
Come ha fatto “Heated Rivalry” a diventare lo show più caldo dell’anno In tutti i sensi
Nell’ultimo anno, molte serie di un certo successo si sono chieste: “Cosa succederebbe se un personaggio gay si ritrovasse nel mezzo di un campo dominato dagli etero?” E così abbiamo avuto serie come Olympo e Boots, dove i personaggi gay in questione si ritrovavano nel mondo del rugby e in quello dell’esercito americano, che però erano soltanto il prodromo alla vera bomba del genere “queer sports romance” che sta conquistando Internet da tre settimane a questa parte: Heated Rivalry.
La serie dovrebbe teoricamente disponibile in Italia attraverso Prime Video, sottolineiamo il “teoricamente” perché non è chiaro quando atterrerà nel nostro paese. Ovviamente, data la vastità di Internet, chiunque cercasse modi di vederla, saprà come trovarli. Ad ogni modo, la serie è già un fenomeno: la serie possiede un engagement score aggregato (calcolato sommando like, retweet e risposte e dividendo il totale per le impressions, poi moltiplicando per cento) è del 53.4% al momento della terza puntata, facendone la quarta serie tv più popolare al mondo su Internet; il romanzo originale è andato sold-out nell’intero continente americano; i meme sono ovunque. Ma come ha fatto una serie canadese a basso budget a conquistare l'attenzione di mezzo mondo?
Di cosa parla Heated Rivalry?
La serie tv è ambientata in Canada e basata sui romanzi della serie Game Changers di Rachel Reid. I romanzi sono nove e ciascuno ha una storia e protagonisti diversi, tutti accomunati dal tema dell’hockey sul ghiaccio. Gli unici due personaggi presenti in più di un singolo libro sono Shane Hollander e Ilya Rozanov, che sono anche i protagonisti dell’adattamento TV, nella cui trama verranno accorpati elementi ripresi dal resto della serie. La trama del primo romanzo Game Changer, ad esempio, è presente nel terzo episodio e “innestata” sulla vicenda principale.
Nella serie, Shane Hollander e Ilya Rozanov sono due giocatori professionisti di hockey la cui complessa vicenda sentimentale inizia nel 2008 e si dipana per il decennio successivo, diventando un’effettiva storia d’amore. Diciamolo subito: la sceneggiatura dello show è abbastanza matura e trasforma in dramma erotico-romantico serio la letteratura rosa un po’ spicciola dei romanzi, ma il punto d’attrazione dello show è il sesso. Anche gli ammiratori della serie, in effetti, la definiscono affettuosamente uno yaoi, anche se va comunque riconosciuto che lo show descrive benissimo molti momenti dell’esperienza queer spesso poco raccontati per ragioni spesso moralistiche.
Vale la pena di vederlo o è solo una serie sexy?
the first three episodes of heated rivalry being described “ the most accurate portrayal of gay sex they’ve ever seen on TV” pic.twitter.com/byFtlfBMmj
— vee (@rozanuv) November 19, 2025
Il sesso nella serie è tanto (la media attuale è di due-tre scene a puntata), è esplicito e soprattutto è davvero molto realistico. E in effetti il fatto che la trama sia completamente concentrata sulla coppia principale, senza tergiversare quasi affatto nei soliti drammi familiari, è sia un difetto che un pregio: un difetto perché la storia riguarda “solo” loro e i loro focosi incontri attraverso gli anni, quasi eliminando il contesto più ampio della storia; un pregio perché nell’epoca delle produzioni di Netflix piene di filler e trame secondarie poco interessanti, il creatore dello show Jacob Tierney ha precisamente chiaro cos’è che il pubblico è interessato a vedere.
Rimane comunque chiaro che, anche assumendo un tono più serio e realistico per la televisione, la serie rappresenta una fantasia escapistica che rappresenta in modo abbastanza onesto il diverso ruolo che il sesso gioca nelle dinamiche relazionali gay, senza provare ad alleggerirlo per non scioccare l'audience eterosessuale. E anche se lo fosse, però, è sicuramente molto notevole vedere una storia d’amore queer uscire dal mondo adolescenziale in cui queste storie sono ambientate (pensate a Sex Education, Red, White & Royal Blue o Heartstopper, i cui personaggi sono tutti praticamente liceali) per vedere invece queste dinamiche in un mondo più adulto, con i suoi problemi ma anche senza retoriche inutili.
