragmatico, non è possibile ignorare le nuove esigenze dei consumatori i quali sicuramente saranno economicamente indeboliti dalla pandemia. Una delle probabili conseguenze di questa crisi potrebbe verificarsi nell’Industria Conciaria considerando che alcuni pellami necessitano di una lavorazione tempestiva prima di perdere il loro valore.
Il tuo lavoro si nutre di creatività. In questa quarantena, qual è la soluzione per continuare a essere creativi? Quali sono i tuoi spunti?
"Noi siamo quello che facciamo ripetutamente. Perciò l’eccellenza non è un’azione, ma un’abitudine". Porto con me queste sagge parole di Aristotele e cerco di non far passare un solo giorno senza che io poggi la matita sul foglio. Riconosco, tuttavia, che la creatività non è un fuoco inestinguibile e che non sempre l’ispirazione sopraggiunge a comando. In questi momenti di blocco allora mi rifugio nei libri, nei film o anche nelle sfilate di moda passate, alla ricerca di una chiave di lettura che punti alla semplificazione e costituisce il perno attorno al quale si muove il design.