
Come l'emoji del cuore si è evoluta nel tempo
È talmente popolare che la sua interpretazione è diventata molto soggettiva
11 Marzo 2025
L’emoji del cuore continua a essere utilizzata moltissimo nei messaggi che le persone si scambiano quotidianamente in chat e sui social network – sempre più spesso anche solo in forma di reaction. La sua crescente diffusione, però, sta sollevando una serie di domande. In particolare, c’è chi si chiede come questo apparentemente innocuo simbolo possa cambiare significato a seconda del contesto in cui viene usato. Ne ha parlato di recente un articolo dell’edizione statunitense di Wired, dove si legge che «l'emoji del cuore oggi può significare qualsiasi cosa e questo la rende priva di un vero significato». La rivista racconta che un suo redattore, nel 2023, reagì con l’emoji del cuore a un messaggio ricevuto dalla nuova direttrice globale dell’azienda. Il gesto, per quanto banale, ha innescato nella persona coinvolta – il giornalista Andrea Couts – una riflessione più profonda sull'uso moderno di questa emoji. «Nei miei innumerevoli messaggi di testo di solito uso l'emoji del cuore per ringraziare. [...] La utilizzo anche nella speranza che sia un modo educato per interrompere una conversazione che non ho voglia di continuare», spiega Couts. Ma cosa vogliamo comunicare reagendo con l’emoji del cuore? Se lo chiede lo stesso Couts su Wired, sostenendo che «il suo significato sembra cambiare talmente tanto in relazione al contesto che ormai non ha più un significato fisso, tranne quando la si usa in modo sbagliato».
Reacting to work messages & emails with a heart emoji while all my coworkers use the thumbs up emoji pic.twitter.com/TqYRuuP7pA
— Victoria (@cozyvictoria) March 3, 2025
«Ti metti nei guai se mandi alla persona sbagliata un cuore rosso invece che uno bianco!», dice scherzosamente Neil Cohn, professore di comunicazione visiva presso l'Università di Tilburg, in Olanda, parlando con Wired dell’importanza di comprendere il contesto in cui si sta svolgendo la conversazione prima di reagire con l’emoji a forma di cuore. La sua maggiore diffusione negli ultimi anni ha fatto sì che, seppur indirettamente, il suo significato sia diventato in gran parte personale. È infatti difficile definire con esattezza cosa rappresenti oggi l’emoji del cuore specialmente se in ambito lavorativo, dove per l’appunto in alcuni casi l’uso dell’emoji del cuore potrebbe essere giudicata inappropriata. Nei contesti più formali un cuore rosso – soprattutto se inviato – potrebbe essere interpretato come un segno di eccessiva familiarità. Piuttosto, è consigliabile sfruttarne uno di un altro colore, in modo che venga percepito come meno carico di emozioni – consiglia Wired.
Da dove arriva l’emoji del cuore
Come riporta il magazine statunitense Vox, gli studiosi discutono da tempo su come questo simbolo sia stato associato al concetto di amore, e non solo. La trasformazione dell'organo umano in un simbolo stilizzato riconosciuto universalmente come il cuore ha radici antiche e complesse. Una delle teorie più diffuse collega l'origine del simbolo a una pianta antica chiamata silfio. Questa pianta, un tipo di finocchio gigante, cresceva sulla costa nordafricana vicino alla colonia greca di Cirene. Greci e Romani la utilizzavano non solo come spezia e medicinale, ma anche come metodo contraccettivo. Il frutto del silfio aveva una forma simile a quella del cuore stilizzato, e le sue rappresentazioni sono state ritrovate su monete dell'epoca.Un'altra ipotesi suggerisce che il cuore simbolico possa essere stato ispirato dall’anatomia umana, in particolare dalla forma del seno o delle natiche, oltre che dalle foglie del giglio d’acqua o dell’edera. Alcuni studiosi sostengono che la forma simbolica del cuore rifletta parzialmente le caratteristiche anatomiche reali dell’organo, con le due curve superiori che potrebbero indicare i due lati del cuore. Tuttavia, l’associazione tra il simbolo e l’anatomia reale è complessa: già gli antichi Egizi conoscevano la reale forma del cuore tramite le autopsie, mentre Galeno nel II secolo elaborò descrizioni anatomiche precise rimaste incontestate fino al 1543, anno della pubblicazione delle illustrazioni dettagliate di Andreas Vesalius in De humani corporis fabrica. La prima rappresentazione nota del cuore come simbolo di amore romantico appare nel manoscritto francese del 1250, Roman de la poire, dove un uomo offre un cuore a una dama, benché questa immagine assomigli piuttosto a una pigna rovesciata o forse a una pera. Un’iconografia simile a quella usata da Giotto nel 1305 per la Cappella degli Scrovegni, che a sua volta poi influenzò artisti come Taddeo Gaddi, Andrea Pisano e Ambrogio Lorenzetti.
