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Vision Street Wear ha accusato New Balance di plagio

La contesa riguarda la sua collaborazione con Jaden Smith

Vision Street Wear ha accusato New Balance di plagio La contesa riguarda la sua collaborazione con Jaden Smith

La collaborazione fra New Balance e Jaden Smith, risultata nella sneaker Vision Racer uscita quest’estate, è stata accusata di infrazione del trademark dal brand Vision Street Wear e dal gruppo ABG Collective, proprietario anche di Brooks Brothers e Juicy Couture. Secondo l’accusa, New Balance si sarebbe appropriata del trademark “Vision”, registrato da ABG nel 2014, per il marketing della sneaker. Sempre secondo l’accusa New Balance avrebbe «fabbricato, pubblicizzato, commercializzato, distribuito, offerto in saldo e venduto calzature che recavano imitazioni identiche e confusamente simili ai trademark di Vision». Con l’aggravante del fatto che i prodotti dei due brand vengono spesso venduti tramite i medesimi canali – rendendoli quindi «ingannevoli» secondo la causa intentata dal ABG Collective che arriva ad accusare New Balance di vera e propria contraffazione. Per questo ABG Collective chiede due milioni di dollari in risarcimenti. 

L’accusa di ABG Collective, seppur valida da un punto di vista legale, ha del pretestuoso. Quello di New Balance rimane un faux pas un po’ goffo, sì, ma l’accusa si spinge ad affermare che il brand di Boston avrebbe intenzionalmente plagiato i trademark di Vision Street Wear per ingannare i consumatori. Ma è proprio questa intenzionalità il problema. La Vision Racer di New Balance x Jaden Smith non ha certo bisogno di fuorviare i clienti di Vision Street Wear per ottenere popolarità, considerata la fama che circonda sia il brand di Boston che Smith, né di contraffare alcunché. Al massimo si può parlare di un danno d’immagine subito da Vision Street Wear, brand nato già nel 1976, della cui parola-trademark la collaborazione ha fatto uso. 

L’uso della parola da parte di New Balance, però, mette il brand dalla parte del torto – ed è probabilmente questo che l’accusa vorrà sfruttare per ottenere la massima compensazione possibile. Se il trademark della parola “vision” era registrato da anni, chiunque abbia approvato il design e la produzione della scarpa avrebbe dovuto saperlo prima. L’outcome più probabile è quello di un patteggiamento, che eviterà alla causa di protrarsi più del dovuto e metterà la questione a tacere.