
L'approccio degli italiani al lavoro sta cambiando
Quiet Cutting, Boomerang Employees e Great Exhaustion: come sta cambiando il lavoro
23 Aprile 2025
In occasione della Giornata Internazionale dei Lavoratori, GoodHabitz, piattaforma internazionale per la formazione aziendale, ha collaborato con YouGov per analizzare le trasformazioni in atto nel mondo del lavoro in Italia. I dati raccolti nel primo semestre del 2024 delineano un quadro complesso e fortemente influenzato da una crescente insoddisfazione professionale: secondo l’indagine, infatti, quasi 1 lavoratore su 3 (30%) ha dichiarato di aver cambiato, o di voler cambiare, lavoro a causa della stanchezza mentale legata alla propria attività. Questo sentimento è ancora più evidente tra i più giovani, con il 34% degli under 44 (Millennial e Gen Z) che si dichiara in cerca di un cambiamento, contro il 28% degli over 45. Le motivazioni non si limitano alla retribuzione. Il 25% dei lavoratori sente la necessità di seguire un percorso più in linea con le proprie attitudini, mentre un altro 26% sogna un cambio di vita radicale. In parallelo, la visione tradizionale del lavoro sta rapidamente cambiando: il 40% dei dipendenti italiani sta vivendo un percorso lavorativo “non lineare”, fatto di cambi di ruolo o di settore all’interno della stessa azienda o verso realtà differenti. Il “posto fisso” lascia spazio a una narrazione di carriera più fluida, dinamica e personale.
Il nuovo glossario del lavoro nel 2025
@torcha Il quiet quitting è un fenomeno emerso durante il periodo Covid e indica un sempre più diffuso senso di frustrazione correlato al lavoro che induce a ripensare la cultura del sacrificio sul lavoro e a ricercare un migliore equilibrio tra vita privata e impiego. Secondo un nuovo report di Gallup, l’Europa è ultima tra i continenti per coinvolgimento sul lavoro con una percentuale del 14% mentre l’Italia si colloca all’ultimo posto in Europa, con una percentuale di engagement del 4%. La ricerca rivela che ad essere meno disposti a scendere a compromessi sul lavoro sono i Millennial e gli esponenti della Generazione Z. Ci siamo immaginati una tipica giornata a lavoro nel 2023 e come la vivono i lavoratori #quietquitting #italia #lavoro #ufficio #millenial #genz #boomer #lavorare #dipendente #capo #boss #perte #meme #parody #europa #engagement #frustrazione #depressione #burnout original sound - Torcha
Il cambiamento non è solo nei numeri, ma anche nel linguaggio. La ricchezza lessicale che sta emergendo nel settore HR riflette un cambio strutturale nell’approccio al lavoro, tanto da parte delle aziende quanto dei dipendenti. Termini come Quiet Cutting o Great Exhaustion non sono semplici mode, ma etichette di una trasformazione reale: quella di un mercato del lavoro più fluido, meno gerarchico, e profondamente segnato da nuove aspettative. Secondo lo studio, l’epoca della “carriera unica” si sta esaurendo. I lavoratori cercano esperienze professionali che si adattino alle loro attitudini, che rispettino il benessere mentale, che offrano crescita personale. La centralità della persona – con le sue emozioni, aspirazioni e limiti – diventa il nuovo standard. Per orientarsi meglio in questo nuovo mondo, GoodHabitz ha stilato un glossario per orientarsi tra le tendenze emergenti dell’HR nel 2025, un utile strumento per capire dove sta andando il mondo del lavoro. Per esempio, Quiet Cutting è una pratica sempre più diffusa tra le aziende: invece di licenziare, si spostano i dipendenti in ruoli meno desiderabili per ridurre i costi. Questo può creare frustrazione, ma consente alle organizzazioni di trattenere risorse preziose. Boomerang Employees è il termine che designa i dipendenti che tornano in azienda dopo un periodo di assenza. Portano con sé nuove competenze e una conoscenza pregressa dell’ambiente, semplificando il processo di reinserimento, mentre i Green Collar Jobs rappresentano i ruoli orientati alla sostenibilità ambientale e ai target ESG. Il loro valore cresce con la crescente attenzione verso un'economia green.
Si parla anche di Leadership Blue Ocean privilegia innovazione e creatività in mercati non saturi. È un approccio strategico che punta a creare nuove opportunità, invece di competere nello spazio affollato mentre la Leadership Empatica valorizza l’ascolto e l’autenticità, promuovendo un ambiente di lavoro in cui emozioni e vulnerabilità diventano leve di forza. Il Reverse Mentoring è la parola che indica il ribaltamento dei ruoli tradizionali: i giovani formano i senior, soprattutto su competenze digitali e tecnologiche, colmando gap generazionali in modo virtuoso. Talent Cloud è la parola che descrive la situazione in cui professionisti freelance o remoti vengono coinvolti su progetti specifici, creando un team globale on-demand mentre Augmented Workforce definisce l’integrazione tra lavoratori umani e strumenti digitali come IA e automazione. L’obiettivo non è sostituire, ma potenziare il talento umano. Il Neurodiversity Hiring incoraggia l’inclusione di persone neurodivergenti, riconoscendone il valore nella risoluzione dei problemi e nell’innovazione creativa e, infine, lo Skill Based Recruiting, infine, supera i titoli di studio per concentrarsi sulle competenze pratiche e sul potenziale reale dei candidati.
It's time to recognize burnout as a medical condition.
— Adam Grant (@AdamMGrant) May 15, 2021
Across occupations and countries, if you're burned out, odds are you're depressed.
Burnout is emotional exhaustion—being so drained that you have nothing left to give at work.
In other words, it's job-related depression. pic.twitter.com/YqQLpYhDI5
Come rispondere a questo cambiamento radicale? I dati della ricerca GoodHabitz lo dicono chiaramente: investendo nelle human skills. Problem solving (92%), gestione dello stress (90%) e lavoro di squadra (88%) sono considerate fondamentali per affrontare le sfide del presente. Ma non solo: l’81% dei lavoratori crede che queste competenze aiutino a scoprire nuove predisposizioni personali, il 79% a sviluppare il proprio talento e il 74% a costruire la carriera ideale. In un mondo del lavoro dove la tecnologia evolve rapidamente, ciò che resta centrale è l’elemento umano. È qui che si gioca il futuro delle organizzazioni: sulla capacità di valorizzare le persone, supportarle nella crescita e creare ambienti di lavoro inclusivi, flessibili e motivanti. Come sottolinea Paolo Carnovale, General Manager di GoodHabitz Italia: «In un mondo del lavoro sempre più frammentato, le human skill sono diventate una necessità imprescindibile, non più un semplice optional. […] Un ambiente di lavoro davvero prospero e sostenibile, capace di attrarre, motivare e trattenere i talenti, parte da questo».