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La Milano rossonera di Diesel

Siamo stati al party di lancio della capsule collection Diesel x AC Milan e abbiamo intervistato Andrea Rosso

La Milano rossonera di Diesel Siamo stati al party di lancio della capsule collection Diesel x AC Milan e abbiamo intervistato Andrea Rosso
Fotografo
Alessandro Bigi

Martedì sera al party nel flagship store Diesel di Piazza San Babila a Milano si è riunita le metà rossonera di Milano. C'era Mister Gattuso, capitan Romagnoli e altri calciatori del Milan per la festa di lancio della collezione ufficiale off pitch realizzata per il terzo anno consecutivo da Diesel. 
Noi di nss magazine siamo stati al party e abbiamo fatto quattro chiacchiere con Andrea Rosso - Creative Director per le licenze Diesel - a proposito del Milan, del calcio e della moda.

Com'è stato lavorare per la tua squadra del cuore sia da un punto di vista del tifoso che del professionista? 

Da piccolo - negli anni ‘80 e ‘90 -  ho vissuto il Milan degli Olandesi, il primo dell'era Berlusconiana, è lì che è nato il mio legame con la squadra.
Adesso - a 40 anni - rimango un tifoso appassionato, certo il rapporto professionale con il club mi ha fatto scoprire alcune cose che altrimenti non avrei capito. Mi piace vedere la parte behind the scene di una società così grande e blasonata come il Milan, l’organizzazione è complicatissima.
Se dovessi riassumere l’esperienza direi bellissimo.

 

Qual è stata la difficoltà più grande durante la progettazione della capsule?

Sai è difficile avere un approccio diretto con una squadra di calcio, bisogna essere precisi al millimetro. Nella parte tecnica sono stati molto bravi ed esigenti.
Poi ci sono i calciatori, molti di loro sanno già quello che vogliono, hanno uno stile personale, quindi ci hanno dato anche degli input molto interessanti.

 

Chi è il calciatore più stiloso del Milan di quest’anno?

A me piace Suso e il capitano Alessio Romagnoli, è pulito ed elegante.

 

E il tuo preferito in campo?

Mi piace Suso, spero che Higuain torni perché la squadra ne ha bisogno.
Mi è dispiaciuto molto salutare Bonucci, ma forse era destino, nel calcio funziona così.

 

Come vedi il rapporto tra calcio e moda oggi e come evolverà nei prossimi 10 anni?

Il calcio è attento alla moda, ogni calciatore ha la sua fissa e in una squadra di più di trenta persone è normale che sia difficile mettere tutti d’accordo.
Con Diesel abbiamo rotto un po’ gli schemi dell’uniforme cravatta&camicia, seguendo questa linea che è anche quello che sta succedendo nel mondo. Il concept della collezione mira proprio a riavvicinare tifosi, club e calciatori, a parlare lo stesso linguaggio. L’ispirazione viene dalla strada, penso che in futuro succederà di più e la grafica avrà un ruolo sempre più importante nei prossimi anni con elementi più vivi.

 

Vista la recente acquisizione del Vicenza Calcio: tra i campi dell’Europa che calca il Milan e quelli di provincia quali preferisci?

Devo confessarti che al Menti (lo stadio di Vicenza, ndr) devo ancora andarci, lo frequentavo quando ero ragazzino. Vicenza è una città accogliente ed ha una tifoseria calda, vive la storicità e le icone che sono passate per il club. “Fiera” è la parola giusta, ed è un aspetto che si sta perdendo dove ci sono strutture corporate.