La storia del volto di donna che ha reso celebre Fornasetti Reso famosissimo dal celebre designer milanese Piero Fornasetti

Dieci anni fa, l’11 marzo 2015, a Parigi venne inaugurata una grande retrospettiva dedicata a Piero Fornasetti, importante designer milanese. L’esposizione ancora oggi resta la più rilevante mai realizzata all’estero sull’artista italiano. Nel 2013 ne venne organizzata un’altra molto ambiziosa alla Triennale di Milano. L’iniziativa parigina metteva in mostra oltre 1400 pezzi, tra litografie, manifesti, riviste e oggetti iconici. Piero Fornasetti è stato molte cose, tra cui pittore, progettista, e stilista. Nel complesso ha firmato circa 13 mila produzioni, molte delle quali sono diventate degli oggetti senza tempo, ancora apprezzati e influenti. L’opera più riconoscibile e popolare di Fornasetti restano i suoi piatti, che riprendono – in versioni diverse – il viso della cantante lirica Lina Cavalieri. Nonostante sia stata una personalità molto in voga durante il periodo della Belle Époque, il suo volto non sarebbe così noto se negli anni Cinquanta Piero Fornasetti non lo avesse visto per caso sfogliando una rivista del Diciannovesimo secolo. Affascinato dalla sua fisionomia, il designer milanese iniziò a utilizzare il viso di Lina Cavalieri come elemento centrale della sua serie "Tema e Variazioni", che oggi conta circa 400 interpretazioni. «Stiamo parlando del tema più duraturo di Fornasetti. Ciò che ha [...] scatenato questa creatività sono le sue proporzioni auree, come quelle di una statua greca, e la sua espressione enigmatica», spiega al magazine WWD Barnaba Fornasetti, figlio dell’artista italiano e attuale curatore dell’omonimo marchio, oltre che del suo archivio. Trasformata e inserita in contesti artistici sempre nuovi, l’illustrazione che raffigura il volto di Cavalieri continua a essere riproposta ed esplorata, adattandola in chiave moderna grazie ai riferimenti all'attualità e alla cultura pop. Alla prossima Milano Design Week, ad esempio, verranno presentati nuovi pezzi della collezione "Tema e Variazioni", che includeranno orologi e un set inedito di otto piatti.

La storia di Lina Cavalieri

Ma nonostante il viso di Cavalieri continui a essere riproposto in molte opere del celebre marchio di design, in pochi conoscono la sua storia. Eppure è «incredibile», precisa Barnaba Fornasetti. La cantante, di origine romane, fece il suo debutto sul palcoscenico del Teatro San Carlo di Napoli nel 1900, e in seguito interpretò le più famose protagoniste femminili della lirica. «Nel suo periodo di massimo splendore era considerata la "donna più bella del mondo" e – osannata per la sua pelle di porcellana e i suoi lineamenti che ricordavano quelli di una bambola – venne definita "la prova definitiva dell'esistenza di Venere sulla Terra" dal poeta e playboy Gabriele D'Annunzio», scrive WWD, definendola una «superstar» della Belle Époque. Cavalieri – che nacque a Roma il 25 dicembre 1875 – arrivò persino a ottenere il titolo di principessa, grazie al suo primo matrimonio con il nobile russo Alexander Vladimirovich Baryatinsky nel 1899. Tuttavia, rendendosi conto che la vita di corte non si conciliava con le sue ambizioni artistiche, decise di trasferirsi negli Stati Uniti, dove sposò l'artista americano Robert Winthrop Chanler. Quel matrimonio fu poi seguito dall’unione con l'attore e tenore francese Lucien Muratore e, successivamente, con il cantante lirico e pilota automobilistico Giuseppe Campari.

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L’elemento più interessante della figura di Lina Cavalieri, riflette l’autore Franco Di Tizio, che ha scritto due libri sulla sua vita, è proprio il suo straordinario percorso biografico. «È importante ricordare che è partita dal nulla ed è riuscita a farsi conoscere come la donna più affascinante del mondo, diventando la versione migliore di sé stessa». Nonostante la sua fama, la memoria di Lina Cavalieri in Italia è meno radicata rispetto all'estero. Le sue ultime discendenti, le nipoti Oretta e Sabrina Cavalieri, parlando con WWD confermano che la cantante è oggi più nota e ammirata negli Stati Uniti e in Francia che nel suo Paese d’origine. Lo stesso Barnaba Fornasetti ha ammesso che, paradossalmente, poche persone chiedono del volto che continua a caratterizzare molti dei piatti e degli oggetti della sua azienda.