Vedi tutti

Tiffany & Co. aprirà in Galleria Corso Vittorio Emanuele II

3,6 milioni l'anno per un affitto nell'ottagono del lusso milanese

Tiffany & Co. aprirà in Galleria Corso Vittorio Emanuele II  3,6 milioni l'anno per un affitto nell'ottagono del lusso milanese

Gli affitti delle vie del lusso italiane sono tra i più costosi al mondo, superati solo da quelli sulla Fifth Avenue newyorchese, ma Milano è imbattibile. Tiffany & Co., gioielleria americana di proprietà del gruppo francese LVMH, si sta preparando a sostituire Swarovski in una delle boutique di Galleria Corso Vittorio Emanuele II. L'affitto, a 3,6 milioni di euro l'anno, varrebbe oltre sette volte la base d'asta fissata dal Comune di Milano per il bando, concorso anche da altri grandi brand come Valentino, Prada, Jil Sander, Montblanc, Swatch, Samsonite, Tory Burch, Damiani e ancora Swarovski, il cui contratto era scaduto il 24 gennaio. Lunedì pomeriggio Tiffany ha condiviso la notizia del suo nuovo arrivo nell'ottagono del lusso in una location di ben 174 metri quadrati, mentre l'ammontare dell'affitto è stato comunicato in seguito dalla giunta del Comune. Dopo le aperture del flagship store in Via Montenapoleone (lo spazio più costoso in Europa per gli affitti delle maison di lusso) e questa nuova avventura in Galleria Corso Vittorio Emanuele II, il brand si prepara ad un posizionamento ancora più strategico nel cuore della capitale della moda italiana. 

Il bando per l'affitto in Galleria Corso Vittorio Emanuele II vinto da Tiffany & Co. ha registrato una concorrenza record nella storia del Comune milanese, che ha dichiarato di aver assistito a ben ventisette rilanci da parte del più grande numero di partecipanti di sempre. Con la strabiliante offerta del brand di gioielleria di lusso, adesso il canone di concessione per una boutique in Galleria arriva a superare i 20mila euro al metro quadrato. È dal 2019 che Palazzo Marino si occupa di lanciare bandi per l'affitto degli spazi affacciati sull'ottagono e delle prime vetrine delle vie adiacenti attraverso il meccanismo "dell'incanto", una pratica che permette alle maison di occupare zone strategiche e prestigiose per tempi brevi in modo da alternarsi. Prima di Tiffany, a vincere altri bandi del meccanismo dell'incanto di Palazzo Marino sono stati Giorgio ArmaniFendiDiorLoro Piana e Santoni.