FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

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Che cos'è l'estetica anti-AI? I graphic designer preferiscono l'imperfezione

Secondo diversi osservatori, la crescente diffusione dell’intelligenza artificiale nel campo della produzione di immagini starebbe cambiando, in maniera più o meno indiretta e con le dovute proporzioni, il modo in cui molte persone si rapportano a certe soluzioni visive, soprattutto quelle viste online. La teoria, in pratica, sostiene che una grafica eccessivamente pulita, precisa e ordinata venga sempre più spesso associata, quasi automaticamente, a un contenuto realizzato sfruttando l’intelligenza artificiale.

Non sorprenderebbe quindi che, nel campo del visual design, stiano tornando di moda stili e approcci che giocano volutamente con l’imperfezione. Per esempio, la cosiddetta chicken scratch typography, adottata sempre più spesso in molti progetti visivi di successo, va esattamente in questa direzione: il lettering è irregolare e dà l’idea che sia stato tracciato frettolosamente, e forse è proprio questa apparente autenticità a renderlo così apprezzato. Un prodotto con un’identità visiva troppo rigorosa, insomma, in certi casi rischia ormai di apparire eccessivamente “artificiale”, mentre un taglio volutamente più approssimativo renderebbe il tutto più credibile e "umano", soprattutto agli occhi del pubblico meno esperto.

Con l'AI i contenuti veri possono sembrare falsi, anziché il contrario

@didoriot #greenscreen back again!! Lemme know ur thoughtssss. #discourse #ai #aiart #trends original sound - didoriot

La crescente accessibilità degli strumenti di generazione automatica di immagini e video ha reso buona parte dei contenuti visivi presenti online e non solo potenzialmente sospetti. Di recente, ad esempio, sono emerse nuove preoccupazioni legate a un preciso utilizzo dei software di AI, che non vengono più usati solo per creare deepfake, ma anche per ritoccare materiali di per sé autentici, facendoli sembrare falsi.

In questo caso, il dibattito è nato attorno ad alcuni video promozionali condivisi dall’attore e rapper Will Smith, che sembravano voler far credere che una folla molto ampia avesse partecipato ai suoi concerti. Gli spettatori erano presenti davvero, ma alcune clip erano state in parte modificate digitalmente con ritocchi mirati (come la rimozione di sfocature o l’aumento della nitidezza), che hanno finito per produrre gli effetti tipici dei video generati con l’AI, tra cui contorni e ombre eccessivamente marcati. Di fronte a situazioni del genere, il rischio è che il pubblico creda che l’intero contenuto sia stato creato artificialmente, con tutte le conseguenze del caso.

Capire l'ascesa dell'anti-design

@itsnicethat Anti-design is back—and this campaign might be the best (worst?) thing you’ve seen all week. Exemplified through clashing colours, rogue use of early web typefaces and a scrapbook approach to hierarchy, antidesign is a playful space for self expression and an unserious approach to design. #antidesign #designtrend #graphicdesign #trendprediction #nostalgia #earlywebdesign #90saesthetic Aesthetic Coffee - Febri Handika

Di fronte a scenari come questo, molti designer non di rado scelgono di puntare su soluzioni visive volutamente “sporche” e artigianali. È il caso del cosiddetto "anti-design", che sfrutta disordine, confusione e incoerenza per generare un forte impatto estetico. Elementi sovrapposti, spazi non calibrati e palette apparentemente prive di armonia sono alcuni degli approcci tipici di questa corrente: il risultato sono identità tutt'altro che lineari e "ottimizzate",  pur risultando comunque visivamente interessanti.

Di fronte alla sempre maggiore presenza di immagini "sintetiche", l’imperfezione diventa quindi un modo per comunicare originalità, per lo meno all'interno di certi ambiti, come per l'appunto il branding o più in generale il visual design. È un cambio di prospettiva, questo, che tocca anche l’abbigliamento e gli stili visivi legati alla moda: certi immaginari tipici degli anni Duemila, ad esempio, forse sono tornati di culto anche perché la loro estetica volutamente caotica e a tratti scanzonata era considerata tutto sommato autentica.