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Born in the USA

Born in the USA

Esiste ancora il sogno americano?
Nonostante la crisi mondiale. Nonostante il mondo vada tutto da un’altra parte.
Direi di si.
Sogno che nato all’inizio del secolo scorso, ha avuto un rilancio di popolarità con l’elezione di Obama. Il presidente Barack Obama. Giovane, abbronzato (rubando le parole al nostro di presidente), e capace di renderlo nuovamente realtà: grazie a lui l’America è, infatti, tornata al centro del mondo. E non solo quello politico. Nella moda, che il nostro campo di osservazione privilegiato, gli Stati Uniti non sono mai stati così di tendenza.

Da Ralph Lauren a Tommy Hilfiger, suoi rappresentanti mirabili, quest’estate, si arriva in un momento ai modelli proposti da Dean e Dan Caten e Alexander Wang, tutti pronti ad esaltare un mood, fatto di camicie a quadroni, jeans arrotolati, magliette dell’Ivy League e stivaloni da texano.

Uno stile di vivere/abbigliarsi a stelle e strisce che si traduce in vestiti e accessori tipici della tradizione statunitense con un modo di fare e di proporsi americano, che rivela un look autentico, rilassato e sorridente, abbronzato quanto basta, sportivo al punto giusto.

A chi rimandano i completi sportivi rigorosamente bianchi e blu, le polo sapientemente indossate durante le partite da tennis in ricchissimi e snob club esclusivi, ad esempio, se non alla quintessenza di una cultura dedita alla famiglia e al tempo libero, alle gite in barca e alle coccarde rosse e blu, a Martha Stewart e ai fuochi d’artificio il quattro Luglio?

Una specie di "La vita secondo Jim" che si incrocia e mescola con Gossip Girl, unendo gli abiti firmati alle t-shirt da Rugby, gli hamburger e le divise da cheerleader a quelle delle ragazze bene che a Manhattan, frequentano le prestigiose scuole private.

Si tratta, in realtà, più di un sapore e di un’atmosfera, di un’allure impalpabile, che ci coglie, e giocando con il filo sottile delle associazioni libere, ci porta a pensare alle grigliate fatte nel retro di casa o ai cupcakes, che qui sono impossibili da trovare.

Atmosfera, ancora, che nell’armadio si declina in gonnelline e stivaloni da cowboy, in pulloverini da ragazza pom pom e completini da weekend agli Hamptons. Nessuno è escluso, i preppy si uniscono ai farmer, i lavoratori di Wallstreet ai contadini dell’Alabama, l’East Coast si mixa con la West, tutti insieme a cantare, “The Star-Spangled Banner”, a squarciagola.

Per volare via e vivere questa avventura-realtà chiamata “America” dunque, non ci serve necessariamente un biglietto aereo o un passaporto, ma una maglia a strisce e dei bermuda bianchi, che si possono trovare anche sotto casa.

A questo punto non resta che andare: ready???