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La pandemia non ha distrutto Airbnb

Con la recente valutazione a $100 miliardi di dollari diventa l'azienda di viaggi online più importante al mondo

La pandemia non ha distrutto Airbnb Con la recente valutazione a $100 miliardi di dollari diventa l'azienda di viaggi online più importante al mondo

Nei mesi in cui l'emergenza sanitaria stava rapidamente diventando un problema globale, erano iniziate le speculazioni sulle aziende e sui brand che avrebbe pagato più a caro prezzo la situazione dettata dalla pandemia. Airbnb era indicato da molti come la vittima più probabile ed imminente, visto il settore e le modalità con cui l'azienda opera, ma come dimostrano le cifre dell'IPO del portale americano, e la più recente valutazione, Airbnb non potrebbe essere più lontano dal fallimento. 

Airbnb, il portale di viaggi online fondato a San Francisco da tre ex compagni di università, Brian CheskyNathan Blecharczyk e Joseph Gebbia, aveva previsto la propria quotazione in borsa lo scorso marzo, ma per ovvie ragioni il grande salto era stato rimandato. L'azienda ha infatti fatto il proprio debutto in borsa lo scorso giovedì, facendo registrare una delle giornate di maggior successo per Wall Street in tutto il 2020. Sebbene il prezzo iniziale di quotazione fosse infatti di $68 dollari, le azioni di Airbnb hanno chiuso la giornata ad un prezzo di $144,71 dollari, registrando un aumento del 113%. Reduce dal trimestre più redditizio di sempre, Airbnb ha raggiunto inoltre una valutazione di $100 miliardi di dollari, diventando così l'azienda di viaggi online più importante al mondo, superando Expedia e TripAdvisor. 

Un risultato tutt'altro che scontato e piuttosto straordinario, soprattutto se si riguardano i dati diffusi da Airbnb e relativi agli ultimi mesi. Dopo aver messo in pausa la quotazione in borsa, durante il mese di aprile le prenotazioni per stanze, appartamenti ed esperienze sono calate del 72%. Airbnb ha deciso di attuare una campagna globale di rimborsi ai clienti che avevano già effettuato una prenotazione, distribuendo così oltre $1 miliardo di dollari in spese di cancellazione. Oltre ad aver tagliato sensibilmente i guadagni degli host, Airbnb ha inoltre licenziato il 25% dei dipendenti. A partire da giugno, tuttavia, gli affari hanno iniziato ad andare decisamente meglio grazie all'aumento nella richiesta per sistemazioni in piccoli centri, borghi, località rurali, e più in generale per destinazioni di solito poco frequentate. È stato il turismo domestico, locale, a risollevare le sorti di Airbnb, negli Stati Uniti quanto nel resto del mondo. Questa evoluzione nelle richieste dei propri clienti era stata accolta a braccia aperte dall'azienda, che infatti lo scorso luglio aveva lanciato la campagna GoNear, per incoraggiare il turismo locale, promuovendo viaggi brevi e preferibilmente in auto verso località poco frequentate e quindi sicure. Dopo aver ribaltato la vocazione internazionale che aveva sempre caratterizzato la piattaforma, un altro fattore di cambiamento è stato il tempo: i soggiorni con Airbnb si sono fatti sempre più lunghi, spesso per settimane o addirittura mesi, per adattarsi alle nuove esigenze di una clientela in smart working. 

Il successo in borsa riscosso da Airbnb ha dimostrato definitivamente che i cambiamenti e le novità introdotte, hanno ripagato, ben oltre alle aspettative. Nonostante ci siano ancora alti fattori di rischio e possibili pericoli di cui tenere conto, come l’alto numero di feste in case che si registrano nelle ultime settimane, possibile causa di cluster e focolai, il miraggio di un vaccino che si fa sempre più concreto fa volare le azioni di Airbnb. L’aveva dichiarato lo stesso Chesky, CEO di Airbnb, qualche mese fa: "Viaggiare non tornerà mai e poi mai a essere quello che era prima del COVID-19”. Airbnb ha capito come promuovere una nuova idea di viaggio, che si è rivelata perfettamente in linea con i tempi, cucita su misura dei desideri e delle esigenze dei consumatori.