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Tra caos e polemiche, come è andato lo show di Yeezy a Parigi

"Bernard Arnault is my new Drake"

Tra caos e polemiche, come è andato lo show di Yeezy a Parigi Bernard Arnault is my new Drake
Fotografo
Aymane Alhamid

Caotico, disorganizzato e in ritardo. A leggere i commenti dei presenti sono questi i termini che descrivono al meglio lo show di YZYSZN9 andato in scena ieri a Parigi fuori dal calendario della Fashion Week in una location top-secret davanti a una platea - qualcuno dice di 50 altri 75 invitati - che poteva vantare nomi del calibro di Demna, Cedric Charbit, Anna Wintour e John Galliano. Il resto dei nomi, da Naomi Campbell a James Blake, hanno invece sfilato in passerella - una lunga rampa circolare che percorreva tutto l’edificio - con dei look che in molte occasioni li rendevano decisamente difficili da riconoscere. Michelle Lamy era ben visibile nel suo enorme puffer progettato da Dingyun Zhang, mentre Matthew M. Williams era decisamente più difficile da individuare, complice soprattutto un’inedita testa rasata.

Ma tolto il cast che ha percorso la passerella, la collezione presentata da West in collaborazione con Shayne Oliver - creatore di Hood By Air - è stata pensata per non avere zip o bottoni. «Immagina Carhartt o un normale bomber e rendili indossabili come una t-shirt» ha detto Kanye West ad i-D al termine dello show, dove, oltre alle già citate puffer jacket, sono comparsi un paio di boots 3D printer da Zellerfeld, già dietro l’ultima sneaker di Heron Preston e che in passato Kanye avrebbe provato ad acquistare, lontano parente dei Crocs Boots Balenciaga tanto cari a West. Nell’energia caotica che avvolgeva l’intero show, scandito prima dal coro della Donda Academy e dopo da una traccia unreleased di Kanye West e JamesBlake, l’idea di moda, di collezione, è sembrata quasi secondaria, scavalcata dal peso del suo creatore di attirare ancora una volta l’attenzione generale in un momento di innalzamento dell’ego. Difficile dire se la collezione vedrà mai la luce - West ha dichiarato a Vogue di aver acquistato una quarta fabbrica negli Stati Uniti ma al momento non sembrano esserci piani per una produzione di massa, motivo per cui l’intera operazione pensata da Kanye somiglia più a un nuovo tentativo di mettersi sotto la luce dei riflettori a due anni di distanza dall’ultimo show Yeezy andato in scena proprio a Parigi, anche in quel caso senza che la collezione vedesse mai la luce del sole.

Ma nel bene o nel male, Kanye West rimane un nome sempre capace di far parlare di sé. In questo caso soprattutto per la maglia indossata durante lo show, che alternava una stampa di Giovanni Paolo II in stile Giubileo di Roma e con un messaggio decisamente discutibile sul retro che non ha mancato di generare polemiche (sacrosante), e per il look di alcuni dei modelli e delle modelle sfilate in passerella, dove una calotta di silicone usata per rendere le teste calve li faceva somigliare a Keanu Reeves in The Matrix, riportando in auge il tema degli alieni tanto caro a West. Difficile dire se i design post-apocalittici visti ieri diventeranno mai dei veri capi d’abbigliamento o se rimarranno l’ennesimo progetto incompiuto di Kanye West, idealmente ad un bivio nel tentativo di dimostrare al suo pubblico - quello ancora rimasto a seguirlo - e a se stesso cosa vuole diventare da grande. In un momento in cui la musica sembra non essere più la sua passione, in cui le sneaker sembrano sorpassate e in cui anche l’accordo con Gap ha avuto vita breve, Kanye West deve capire quale dovrà essere il suo futuro e quello delle sue creazioni.