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Quanto vale il festival di Sanremo?

Dall’ospitalità alla moda, passando, ovviamente, per la musica

Quanto vale il festival di Sanremo? Dall’ospitalità alla moda, passando, ovviamente, per la musica

Che il Festival di Sanremo non sia solo la mecca della musica italiana, ma anche un evento in grado di smuovere danari ingenti come nessun altro in Italia, è piuttosto chiaro. A confermarlo, le cifre record della 73esima edizione riportate dalla Repubblica: cinquanta milioni in pubblicità, tanto vale l’Ariston per la Rai. Una cifra in crescita rispetto alla precedente edizione (42 milioni) e che supera le più rosee aspettative sotto la guida di un direttore artistico, Amadeus, in grado di decretare il successo di Sanremo anche durante la Pandemia. Il Festival può dunque puntare a superare i 60 milioni di ricavi dello scorso anno con un margine di guadagno piuttosto ampio, considerando che alla Rai ne costa una ventina. «È il nostro Superbowl», riferisce uno dei main sponsor, mentre il sindaco Alberto Biancheri, che dalla Rai dovrebbe incassare cinque milioni d'affitto, racconta che: «Tutti i posti letto in provincia di Imperia sono esauriti, chi vuole venire si sta rivolgendo verso Nizza per trovare un alloggio». Dall’ospitalità alla moda, passando, ovviamente, per la musica: il giro d’affari attorno al Festival è un toccasana per le casse italiane. Si conta che oltre 40 mila ospiti arriveranno da qui a domenica, a cui vanno aggiunti circa tremila addetti ai lavori. La previsione è che gli alloggi porteranno ad un incasso di quasi nove milioni, più due milioni per il vitto e altrettanti per lo shopping. L'indotto totale stimato? 18 milioni

Anche perché, da qualche anno a questo parte, il Festival non si consuma solo nelle mura dell’Ariston, ma anche a Piazza Colombo, che quest’anno ospiterà concerti di Piero Pelù, Nek, Renga, Annalisa, La Rappresentante di Lista e Achille Lauro sul Suzuki Stage, mentre la Costa Crociere al largo della laguna, con oltre mille e cinquecento passeggeri a bordo, accoglierà le esibizioni di Salmo, Fedez, Gué e altri. Oltre alla Rai e alla città di Sanremo, il festival pare beneficiare anche l'industria discografica che, nonostante tutto, è in risalita. Secondo uno studio commissionato da Banca Ifis, le canzoni in gara incrementano il mercato del 2,5%. Ogni team di un cantante riceve 58 mila euro dalla Rai, ma sono molti di più quelli che le 14 case discografiche in gara (tre major e undici etichette indipendenti) investono.

Un ulteriore aspetto da considerare è come il Festival abbia contribuito a cambiare la percezione mainstream del celebrity styling, con un interesse crescente da parte dei media e del pubblico per una categoria, che, fino a qualche anno fa, era ad esclusivo appannaggio di Hollywood e degli addetti al settore. Un movimento di uffici stampa, management, stylist, ha reso l'immagine degli artisti un vero business e il lavoro di chi sta dietro le quinte viene riconosciuto, ma allo stesso tempo controllato. Sono lontani gli anni in cui il Festival era una noiosa rappresentazione di un'italianità borghese, senza colpi di scena, senza grandi picchi e senza, ovviamente l'interesse di un pubblico sotto i sessant'anni. E ora che Sanremo è davvero cool, gli introiti ne risentono positivamente.