La tipica forma "scalloped" del cuore moderno, con una rientranza alla base, iniziò ad apparire all'inizio del XIV secolo, con esempi in manoscritti come Documenti d’amore di Francesco da Barberino, risalente a prima del 1320. Un esempio più marcato di questa forma si trova in un manoscritto del monastero cistercense di Bruxelles. A partire dalla fine del XV secolo, il cuore con la sua forma moderna venne usato anche nelle carte da gioco. Diverse ipotesi moderne, formulate dagli anni ’60 in poi, hanno tentato di collegare la forma del cuore simbolico a rappresentazioni geometriche dell’antichità. Altre teorie invece suggeriscono che sia un’interpretazione stilizzata di caratteristiche anatomiche femminili, come il seno, le natiche o il monte di Venere. Rappresentazioni di forme a cuore sono state trovate in rilievi in stucco e pannelli murali nelle rovine di Ctesifonte, l’antica capitale persiana, risalenti a circa il 90 a.C. - 637 d.C. La Rosa di Lutero, emblema del teologo Martin Lutero, includeva un cuore con una croce nera al centro, adottato come suo sigillo personale nel 1530. Lutero descrisse il simbolo spiegando che la croce nera nel cuore naturale serviva a ricordare che la fede in Cristo salva. Questa rappresentazione, sebbene di natura religiosa, contribuì alla diffusione dell’iconografia del cuore nella cultura europea. Il cuore stilizzato fu adottato anche nelle rappresentazioni sacre, come nel Sacro Cuore di Gesù, dove la forma del cuore continuò a evolversi. In alcune raffigurazioni del XVIII secolo, l’aorta veniva ancora mostrata come una protrusione tra le due "camere" del cuore, mentre nelle carte da gioco questa caratteristica era stata eliminata già dal XV secolo.
Famous 'I Love New-York' Logo designed by Milton Glaser pic.twitter.com/mZqHPV90W4
— 99REFERENCE (@99reference) June 4, 2024
La rappresentazione stilizzata del cuore fece un ulteriore passo avanti nel 1977, quando il designer Milton Glaser la utilizzò per la celebre campagna "I ♥ NY". In quell’occasione il simbolo sostituì per la prima volta il verbo "amare". Da allora l’emoji del cuore è stata utilizzata per esprimere una vasta gamma di significati. Nel 1986, ad esempio, l’icona venne adottata dal videogioco The Legend of Zelda per indicare il numero di vite rimanenti, cosa che poi fu ampiamente ripresa in futuro – fino ad arrivare a oggi, dove i suoi significati sono molteplici e spesso molto personali. La "mano a cuore", invece, è un gesto in cui una persona forma un cuore con le dita, di solito utilizzando i pollici per la parte inferiore del cuore e piegando le altre dita per congiungerle. Negli ultimi anni, il gesto si è evoluto, specialmente tra la Gen Z, con l'uso dell'indice e del medio per formare il cuore. L'artista italiano Maurizio Cattelan ha immortalato il gesto nel 1989 nell'opera Family Syntax, mentre nel 1998 il DJ BlackHeart lo ha introdotto nella scena rave, creando un movimento distintivo che mescolava stili di danza come il Liquid e l'Electric Boogaloo. Con il tempo, la mano a cuore è diventata un saluto e un simbolo di affetto, diffondendosi nella cultura popolare e, nel 2021, venendo aggiunto alle emoji. Nel 2011, Google ha brevettato l'uso del gesto per interagire con Google Glass, riconoscendo oggetti e condividendo immagini sui social.
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Sebbene l’origine esatta del simbolo rimanga incerta, una recente scoperta suggerisce che il cuore stilizzato potrebbe effettivamente derivare dalla forma reale del cuore umano. Secondo un articolo del 2023 a firma di Gabriele Fragasso e Mauro Carlino, durante procedure moderne di cateterismo cardiaco e angiografia coronarica, si è osservato che, iniettando un mezzo di contrasto nelle arterie coronarie destra e sinistra contemporaneamente, si genera un’ombra che ricorda perfettamente la forma del cuore simbolico. Questa scoperta, pur non essendo nota nell’antichità, solleva interrogativi interessanti su come le antiche civiltà possano aver percepito la forma del cuore e il suo collegamento con la rappresentazione stilizzata. Sopratutto se si considera che le prime procedure diagnostiche di cateterismo cardiaco furono introdotte negli anni '40 da André Cournand e Dickinson Richards, mentre negli anni '60 Mason Sones sviluppò l'angiografia coronarica selettiva. La possibilità che questa corrispondenza tra il cuore anatomico e l'emoji fosse conosciuta in passato è difficile da determinare. Ma la diffusione della forma del cuore nell’arte e nei manoscritti medievali potrebbe essere stata influenzata da conoscenze anatomiche più ampie di quanto si pensi. La rappresentazione simbolica del cuore ha resistito nel tempo e oggi è universalmente riconosciuta come il segno d’amore. Qualunque sia la sua origine precisa, il cuore continua a essere uno dei simboli più potenti della cultura umana.