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Cosa sta succedendo alla Kodak? L'azienda se la passa sempre peggio

La Kodak è stata per decenni una delle aziende più grandi e influenti nel settore della fotografia, oltre che una delle più note. Eppure, a partire dagli anni Novanta, ha incontrato crescenti difficoltà nell’adattarsi ai rapidi cambiamenti del mercato e nel fronteggiare la concorrenza. I dati più recenti sull’andamento dell’azienda mostrano che Kodak ha oggi circa 500 milioni di dollari di debiti, e non è affatto scontato che riesca a mantenere la propria operatività sul lungo periodo. A preoccupare è soprattutto la dimensione fiscale, dato che nel secondo trimestre del 2025 la società ha registrato perdite per 26 milioni di dollari. Nonostante ciò, l’azienda ritiene di poter onorare una parte significativa dei propri prestiti entro le scadenze previste e di riuscire poi a rinegoziare, estendere o rifinanziare i debiti rimanenti. Non è comunque la prima volta che Kodak si trova in una situazione critica: già nel 2012 aveva fatto ricorso alla legge fallimentare statunitense, dichiarando debiti per oltre 6 miliardi di dollari, uscendone però l’anno successivo, sebbene piuttosto ammaccata. 

@gakulange Kodak 800 Film #film #photography #35mm #fyp #filmphotography original sound - gakuyen

La storia di Kodak inizia nel 1888, quando George Eastman registrò presso l’ufficio brevetti degli Stati Uniti il marchio della sua azienda, che già da qualche anno produceva macchine fotografiche particolarmente funzionali e innovative per gli standard dell’epoca. La parola «Kodak» non significa nulla in particolare: si tratta semplicemente della combinazione di lettere che più aveva convinto Eastman, per via della sua sonorità. Nei decenni l’azienda crebbe rapidamente, fino a conquistare una posizione dominante nel mercato mondiale della fotografia. Tuttavia, con l’avvento del digitale e l’aumento della concorrenza arrivarono anche le difficoltà: Kodak iniziò così un lungo processo di trasformazione, che portò a diversificare le sue attività.

Negli ultimi anni, l’azienda ha cominciato a concentrarsi maggiormente sugli inchiostri e sulle tecnologie per la stampa industriale e sui sensori destinati agli schermi touchscreen di telefoni e tablet, tra le altre cose. Più di recente, nel tentativo di ampliare ulteriormente il proprio mercato, Kodak ha iniziato a operare anche nel settore medico e farmaceutico, producendo sostanze chimiche utilizzate in ambito sanitario. Nel frattempo, la società si è trovata costretta a vendere molti dei più di mille brevetti accumulati negli anni per le pellicole fotografiche, oltre alla rete dei circa centomila negozi dedicati allo sviluppo delle foto, che per decenni erano stati uno dei simboli più riconoscibili del marchio – tanto da ritagliarsi un posto nella cultura pop, soprattutto agli occhi della Gen Z.

Kodak da tempo – sempre nell’ottica di diversificare il suo business – si è ritagliata un posto anche all’interno dell’ambito cinematografico producendo pellicole sull'onda del rinnovato interesse per i film girati in questo formato. Ne è un esempio il profilo Instagram che l'azienda dedica ai prodotti audiovisivi girati su pellicola, molto seguito e apprezzato dagli addetti ai lavori. Registi come Paul Thomas Anderson, Christopher Nolan, Quentin Tarantino, Luca Guadagnino e Brady Corbet girano spesso utilizzando pellicole Kodak. Anche se fare un film senza ricorrere al digitale è una cosa ancora per pochi, Kodak non esclude che in futuro i dazi introdotti dall’amministrazione Trump possano rivelarsi vantaggiosi per i propri affari, considerando che gran parte del suo mercato è concentrato negli Stati Uniti. Come altre realtà del Paese, infatti, l’azienda guarda con favore all’idea della Casa Bianca di riportare sul territorio nazionale le produzioni audiovisive, insieme alle opportunità economiche e occupazionali che generano.