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Tutte le ispirazioni dietro al corto musicale di LIBERATO

Dal grande cinema di Godard e Truffaut fino a James Sense e i Napoli Centrale

Tutte le ispirazioni dietro al corto musicale di LIBERATO Dal grande cinema di Godard e Truffaut fino a James Sense e i Napoli Centrale

A distanza di più di un anno dalle ultime canzoni, il 9 maggio Liberato è tornato a cantare.
Capri Rendez-Vous è il corto musicale diviso in cinque episodi che contiene le nuove tracce di Liberato, che insieme alle vecchie canzoni compongono l'album disponibile su Spotify.
La release di Capri Rendez-Vous ha sorpreso i fan e il pubblico, ma conferma quanto Liberato sia uno degli artisti italiani più attivi e poliedrici del panorama italiano. Dal video di 9 MAGGIO - pubblicato il 13 febbraio 2017 - Liberato ha usato il medium del videoclip per arricchire la narrazione fatta dai beat e dalle rime in dialetto napoletano, grazie al sodalizio artistico con il regista Francesco Lettieri, autore e regista del corto. 

Con Capri Rendez-Vous Liberato abbandona l'atmosfera della Napoli street contemporanea per buttarsi in un soap opera romantica che flirta con la storia del cinema, ambientato nell'isola del golfo di Napoli che evoca il cinema, la fama e la Bella Vita: Capri.
Come in tutta l'opera di Liberato, il corto è disseminato di citazioni e riferimenti, molti dei quali appaiono nei titoli di coda. I cinque episodi tracciano una parabola estetica del cinema, della fotografia e della musica dagli anni '60 ad oggi che riassumono molto del pantheon a cui si ispira l'artista napoletano: cerchiamo di scovarli tutti analizzando ogni episodio di Capri Rendez-Vous.

 

Ep.01 - GUAGLIÒ

Il primo episodio si apre con il beat strombazzante di GUAGLIÒ su una serie di inquadrature panoramiche di Capri in bianco e nero. Un inseguimento holliwoodiano con finale tragico viene bruscamente interrotto dal drop della musica che rompe l'illusione scenica: ci troviamo su un set degli anni '60, dove Dino (il regista) chiacchiera del tempo e della sua caducità con Marié (interpretata da Jessica Cressy), la bellissima attrice francese protagonista del suo film. 

In questo primo episodio ci sono vari riferimenti al cinema italiano e francese degli anni '60. Su tutti, Il disprezzo diretto dal maestro del cinema Jean-Luc Godard con protagonisti Bridgitte Bardot e Michel Piccoli.
Il film è ambientato proprio a Capri e come quest'episodio gioca sulla linea del metacinema - cioè un film che parla di un film - creando un doppio gioco con sulla finta realtà del film. La trama ha come protagonisti i coniugi Javal, Paolo è stato viene chiamato a Capri per lavorare alla sceneggiatura di un film sull’Odissea. Una scelta non casuale, visto che proprio alla leggenda di Ulisse sono legati i miti di Capri e della stessa Napoli («Ca dint scorr o sang r'Odisseo / So fatt cosi so partenopeo»). La storia si sviluppa poi su un delicato precipizio tra gelosia e passione tra Camille (interpretata dalla Bardot), il produttore Prokosch e suo marito.

L'occhio della telecamera segue Dino - evidentemente un omaggio al regista italiano Dino Risi - e Marié mentre camminano su una scogliera, è lo stile del cinema voyeuristico di HitchcockTruffaut che pongono lo spettatore in una posizione privilegiata, come se fosse nascosto dietro o al fianco dei protagonisti. Tutto il primo episodio è una continua citazione del cinema della Nouvelle Vague francese, il cui scopo principale era catturare "lo splendore del vero", come disse Godard.

 

Ep.02 - OI MARÌ

 

Dal tema cinematografico, il secondo episodio si sposta sul romantico incontro tra Carmine, lo scugnizzo di Capri che guida la barca, e Marié. I due chiacchierano imbarazzati sulla barca navigando verso i faraglioni, vittime della barriera linguistica, si scambiano sguardi e sorrisi insieme alle poche parole condivise, come "pasta alle vongole". La telecamera ondeggia al ritmo delle onde, lo spettatore ha l'impressione di stare sul bordo del gozzetto a spiare quel momento di imbarazzata intimità.
L'amore secondo Liberato è struggente e prigioniero del linguaggio, sembra un sentimento che i protagonisti non sanno maneggiare, come accade spesso nei film di due registi cult citati nei credits: Xavier DolanWong Kar Wai

É un momento di bellezza romantica, lei la bellissima star internazionale e lui - interpretato da Elvis Esposito, già attore nella serie de L'amica Geniale, altro prodotto culturale napoletano - che incarna la bellezza maschile mediterranea. Ricorda i grandi attori del cinema italiano degli anni '60, tra i quali spicca Marcello Mastroianni, protagonista di vari film di Dino Risi. Mastroianni fu un'icona del cinema italiano ma anche della città di Napoli che in un'intervista disse "Io amerei vivere su un pianeta tutto napoletano, perché so che ci starei bene".

