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MasterChef compie vent'anni

Ecco perché il format non ci ha ancora stancato

MasterChef compie vent'anni Ecco perché il format non ci ha ancora stancato

I programmi televisivi tendono ad invecchiare, soprattutto se sono nati agli inizi degli anni 2000. Tra battute sgradevoli dei conduttori e ritmi lenti, rispetto ai contenuti social o delle piattaforme di streaming, gli show televisivi sembrano spesso rimanere indietro. In questo contesto, MasterChef è un'eccezione. Nonostante sia stato lanciato in Italia solo nel 2011, il programma è nato nel 2005 nel Regno Unito, dove sta per prendere il via la sua ventesima edizione. Ma cosa rende questo programma un classico senza tempo, capace di resistere alle critiche e alla woke culture, nonché alla crescente popolarità dei reel e dei TikTok? Dopo il successo della tredicesima edizione di MasterChef Italia e della vincitrice Eleonora Riso, la ricetta sembra semplice: prendi concorrenti e giudici dalle personalità incisive, aggiungi sfide difficili e un montaggio drammatico. Ma c'è di più. 

La prima puntata di MasterChef è andata in onda nel 1990 in Gran Bretagna. Inizialmente, il programma era molto più formale, con nove round di sfide in cui un gruppo di cuochi amatoriali doveva creare un pasto di tre portate in meno di due ore. I partecipanti potevano scegliere i piatti, ma avevano un budget limitato e potevano portare con sé solo una piccola quantità di utensili o ingredienti speciali. Le prime edizioni furono presentare da Loyd Grossman, accompagnato in ogni puntata da uno chef professionista selezionato dalla produzione per giudicare i piatti, mentre nel 2000 fu sostituito da Gary Rhodes. Il cuoco, reduce di MasterChef USA, aggiunse un tono più serio al programma, supportando i concorrenti durante la gara con consigli utili e ispirando altri format del genere come Hell’s Kitchen. Nonostante il successo dell'edizione di Rhodes, lo show fu cancellato e poi rilanciato nel 2005 con nuovi presentatori e sistemi di preparazione, assaggio e discussione più dinamici, trasformandosi così in uno dei programmi più seguiti della BBC. È arrivato in Italia nel 2011, guidato dai cuochi Bruno Barbieri, Carlo Cracco e Joe Bastianich (dalla giuria di MasterChef USA).

Dal suo revival nel 2005, MasterChef ha prodotto spin-off e ha subito cambiamenti, da Junior a Celebrity MasterChef, ma continua a dimostrare la sua resilienza sugli schermi. Ciò che sembra rendere il programma un titano della TV dagli ascolti record, con quasi due milioni di spettatori medi, il 72% di permanenza e una crescita delle interazioni sui social media del +62% anno dopo anno. L'esperienza coinvolgente e piena di tensione che si intensifica di puntata in puntata offre una panoramica completa sul mondo della cucina, sia dal punto di vista degli esperti, che valutano i piatti dei concorrenti e forniscono preziosi consigli, sia dal punto di vista dei cuochi amatoriali che ambiscono al titolo di Master Chef. Come in tutti i programmi culinari, guardando la trasmissione si possono imparare nuove tecniche e piatti, studiare tradizioni lontane e scoprire combinazioni inaspettate, ma la vera qualità del programma è il grande senso di suspense che pervade ogni scena. Lo show è strutturato in modo da "spalmare" rivelazioni shock con una cadenza ripetitiva, non solo riguardo alle eliminazioni, ma anche alla natura delle sfide stesse. Nonostante qualche leggero cambiamento per vivacizzarlo, il format di base rimane invariato, offrendo un velo di comfort in sottofondo alla tensione. Il programma abbraccia tutti i sapori, dalle amare sconfitte all'acidità di alcuni concorrenti, dai momenti comici che vogliono suscitare grasse risate a quelli più dolci, che commuovono.