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L'identità di K-Way nelle opere di Cyril Lancelin

Una piramide e delle linee per riscoprire il logo di K-Way

L'identità di K-Way nelle opere di Cyril Lancelin Una piramide e delle linee per riscoprire il logo di K-Way

Quello fra K-Way e l’artista Cyril Lancelin è un dialogo scaturito dalla comune predisposizione a guardare il mondo sotto una prospettiva creativa e, allo stesso tempo, perfettamente funzionale. «Mi piace l’idea di K-Way di approcciare al design come a una forma di enigma da risolvere nella maniera più originale possibile. Ricordo che da bambino giocavo con il mio K-Way e in particolare amavo la chiusura con la fibbia. Mi piace giocare con le cose e, quando disegno, cerco di girare intorno a tutto. Mi focalizzo sul processo creativo, non sul progetto in sé» ci ha raccontato Cyril, l’artista e architetto francese noto per aver siglato una poetica essenzialista della materia e degli spazi. 

La sua è una narrativa dell’ambiente che ribalta continuamente le forme basiche del design - quadrati, cerchi, triangoli, sfere o cilindri sono le forme tendenzialmente esplorate - per creare habitat sperimentali e dal grande impatto estetico. Da qui l’idea di costruire due concept design per ripercorrere l’heritage del brand che ha fatto del concetto di occasionalità il fulcro del suo testamento creativo, K-Way. «Mi piace che il pubblico faccia parte della scultura, è un dialogo. In un'opera d'arte immersiva, lo spettatore viene trasportato in luoghi diversi finendo con il perdersi e diventare nello stesso istante un punto di riferimento. Per K-Way, ho voluto progettare una piramide come un corridoio in cui l'altezza varia, dove lo spettatore guarda in ogni direzione e, a ogni passo in avanti, si trova in un luogo diverso mentre si avvicina al centro della struttura» ci ha rivelato l’artista francese. Blu, bianco e rosso i colori formati dagli angoli della K e della W alla base della piramide per disegnare una sorta del labirinto immersivo in cui poter esperire il logo del marchio K-Way. L’intreccio di moduli, concepito come il pattern di due pettini che si uniscono, simboleggia l’iconica cerniera lampo di K-Way ed è realizzato in tessuto gonfiabile, cult nell'immaginario estetico di Cyril contrassegnato da materiali riciclabili e leggeri. 

In un attimo, i confini tra realtà e immaginazione svaniscono lentamente. E arriviamo alla seconda opera:  «Volevo che la seconda scultura fosse ispirata al logo K-Way. La K e la W sono lettere con linee che formano triangoli, ma fanno di più convergendo su una molteplicità di prospettive a cui la mente dello spettatore va inevitabilmente incontro». Al centro di questa scultura c’è la volontà di provare a dare forma all’energia cinetica, giocando sulle intersezioni di ombre e luci che immergono l’osservatore in un’atmosfera surreale. È la reciprocità ad animare lo spirito di questa collaborazione fra K-Way e Cyril: «Ho scoperto K-Way come marchio quando ero bambino. Sono sempre stato affascinato dal logo K-Way, dalle sue linee e dai suoi colori. Nei miei lavori precedenti ho giocato molto con i tessuti e i colori, ma non avevo mai avuto a che fare con un immaginario estetico in cui l’idea di portabilità sia realmente trainante.

La famosa cerniera di K-Way mi ha sempre colpito, mi piace quando le forme si sovrappongono. Nella piramide, non a caso, si può notare come le forme si accavallino e i colori si mescolino». Logo, colori e immersione sono i capisaldi narrativi di questo nuovo capitolo scritto insieme da K-Way e Cyril. «Questo senso di continua tensione verso l’avanti e la capacità di dare vita a un concetto di classicità iconica è ciò che vorrei portarmi da questa collaborazione. Credo che il legame tra arte, design e moda sia tenuto in vita da un ponte in bilico fra esplorazione e il sentimento. Ma senza curiosità, non sarebbe possibile disegnare o progettare nulla. Ed è proprio quest’ultima a tenere ben salda la congiunzione fra me e K-Way» ha concluso Cyril.