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L'influenza di Martin Margiela sulla collezione FW17-18 di Gucci

La moda nella sua accezione contemporanea non potrebbe esistere senza Martin Margiela, ecco perché

L'influenza di Martin Margiela sulla collezione FW17-18 di Gucci La moda nella sua accezione contemporanea non potrebbe esistere senza Martin Margiela, ecco perché

Gucci FW 17-18 ha sfilato solo un paio di giorni fa ma già da un primo sguardo alla passerella traspaiono i richiami all'estetica e alla filosofia di Martin Margiela. Ci sono elementi sufficienti per accusare Alessandro Michele di plagio? Cerchiamo di condurre razionalmente un'analisi attorno agli elementi che possono ricondurre a Margiela in questo show di Gucci per avere una risposta.

#1 I volti nascosti
Il volto celato, coperto da una maschera, spesso di maglia, è uno dei più iconici segni di stile della Maison Margiela ed è stato riproposto da Gucci in una variante scintillante, tempestata di cristalli. Questo è forse il richiamo più forte al lavoro di Margiela e dei suoi successori ed è sicuramente quello che ha innescato i primi campanelli d'allarme riguardo l'ipotesi di plagio. Gucci tuttavia non è il primo ad emulare Margiela, comprendo i volti delle modelle. Alexander McQueen, Gareth Pugh, Thom Browne e A. F. Vandervorst sono solo alcuni esempi di designer che son stati affascinati dall'idea di far sfilare modelli e modelle prive di volto, omaggiando così Margiela. Alessandro Michele è semplicemente l'ultimo di un lungo elenco. Coprire i volto è un espediente per porre l'accento sulla collezione ed occultare tutto ciò che può distogliere lo sguardo dagli abiti. Una maschera poi può diventare anche un elemento per elevare lo styling di una collezione. La maschera può infatti rappresentare l'inespressività, il nulla, ma anche un'espressività ipertrofica ed esacerbata. Persino i successori di Margiela hanno portato in passerella una versione dell'iconica maschera coperta di gemme, che chiaramente sovvertiva il significato originale di privazione ed annullamento minimalistico inteso da Martin. Alessandro Michele ha voluto inserire l'elemento del volto coperto per creare un'allure ancora più surreale e misteriosa alla collezione.


#2 Aseptic Location
Le enormi lastre in plastica che circondavano la passerella di Gucci fanno pensare istantaneamente a Margiela e al suo universo estetico. Eppure né lui, nè chi gli è succeduto ha mai fatto una cosa simile, sebbene la Maison abbia fatto sempre largo uso della plastica per abiti ed accessori. La vera ragione per cui si pensa subito a Margiela è la sua eredità. Lui ha inventato un modo di pensare la moda. Un universo sterminato disseminato di reference culturali e fortemente connotato dal punto di vista estetico. Tutto questo oggi non si può ignorare. Qualcosa può essere "Margiela", senza che per forza la maison lo abbia concretamente fatto. Questo riassume l'enorme influenza che Martin Margiela ha avuto sulla moda contemporanea. Senza il suo apporto sarebbe anche difficile pensare alla moda come la intendiamo oggi.

#3 VHS style video 
Margiela è famoso per la realizzazione di numerosi video con lo scopo di mostrare le proprie creazioni. Fin dalla prima collezione i fashion film sono stati il suo marchio di fabbrica. I video iconici realizzati da Martin Margiela avevano come soggetto una modella su sfondo bianco ed erano spesso caratterizzati da un voice over che spiegava mood e funzionalità di ogni capo. Tutti i suoi video erano girati in VHS. Si vedevano quindi data e minutaggio su schermo. Il video della sfilata di Gucci presenta lo stesso effetto VHS. Anche in questo caso pero Alessandro Michele non è il primo ad omaggiare Margiela in questo senso. A realizzare un video del tutto simile della propria sfilata ci  aveva già pensato Givenchy per la sua collezione FW 14-15. La realtà è che l'effetto VHS (vero o riprodotto) è ormai una tecnica classica, utilizzata da moltissimi videomaker che vogliano dare un effetto vintage e "analogico" al proprio prodotto.

Se si parte dal presupposto che la moda, intesa nella sua accezione contemporanea non potrebbe esistere senza Martin Margiela, ogni citazione e reference al suo lavoro dev’essere per forza inserita in un contesto. Non esiste plagio ai danni di Margiela, perché Margiela è nel tessuto stesso di qualsiasi cosa oggi possiamo chiamare contemporaneità. Alessandro Michele, come tutti gli altri designer che si sono avvicendati negli anni a riproporre tematiche, simboli e icone care a Martin Margiela, ha voluto rendere omaggio ad una leggenda e lo ha fatto alla sua maniera.