FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

I ricchi non comprano più vestiti, ma ancora gioielli La crisi del lusso sembra non aver colpito Richemont

Il 2025 non è stato un anno proficuo per il settore del lusso. L’analisi dei primi tre trimestri ha reso evidente la crisi del mondo della moda, in particolare dei grandi nomi come Kering e LVMH. E se a fine settembre le vendite sembravano essersi stabilizzate, non vuol dire che il tracollo stia giungendo al termine - semplicemente, si è creato un equilibrio precario. Un nome tra tutti, però, è riuscito a distanziarsi dalla grande crisi e a oggi risulta in una fase di grande crescita. Richemont non sta sopravvivendo alla crisi del lusso, ne sta facendo il suo periodo d’oro.

L'orologeria ha salvato le vendite

Nonostante i dazi statunitensi, le tensioni geopolitiche e l’aumento del prezzo dell’oro, Richemont è riuscito a registrare un aumento organico delle vendite del 14% nel terzo trimestre di quest’anno - esattamente il doppio di ciò che avevano previsto gli analisti del settore - trainate dalle forti performance della divisione gioielleria. Il settore ha visto grandi crescite a livello globale, a partire dalle vendite in America, che sono aumentate del 20%, in Europa dell’11% e, per finire, in Medio Oriente e Africa del 22%.

Durante una telefonata con i media riportata online da Vogue Business, lo stesso Nicolas Bos, CEO della holding svizzera, ha affermato: «Osserviamo alti e bassi legati all’evoluzione dell’economia, ma ciò che vediamo ormai da decenni, è che l’attrattiva di pezzi eccezionali in gioielleria, orologeria e accessori rimane piuttosto costante». Non c’è da stupirsi, quindi, se Richemont è riuscita a superare con successo la crisi: l’identità del gruppo è radicata prevalentemente nell’alta orologeria, vedendo sotto il suo nome maison come Cartier, Van Cleef e Montblanc.

You Only Need One 

Nonostante gli evidenti segnali di crescita della holding svizzera, il motivo di questo cambio di rotta, rispetto ai grandi gruppi del lusso, rimane ancora oggi senza una risposta analitica. Bos ha però osservato un cambiamento nella mentalità dei suoi acquirenti, che sono passati dal pensiero YOLO, «you only live once», che si è sempre riferito a un’idea di gratificazione istantanea, alla nuova YONO, «you only need one»

Questo nuovo modo di pensare si concentra sull’idea della qualità, più che della quantità, con particolare attenzione al valore duraturo dei prodotti. La crisi del lusso potrebbe quindi trovare uno dei motivi scatenanti in questo nuovo consumismo, che inevitabilmente spinge la clientela a stare più attenta agli investimenti nel settore dell’abbigliamento. L’unico campo che risponde perfettamente agli standard introdotti dalla YONO è proprio la gioielleria. La qualità e il valore a lungo termine delle collezioni Richemont sono stati il «motore dietro il successo negli ultimi anni», come ha affermato Bos nell'intervista.

Richemont fatica ancora a convincere l'Asia

Mentre tutto il mondo è affascinato dai prodotti sotto il nome Richemont, il continente asiatico mantiene una certa distanza nei confronti del gruppo. Nonostante il 10% di crescita delle vendite nell’area pacifica, trainato dalle maison di gioielleria, il presidente della holding, Johann Rupert, ha dichiarato che ci sono segnali iniziali di miglioramento della domanda in Cina, ma preferisce rimanere cauto. Il trend, che per oltre 18 mesi è stato negativo, oggi è cambiato, ma non significa che la piena ripresa del mercato in Asia sia vicina. 

La sfida oggi sta nel conquistare una clientela sempre più selettiva nei confronti dei prodotti di lusso. Richemont vede in questo nuovo punto di vista un’ulteriore possibilità di crescita, e non può che essere soddisfatta dei risultati già raggiunti nel continente asiatico. I «favolosi prodotti» - come li descrive il CEO Nicolas Bos - sono un buon punto di partenza per proseguire verso l’affermazione mondiale del gruppo, ma l’aspetto su cui bisogna puntare per mantenere un bilancio equilibrato per adesso sembra essere una forte governance