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Capire il successo di "Past Lives"

Sebbene sia un'opera prima, il film è già candidato a due Oscar

Capire il successo di Past Lives Sebbene sia un'opera prima, il film è già candidato a due Oscar

A partire da metà febbraio arriverà nelle sale italiane Past Lives, opera prima della regista e sceneggiatrice sudcoreana Celine Song. Nonostante sia un film d’esordio, la pellicola si è fatta molto notare, vincendo diversi premi e ottenendo numerose candidature ai principali festival cinematografici internazionali, tra cui alla Berlinale, al Sundance, ai Golden Globe e agli Oscar, in cui è in corsa per il premio come Miglior film e Miglior sceneggiatura originale – due categorie molto rilevanti, dove è raro ritrovare un’opera prima. Lo stesso Christopher Nolan, che concorre agli Oscar con Oppenheimer, ha detto che Past Lives è tra i suoi film preferiti più recenti. La pellicola è anche ai primi posti nelle principali classifiche dei migliori film del 2023, tra cui quelle del Time, di IndieWire e del New York Times. Quest’ultimo scrive che il film «ti prende il cuore e non ti lascia più andare via», definendo il film «brillante e commovente» ed elogiando la recitazione degli interpreti principali. La pellicola racconta la storia di Nora e Hae Sung, amici d’infanzia profondamente legati costretti a separarsi quando la famiglia della prima, dalla Corea del Sud, decide di trasferirsi in Canada. Circa vent’anni dopo, i due si incontrano nuovamente a New York per qualche giorno, dove si confronteranno sul destino, l’amore che sarebbe potuto nascere fra loro e le scelte della vita. Il film ricostruisce parte del vissuto della stessa regista, ma non è saltato fuori dal nulla: è una pellicola piuttosto legata alla Corea del Sud, che per ragioni storiche, sociali, politiche e culturali presenta oggi una delle scene cinematografiche più vivaci al mondo. Dietro, poi, c'è A24, considerata tra le case di produzione l'equivalente di Supreme per la moda.

 

Celine Song e il cinema sud-coreano

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Se fino agli anni Novanta la cinematografia sudcoreana era in genere poco apprezzata e quasi del tutto sconosciuta, negli ultimi vent’anni ha saputo imporsi – prima dentro i confini nazionali, poi nel continente asiatico e infine a livello globale. Oggi la Corea del Sud – che presenta poco più di 50 milioni di abitanti e ha una superficie che è un terzo di quella italiana – è tra i principali mercati cinematografici mondiali. In questo ambito, il punto di svolta per il Paese è avvenuto nel 2020, con la vittoria agli Oscar di Parasite, il primo film non in inglese a ottenere il riconoscimento come “Miglior film”. Nel provare a spiegare le ragioni del successo del cinema sudcoreano, lo stesso regista Bong Joon-ho aveva detto: «Penso che la Corea stia producendo molti grandi artisti perché siamo persone emotivamente dinamiche». Anche Celine Song (seppure sia naturalizzata canadese e risieda da tempo negli Stati Uniti) è molto legata al cinema e più in generale alla cultura sud-coreana. Suo padre, Song Neung-han, è un regista che ha vissuto la cosiddetta “hallyu”, ovvero quella che è stata una sorta di nouvelle vague coreana – un movimento di rinascita economica e culturale che ha permesso al Paese di diventare uno degli epicentri della cultura pop a livello mondiale, non solo in ambito cinematografico. Celine Song, oltre a essere regista e sceneggiatrice, è una drammaturga: la sua prima opera teatrale, Endlings, che ha debuttato nel 2019, si rifà anch’essa alla cultura della Corea del Sud – racconta infatti la storia di tre donne anziane coreane e di uno scrittore coreano-canadese che vive a New York.

 

 

Il lavoro di A24 in Past Lives

 

A24, nonostante sia una casa di produzione di fatto indipendente, relativamente piccola e giovane, è diventata molto nota negli ultimi anni, grazie a una serie di prodotti cinematografici e televisivi azzeccati. Anche prima di Past Lives, la società aveva saputo selezionare e produrre opere originali e coraggiose, come The Lobster, Midsommar, Ex Machina o Lady Bird. Parte del suo successo è anche dovuto alle mirate e innovative strategie di marketing e di branding con cui A24 ha saputo vendere i suoi prodotti, così come sé stessa. La casa produzione oggi conta un catalogo di oltre 100 film, e in meno di cinque anni è stata capace di passare dall’essere una piccola realtà con pochissimi dipendenti a vincere, nel 2017, un Oscar nella categoria storicamente più importante degli Academy Awards, quella di “Miglior film”, grazie a Moonlight – una cosa che persino a Netflix non è ancora riuscita. A farci caso, la società oggi è così venerata che talvolta si parla dei “film di A24” – sebbene siano spesso molto diversi tra loro – allo stesso modo in cui ci si potrebbe riferire alle pellicole di un regista molto apprezzato e riconoscibile.