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La Francia crede che l'Italia stia vivendo un "miracolo economico" Un'argomentazione priva di fondamento che sta seducendo una parte dell'elettorato del Paese

Negli ultimi mesi in Francia si è parzialmente diffusa l’idea – sbagliata – che l’Italia stia vivendo una sorta di “miracolo economico” sotto il governo-Meloni. Questa narrazione circola soprattutto negli ambienti conservatori e radicali, dove c’è chi sostiene che prima di mettere in guardia la popolazione francese di fronte a una possibile ascesa dell’estrema destra sarebbe più sensato valutare i risultati dei governi che ne condividono l’impostazione – come per l’appunto quello italiano.

È una posizione, questa, che in Francia attrae parte dell’elettorato, soprattutto in un momento storico caratterizzato dalla crescente sfiducia nelle istituzioni. L’attuale primo ministro francese Sébastien Lecornu vive un momento di grossa instabilità politica: era entrato in carica una prima volta a inizio settembre, ma si era inaspettatamente dimesso dopo meno di un mese perché privo di sufficiente consenso. Macron – in qualità di Presidente della Francia – l’aveva poi nominato di nuovo il 10 ottobre, ma due partiti (La France Insoumise, di sinistra radicale, e il Rassemblement National, di estrema destra) avevano presentato delle mozioni di sfiducia, entrambe successivamente bocciate.

Cosa non va nella politica economica dell'Italia

La Francia non ha mai sperimentato una maggioranza di estrema destra, ma usare l’esempio italiano per sostenere che un governo del genere sia di per sé innocuo, o addirittura efficiente in certi campi (come quello economico), è una stortura non da poco. Il deficit italiano è effettivamente gestito meglio rispetto a quello francese, a oggi, ma il debito pubblico del primo resta molto più elevato e la crescita economica è sostanzialmente ferma da tempo – nonostante la stabilità di governo piuttosto atipica per gli standard italiani.

Al governo guidato da Giorgia Meloni, e in particolare al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, viene generalmente attribuito il merito di aver mantenuto una gestione prudente dei conti pubblici: la spesa è stata contenuta e il disavanzo ridotto in modo da rispettare pienamente le regole europee, seguendo in alcuni casi una linea persino più rigorosa di quella suggerita dalla Commissione. Ma c'è un ma. Dopo la quarta legge di bilancio firmata dal governo-Meloni, emerge con crescente chiarezza un altro aspetto della strategia economica dell’esecutivo: l’assenza quasi totale di riforme strutturali o interventi capaci di stimolare la crescita del Paese – ed è un problema non da poco, questo.

Da dove arriva la teoria del "miracolo economico" italiano

La narrazione diventata popolare in Francia relativa al presunto “miracolo economico” italiano nasce soprattutto dal fatto che il governo-Meloni è stato molto accorto nella sua politica di bilancio. Tuttavia, la questione è per l'appunto più complessa: quel che manca nell'approccio economico dell'esecutivo sono riforme ambiziose in favore delle aziende (sia piccole che grandi), della produttività e degli investimenti. Confindustria ha definito «anemica» la crescita del Paese, e la stessa posizione è stata espressa da altre istituzioni pubbliche che si occupano di monitorare la politica economica del governo, come la Banca d’Italia o la Corte dei Conti. Inoltre, secondo molti osservatori, le già contenute previsioni di crescita del PIL italiano (0,5% nel 2025, 0,7% nel 2026 e nel 2027) rischiano di essere addirittura troppo ottimiste.

Secondo quanto sostiene il quotidiano francese Libération, il governo-Meloni avrebbe beneficiato delle misure approvate dai governi precedenti, soprattutto quello di Mario Draghi, e dei contributi europei, decisivi per evitare che il Paese scivolasse in recessione. Quello portato avanti dalla maggioranza non è quindi un modello economico di successo e non offre alcuna ragione per pensare che un’eventuale ascesa dell’estrema destra in Francia sarebbe indolore, anche se seguisse l'esempio italiano.