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Come i content curator stanno cambiando la moda su Instagram: intervista a @undercoverosh

Da moodboard a termometro del fashion system, cambiando la moda un post alla volta

Come i content curator stanno cambiando la moda su Instagram: intervista a @undercoverosh  Da moodboard a termometro del fashion system, cambiando la moda un post alla volta

Nonostante possa suonare come una parola di fantasia, negli ultimi anni il termine curatela ha assunto un ruolo di rilievo in quell'angolo di mondo che collega la moda e i social. Decine di pagine hanno iniziato ad utilizzare quell'approccio fatto di ricerca e contenuti per creare vere e proprie community basate sulle passioni in comune, dando vita a quel senso estetico a tratti perverso che può regalare milioni di like ad una foto di una giacca di Issey Miyake gettata su un pavimento sconosciuto in una location non meglio identificata. È la curatela, ma soprattutto è il content curator, una figura a tratti enigmatica che con l'avanzata dei social e il ruolo sempre più da moodboard intrapreso da Instagram hanno iniziato ad assumere un valore sempre maggiore. Il nome Samutaro è diventato un punto fermo nella fashion community, mentre realtà come High Fashion Talk e Throwing Fits si sono tradotte in magazine cartacei e podcast.

Tra tutte queste ce n'è stata però una in grado di massimizzare il ruolo del content curator, spaziando dalla moda all'architettura, per arrivare alle auto e alle frasi motivazionali. L'ultimo passo di Undercover Osh è stato però il lancio di un brand di moda, piccoli drop in grado di riportare in vita l'hype culture per le quantità limitate e i coundown prima dei sold-out. Il prossimo passo, probabilmente, sarà cambiare ancora una volta la moda a colpi di post. nss magazine ha raggiunto Osh per parlare della genesi dei suoi account, delle sue ambizioni nella moda e del futuro dei content curator.

Come descriveresti il tuo lavoro e come è iniziata la tua esperienza su Instagram?

Se devo essere sincero non saprei come descrivere il mio lavoro. Alla base c'è la mia passione per la condivisione di contenuti e per la vogla di entrare in contatto con le persone in giro per il mondo. Che si tratti di architettura, auto, moda o sport, mi piace l'idea di poter educare e condividere contenuti che trovo interessanti. Prima di Undercover Osh e di tutte le sue sotto pagine ero un reseller di brand giapponesi (Bape, N(N), Undercover). In quel modo sono riuscito a crearmi un buon numero di follower sulla mia pagina riuscendo anche a conoscere delle persone straordinarie nel tempo. Alla fine qualche anno fa ho perso la mia passione per il resell e ho deciso di iniziare a condividere contenuti. Non mi sarei mai aspettato una crescita del genere, ma sono davvero grato per tutte le persone che mi seguono. Sono incredibili, vederle nei commenti mentre si incoraggiano tra di loro è splendido. 

Pensi che i curator possano avere un ruolo di rilievo nella moda?

Penso che già adesso occupino un ruolo importante nella fashion industry, forse più di quello che si possa pensare. Molte di queste archive page hanno un audience che può andare dagli atleti professionisti agli stilisti, passando per designer e celebrities. Quando pagine del genere postano qualcosa che considerano cool, questa viene vista, ripresa, repostata e spesso acquistata da influencer con un audience enorme. Quando item o accessori di questo tipo vengono fotografati addosso a persone con un grande following, la loro popolarità aumenta e così la loro richiesta. È quello che è successo con le Stussy Dunk qualche anno fa. Inoltre, molti fashion designer seguono queste pagine e le usano come possibili ispirazioni. 

Recentemente hai lanciato il tuo brand, hai sempre pensato di usare il tuo peso sui social per creare un brand di moda?

Nonostante le mie pagine parlino di diversi argomenti, la moda è sempre stata la mia passione. Ricordo quando andavo nei thrift store con il mio migliore amico per cercare dei denim con la vita giusta per poi tornare a casa e modificarli con la macchina da cucire che mi aveva comprato mio nonno per avere un look come Hedi Slimane. Oppure cercavamo delle sweatshirt per tagliare le maniche ed avere un fit simile alla collabo APC x Kanye. Per me creare un mio brand è stato un passo naturale ma non è qualcosa che avevo pianificato. In tutta onestà, la mia intenzione per il brand è di continuare a renderlo qualcosa di piccolo, come un passion project. Amo l'idea della sostenibilità nella moda, per questo voglio che tutti i miei item abbiano una produzione e un packaging sostenibile. Così come mi piace condividere contenuti, mi piace anche condividere i miei vestiti. 

Dove pensi possa arrivare il ruolo dei content curator nei prossimi anni?

Penso che prossimamente vedremo qualcosa di grosso. Nello specifico penso che alcuni di loro ormai siano nella posizione di poter lanciare dei brand di successo e, se fatto nel modo giusto, potrebbero avere tutti i mezzi per farlo funzionare. Un buon esempio è quello di JJJJound, un brand che è nato dal lavoro di content curator fatto sul suo sito nel 2008. Adesso ha un seguito enorme e sta facendo grandi cose! Inoltre non sarei sorpreso di vedere queste pagine creare magazine, canali Youtube e podcast. È difficile dire cosa succederà nel futuro con questo tipo di pagine, ma sono curioso di vedere cosa verrà fuori.