
L'esplosione della bolla AI è rimandata, per ora I recenti guadagni molto elevati di Nvidia hanno momentaneamente tranquillizzato gli investitori
Negli ultimi mesi tra gli azionisti di numerose aziende tecnologiche era cresciuto il timore che gli enormi investimenti realizzati nel campo dell' intelligenza artificiale potessero rivelarsi ingiustificati – o meglio: non all’altezza. Queste preoccupazioni avevano contribuito a diminuire le quotazioni di molte società del settore. Qualche giorno fa, però, Nvidia – azienda di punta nel mercato della produzione di chip al servizio dei sistemi di AI – ha pubblicato risultati trimestrali nettamente superiori alle aspettative, cosa che ha fatto tirare un sospiro di sollievo all’intero ambito.
Society if Nvidia misses earnings pic.twitter.com/EFwudT9X1o
— High Yield Harry (@HighyieldHarry) November 19, 2025
La notizia ha riportato fiducia nel comparto, segnato da tempo da ingenti costi produttivi, per una tecnologia che però non sempre riesce a generare entrate in grado di sostenerli. Per questo motivo molte istituzioni – tra cui il Fondo Monetario Internazionale – avevano più volte avvertito della possibile formazione di una bolla nel settore tecnologico, e in particolare in quello delle intelligenze artificiali.
Perché Nvidia va così forte
Quello che preoccupava gli analisti era la possibilità che l’entusiasmo – giudicato da molti già eccessivo – attorno all’intelligenza artificiale si sarebbe affievolito drasticamente nell'arco di breve tempo. In uno scenario del genere il valore di molte grandi aziende tecnologiche avrebbe subito un crollo significativo, con ripercussioni dirette sulla crescita economica statunitense, oggi trainata proprio dal settore dell’AI. Un contraccolpo di queste dimensioni, considerando l’enorme volume di investimenti già concentrati nel comparto, avrebbe potuto innescare una crisi a catena, capace di propagarsi rapidamente anche al di fuori degli Stati Uniti e coinvolgere più continenti.
Nvidia, guidata dall’imprenditore statunitense di origine taiwanese Jensen Huang, è riuscita però a stabilizzare l’intero settore, cambiando le carte in tavola – almeno per il momento: negli ultimi novanta giorni l’azienda tecnologica ha generato ricavi per 57 miliardi di dollari, e quasi il 90% di questi deriva dalla sua divisione che si occupa di data center – gli stabilimenti che conservano e gestiscono grandi quantità di dati, facendo di fatto funzionare i sistemi di intelligenza artificiale, tra le altre cose. Le previsioni di ricavo per il prossimo trimestre si attestano invece a 65 miliardi di dollari. Entrambi i dati sono stati accolti come segnali molto positivi dagli investitori, che in precedenza avevano formulato stime più caute.
Più in generale, i recenti risultati commerciali di Nvidia sono stati letti come un indicatore dell’andamento complessivo del settore dell’intelligenza artificiale, rassicurando gli investitori in merito all'elevata domanda per questi sistemi, contribuendo a legittimare gli ingenti investimenti in programma nel comparto.
E Anthropic?
@pikacodes Vibe coding wars pt. 1 | What happens when you put two of the most popular coding agents against each other? Claude Code vs ChatGPT - who wins? Let’s find out. #claudepartner original sound - Ale
Un’altra realtà che sta riuscendo a monetizzare parecchio grazie alle proprie tecnologie nel campo dell’intelligenza artificiale è Anthropic. L’azienda statunitense, fondata nel 2021 da ex dipendenti di OpenAI, genera l’80% delle sue entrate grazie a Claude Enterprise, la divisione che vende servizi di AI a grandi imprese – tra cui IBM. Grazie a questa strategia, Anthropic oggi detiene un terzo del mercato dei sistemi di intelligenza artificiale indirizzati alle aziende, superando la stessa OpenAI – che due anni fa ne controllava circa la metà.
Fin da subito, poi, l’azienda ha investito nella generazione automatica di codice informatico, una delle applicazioni più diffuse dei modelli linguistici: con il suo servizio Claude Code, Anthropic copre ora oltre il 40% di questo segmento, mentre OpenAI si ferma a circa il 20%. Anthropic, inoltre, a differenza dell’azienda di Sam Altman, ha preferito evitare di espandersi in ambiti come la generazione automatica di video e immagini – questo tipo di output, infatti, è molto costoso in termini sia energetici che di potenza computazionale, e rimane di fatto insostenibile a livello economico.












































