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Ermengildo Zegna cambia logo dopo 111 anni

Poco prima della quotazione in borsa che svolterà storia del brand

Ermengildo Zegna cambia logo dopo 111 anni Poco prima della quotazione in borsa che svolterà storia del brand

Ermenegildo Zegna ha annunciato uno storico rebranding a poche settimane dalla sua prima quotazione in borsa. Il nome del fondatore scomparirà e rimarrà soltanto il cognome mentre il logo sarà aggiornato con un font moderno con lettere maiuscole sovrastato da una banda arancione e nera. L’ispirazione del nuovo logo è la SP 323, nota anche come Strada Provinciale 232 Panoramica Zegna, fatta costruire proprio dal patriarca Ermenegildo nel 1938 tra le montagne della regione di Trivero, riforestando con mezzo milione di conifere le pendici dei monti e dando vita alla riserva naturale oggi nota come Oasi Zegna – che è stata anche la location dello show SS21 del brand. La strada Panoramica Zegna, che vista da lontano ha anche una forma che ricorda la lettera Z, diventa dunque sia simbolo dell’impegno etico che è stato alla base della filosofia imprenditoriale della famiglia fondatrice, giunta oggi alla terza generazione con Gildo Zegna, sia il simbolo del brand, costituendo dunque una continuità e non una rottura con il passato. Il nuovo logo e il nuovo trademark arancio e nero, ispirato al prezioso tessuto vicuña, saranno presentati ufficialmente con una nuova collezione che sarà presentata venerdì 3 dicembre.

Questa svolta arriva, come si diceva, poco prima di una storica quotazione in borsa che, secondo WWD, si attesta intorno a una capitalizzazione di mercato pari a circa 2,5 miliardi di dollari. La nuova quotazione, insieme alla sinergia con il fondo d’investimenti Investindustrial, consentirà a Zegna di accrescere la propria espansione globale e acquisire nuove manifatture rafforzando la propria filiera produttiva. La famiglia Zegna manterrà saldo il proprio controllo sull’azienda con una quota di maggioranza del 62%, Investindustrial avrà un 11% e il restante 27% rimarrà invece aperto agli investitori, portando l’inital enterprise value a circa 3,2 miliardi di dollari. L’annuncio della quotazione in borsa e del rebranding coronano un anno in cui il brand ha visto un rapidissimo recupero dall’impatto economico del lockdown: nei primi sei mesi del 2021 la revenue del brand era già risalita del 49,9% con un aumento delle vendite del 36,1% per una cifra che si aggirava intorno ai 465,9 milioni di dollari. Una crescita alimentata dalle vendite direct-to-consumer negli USA, negli Emirati Arabi e in Cina oltre che dall’apertura di sette nuove boutique in Europa, Medio Oriente e Africa.

In questo mese di dicembre, dunque, si dovrebbe vedere il coronamento definitivo di una nuova fase della vita del brand, che ha assunto un ruolo di crescente protagonismo nel panorama della moda internazionale avviando sia collaborazioni di successo come quella con Fear of God presentata l’anno scorso ma anche progetti imprenditoriali legati al Made in Italy come l’acquisizione, insieme con il Gruppo Prada, della storica manifattura Filati Biagioli Modesto che, come fanno presupporre le parole pronunciate da Gildo Zegna lo scorso luglio circa il rafforzamento strategico della supply chain, non sarà l’unica che il Gruppo Zegna porterà a segno in futuro. Tutto questo, poi, a ridosso della prossima Milan Fashion Week di gennaio, che rappresenterà di certo una nuova occasione di consolidare lo shift estetico del brand portato avanti sin dal “secondo avvento” di Alessandro Sartori alla direzione artistica del brand nel giugno del 2016.