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Come GORE-TEX ha rivoluzionato il mondo del techwear

Da Salt Lake City alla cima del K-2

Come GORE-TEX ha rivoluzionato il mondo del techwear Da Salt Lake City alla cima del K-2
Bruce McCandless II durante la missione STS-41-B (1984)
Robert L. Gore
Jim Whittaker durante la scalata del K-2 (1978)

La scorsa settimana è morto, a 83 anni, Robert W. Gore, l’inventore del tessuto GORE-TEX e CEO di W.L. Gore & Associates. La sua è una carriera che è durata 57 anni durante i quali la sua azienda di famiglia è diventata un business miliardario e la sua invenzione, il GORE-TEX, il padre di tutti i tessuti tecnici. Ed è strano pensare che questa invenzione sia stata del tutto casuale: in una notte del 1969, Robert Gore stava conducendo esperimenti su dei tubi di politetrafluoroetilene espanso, o PTFE – prodotti dall’azienda del padre come cavi per comunicazioni e computer. Dopo aver tentato senza successo di estendere i cavi con delicatezza, Gore tirò con violenza il materiale, che si espanse all'improvviso dell’800% - il polimero poteva diventare una struttura microporosa composta essenzialmente da aria. L’anno successivo il PTFE espanso venne brevettato e, dopo qualche anno di sperimentazione, Gore introdusse sul mercato il GORE-TEX, il primo tessuto traspirante, impermeabile e antivento.

Robert L. Gore
Bruce McCandless II durante la missione STS-41-B (1984)
Jim Whittaker durante la scalata del K-2 (1978)

Già alla fine degli anni ’70 era stata introdotta la termosaldatura che sigillava ermeticamente i pezzi di tessuto e Gore era in grado di applicare il suo laminato GORE-TEX su tessuti pre-esistenti per creare stoffe dalle performance elevatissime. Nel 1978, lo scalatore Jim Whittaker indossò un giaccone in GORE-TEX per la prima scalata del K-2 condotta da un team americano. Nei primi anni '80, gli astronauti NASA degli shuttle Columbia e Challenger indossavano tute in fibra GORE-TEX. Più la ricerca sul materiale avanzava, più applicazioni si riuscivano a trovare. L’ossessione di Gore per la performance del materiale non solo creò un nuovo standard nel creare e nel testare i tessuti tecnici, ma portò anche al celebre sloganGuaranteed to keep you dry” e alla politica dell’azienda di estendere una garanzia a vita non solo per i propri prodotti ma anche per tutti i prodotti di altre aziende che impiegano il materiale e recano scritto lo slogan.

Il GORE-TEX è stato rivoluzionario per la sua versatilità. È stato infatti il primo materiale puramente tecnico a trascendere i confini del suo settore: prima della sua invenzione, era inaudito che il tessuto delle tute spaziali fosse lo stesso di quello di una puffer jacket o della suola di un paio di wallabees. Se brand come Patagonia, The North Face, Nike ACG e Arc’teryx impiegano il GORE-TEX da anni, i  primi brand di moda a pensare a un crossover fra il GORE-TEX e il fashion design furono giapponesi: visvim, Nanamica, White Mountaineering, Mastermind Japan  e ACRONYM. Quando l’estetica techwear iniziò a espandersi cavalcando il trend dello streetwear anche Palace, Stussy e Supreme iniziarono a integrare il materiale nei propri prodotti. Ma anche brand di luxury fashion, su tutti Prada, che ha usato e usa ancora il materiale per i suoi capi tecnici, e Off-White™, specialmente nella sua collezione FW18. La sua capacità di unificare il mercato, di porsi come brand trasversale e attentissimo alla propria identità, lo ha reso il precursore inconsapevole dell’idea stessa di luxury streetwear che avrebbe portato in futuro sneaker e capi tecnici sulle passerelle delle sfilate, sfidando la vecchia definizione del lusso e proponendone una visione del tutto nuova.