Chi considera la serie una specie di porno soft però è forse in errore dato che, in primo luogo, ciò che si vede nello show è una rappresentazione molto esplicita di una passione romantica che non prende in prestito assolutamente nulla dal ben più crudo mondo del porno; e in secondo luogo perché questi momenti sono solo l'esplosione di una tensione sentimentale e sessuale che viene espressa attraverso la regia e le sottigliezze della recitazione (è già famosa la clip della bottiglietta d'acqua) che è il vero nucleo di attrazione dello show e della storia.
Una questione di rilevanza culturale
@isthattomhearn4real This isn’t your father’s hockey game… #fyp #hockey #heatedrivalry #comedy original sound - Tom Hearn!
Potrà forse sembrare sciocco, ma al di là dell’ottimo marketing, molto “organico” (con foto dei dietro-le-quinte e visite degli attori protagonisti nei gay bar per incontrare i fan) Heated Rivalry è arrivata sugli schermi e soprattutto sui social in un momento in cui la comunità queer online ha rivolto la propria attenzione collettiva al mondo dello sport e a una nuova generazione di atleti sempre più "vicini" a essere influencer e modelli i quali, a differenza dei propri colleghi del passato, fanno parecchio “fanservice” per quella porzione di audience online più attratta da loro che dalle loro performance sul campo.
Il fenomeno interessa specialmente la Formula 1, in realtà. Ieri una clip di Lando Norris che, nel festeggiare una vittoria, passa la mano tra i capelli di un collega è diventata virale, così come un’altra clip in cui il calciatore tedesco Nick Woltemade spiega un po’ imbarazzato il motivo per cui un suo amico è venuto a vivere con lui a Newcastle dalla Germania. Figure come Andrea Kimi Antonelli, Ollie Bearman o il calciatore svedese Lucas Bergvall hanno intere pagine di fan online che poco o nulla riguardano la loro attività sportiva. E non serve nemmeno citare i video nello spogliatoio della squadra spagnola di rugby diventati virali su TikTok.
Il successo di Heated Rivalry dunque risiede sicuramente in questo tipo di sessualizzazione dei protagonisti del mondo sportivo che si potrebbe a sua volta ascrivere nel più ampio fenomeno culturale di esplicitazione dei tanti momenti della vita sessuale queer che, tramite pagine meme dedicate, articoli di magazine che spiegano cosa sia il cruising o il chemsex e una ridiscussione generale della hook-up culture viene discussa e commentata sempre più apertamente. Per tutto il resto, come dicono anche i tatuaggi che i due attori protagonisti si sono fatti sulle gambe, “Sex sells”.
Takeaways
- Negli ultimi tempi il genere “queer sports romance” è esploso grazie a Heated Rivalry, una serie canadese low-budget tratta dai romanzi di Rachel Reid che racconta la relazione erotica e sentimentale tra due giocatori professionisti di hockey, Shane Hollander e Ilya Rozanov.
- La serie, caratterizzata da scene di sesso numerose, esplicite e molto realistiche, è diventata in poche settimane un fenomeno virale globale, con un engagement record e il romanzo originale sold-out in tutto il continente americano.
- Pur essendo una fantasia escapistica incentrata quasi esclusivamente sulla coppia protagonista, Heated Rivalry si distingue per la maturità con cui tratta la sessualità gay adulta, lontana dalle ambientazioni adolescenziali tipiche del genere.
- Il suo successo è amplificato dal momento culturale in cui arriva: la comunità queer online sta sessualizzando sempre più gli atleti reali (soprattutto in Formula 1 e calcio), rendendo la serie il perfetto specchio di questa nuova tendenza.










































