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La moda italiana ha bisogno dei migranti

Per il presidente di Sistema Moda Italia, è la soluzione giusta per risollevare l’industria tessile

La moda italiana ha bisogno dei migranti Per il presidente di Sistema Moda Italia, è la soluzione giusta per risollevare l’industria tessile

La crisi delle natalità che affligge l’Italia sta influendo gravemente su tutti i settori dell’industria di manifattura, e in particolare quella tessile. Al convegno “Future for Fashion” tenutosi a Palazzo Pitti, Sergio Tamborini, presidente di Sistema Moda Italia, ha lanciato un appello a favore della reindustrializzazione del meridione tramite l’industria leggera, con l’aiuto necessario degli stranieri. Secondo quanto spiegato da Tamborini, il Decreto Flussi, istituito dal governo nel 2001 per agevolare l’ingresso dei lavoratori non comunitari in Italia, offre tuttora supporto al settore agroalimentare e turistico, ma serve l’inclusione anche di quello tessile. Anche per il presidente di Confindustria Firenze e di Confindustria Toscana, Maurizio Bigazzi, la moda Made in Italy ha bisogno dei migranti. «La vera sfida, è vero, non sarà vendere prodotti ma capire chi sarà a produrli. Ne sanno qualcosa le nostre aziende, sempre a caccia di lavoratori specializzati. E quindi ci sarà bisogno davvero di riaprire le frontiere per far venire le persone di cui abbiamo bisogno.» 

Tamborini e Sistema Moda Italia stanno cercando di portare avanti un progetto di reshoring. «Puntiamo a un percorso a step che inizi a concretizzarsi dal 2024 in un arco temporale tra i tre e i cinque anni,» ha spiegato Tamborini, «Secondo le nostre stime, dal 2023 al 2027 avremo bisogno nel tessile di 75mila nuove assunzioni, di cui il 90% per il turnover delle risorse e il resto per l’espansione del business, che è prevista. Del totale, solo il 20% è personale non qualificato e, a nostro avviso, sempre un 20% potrà arrivare grazie all’immigrazione. Inoltre, se riusciremo a creare una rete forte di scuole straniere, questa percentuale potrebbe crescere. É naturale che più aumentiamo il reshoring, più il numero dei lavoratori necessari al Made in Italy debba salire.» La proposta di Sistema Moda Italia è ancora in fase di accettazione, ma il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha già promesso tre provvedimenti. Prima l’istituzione di una legge-quadro sul Made in Italy per promuovere la formazione di figure professionali nel settore, «una rivoluzione culturale per ridare valore al lavoro manuale e artigianale.» Poi, un disegno di legge per reindirizzare gli incentivi nazionali e regionali alle aziende, e infine una riforma fiscale, per finanziare le innovazioni necessarie alle industrie tessili italiane