Quando già quando l'inquadratura passa sugli addominali di Carmine, sotto ai faraglioni non può non venire in mente la famosa campagna pubblicitaria di Dolce&Gabbana per il profumo Light Blue, girata sotto ai Faraglioni. La pubblicità ha conquistato il suo status simbolico non solo per la musica e la bellezza delle immagini, ma per la geniale trovata di rompere l'illusione scenica nel finale negli episodi successivi al primo spot.

 

 

Ep. 03 - NUNN'A VOGLIO 'NCUNTRÀ

 

Dall'allure classico degli anni '60, nell'episodio numero 3 si passa alle atmosfere funky degli anni '70.
Baffoni, colletti oversize e tagli affilati dei vestiti - i costumi - curati in tutti gli episodi da Antonella Mignogna - dominano una discoteca chiatillo (fichetto) di Capri. Carmine è cresciuto, e con i suoi amici è riuscito ad imbucarsi in una di quelle feste frequentate dai turisti ricchi e famosi dell'isola, una comparsata in quella fetta godereccia e festaiola dell'Italia mondana in cui si sentono fuori posto già dall'entrata del locale. 

L'atmosfera della festa è quella della Napoli underground e funky degli anni '70, dominata dalle radio indipendenti e da figure che hanno fatto la storia della musica italiana come James Senese e i suoi Napoli Centrale. Durante gli anni '70 Napoli fu uno degli epicentri artistici nascosti in Italia, la scena Jazz (di cui alcune chicche sono raccolte nell'album Napoli Segreta) iniziava quel processo di contaminazione tra la tradizione musicale napoletana e il sound internazionale di cui Liberato si fa interprete oggi.  

 

Compaiono le figure chiave della Bella Vita di Capri degli anni '70: gli attori, i proprietari dei locali e soprattutto i paparazzi. Torna l'eco del tema principale di tutto il corto: la fama, che inizia a soffocare Mariè.

 

Ep. 04 - TU ME FAJE ASCÌ PAZZ'

L'atmosfera glamour della disco anni '70 viene staccata da una crepuscolare discussione tra Carmine e sua moglie sui problemi di famiglia nei vicoli di Capri illuminati dai lampioni. 
Marié è al bar GOL, sola ed ubriaca, il proprietario la sta cacciando. L'inquadratura sfocata sottolinea lo stato di Marié, che stretta in un abito da sera sbrilluccicante ha lo sguardo coperto dagli occhiali da sole, sembra una foto di una star sbattuta sulla prima pagina di un tabloid inglese degli anni '90.
Carmine la riaccompagna a casa, e lei da sbronza vede un palco vuoto e ci si mette a ballare sopra: torna il tema della fama e dello spettacolo nello spettacolo.

Arrivati in hotel, Marié oscilla tra l'amore e l'odio per Carmine, gli chiede di scappare via insieme e poi lo picchia. Sembra di tornare sulla barchetta trent'anni prima quando Marié girava lo sguardo tra il mare e gli occhi di Carmine.
Il tormento amoroso viene risolto nella scena in cui Carmine si sfila la fede. 

 

Ep. 05 - NIENTE

L'ultimo episodio cambia completamente registro stilistico.
Dalla soap opera in salsa hollywoodiana si passa ad un omaggio al maestro della fotografia Martin Parr. Fotoreporter di Magnum e autore di più di venti libri fotografici, Parr ha catturato il kitch contemporaneo come nessun fotografo, immortalando dettagli e colori quotidiani che celano un'ironica critica al consumismo. 
Allo stesso modo Francesco Lettieri compone un collage di foto contemporaneo di Capri, dai turisti che si cambiano i sandali fino alla leggendaria funicolare che collega la zona di Marina Grande al centro dell'isola.

Il fil rouge nelle foto è il ritorno di Marié sull'isola, che dal traghetto arriva fino al cimitero cattolico per celebrare il funerale di Dino, il regista che la lanciò nel cinema contemporaneo. Tra le croci, ce n'è una su cui si sofferma Marié, è quella di Carmine Vuotto.

Lettieri ha scelto un modo audace per chiudere la narrazione di Capri Rendez-Vous, cambiando totalmente approccio rispetto ai quattro episodi precedenti, decisamente più cinematografici. La parabola estetica si esaurisce nel cinismo ironico di Parr che sulle note di NIENTE lascia una nota romantica ma amara rispetto al boccone denso di cinema del primo episodio.