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«Unc», «chopped», «Group 7» e si salvi chi può I nuovi termini dell’internet non hanno nessun senso

Il debutto in società della Gen Alpha sta causando diverse perplessità, soprattutto a chi - come chi vi scrive - era abituato a sentirsi giovane e al passo con ogni variazione linguistica nata dall’internet. All’improvviso, TikTok sembra essere stato invaso da termini sempre più incomprensibili o, almeno in apparenza, del tutto privi di significato. Dopo il misterioso meme di «Six Seven», di cui ancora nessuno ha capito veramente il senso, ora parole come «unc», «chopped» e «group 7» dominano i commenti sulla piattaforma. 

Per chi ha più di sedici anni, stare al passo con questo nuovo vocabolario è diventata una missione impossibile. Persino una delle figure più storiche dell’internet come Tana Mongeau (classe ‘98) ha espresso frustrazione per l’inspiegabile lessico della Gen Alpha: «Six-seven, group 7, is this where we’re at? All of these things just mean nothing», lamenta l'influencer in un video su TikTok. Ma quindi, cosa vogliono dire davvero tutte queste parole?

Cosa significa «Chopped and Unc»?

@rileyhardwick

original sound - rileyhardwick

Se qualcuno dovesse definirvi «chopped and unc» non è un complimento, anzi, è un doppio insulto. In inglese, «chopped» significa brutto, mentre «unc» è l’abbreviazione di «uncle», cioè zio, usato per indicare qualcuno che sembra vecchio o fuori luogo.  Il termine ha iniziato a circolare dopo un video virale dell’user Riley Hardwick, pubblicato a metà luglio 2025, in cui raccontava di essere stato chiamato «chopped» e «unc» mentre faceva da accompagnatore a un ballo scolastico. Il video, diventato un audio-meme, è stato poi usato da migliaia di altri utenti per prendersi gioco della propria età o del proprio aspetto, consacrando così l’ennesimo tormentone generazionale.

Da lì, la diffusione del termine «chopped» si è intrecciata con un altro fenomeno virale: un video di uno studente, Angel Wiley, conosciuto per la sua mascella «chopped», cioè dalle linee spigolose e poco armoniche. Da semplice descrizione ironica del volto di un ragazzo, il termine è diventato sinonimo di brutto o fuori standard estetici, nel modo tipicamente crudele con cui TikTok sa ridefinire la bellezza.

Per quanto riguarda «unc», invece, il termine ha radici più profonde. Nasce dall’African American Vernacular English (AAVE), dove «unc» era semplicemente un modo affettuoso per dire zio o riferirsi a un uomo adulto di fiducia. Oggi però «unc» è usato in senso ironico per descrivere uomini che cercano troppo di sembrare giovani, magari con outfit e atteggiamenti che gridano «boomer in crisi d’identità», solo che il boomer non è più un 50enne ma un Gen Z che cerca di stare al passo con i tempi. 

Che cos’è il “Group 7”?

@sophiajamesmusic

Group 7 who are you

So Unfair - Sophia James

Se almeno «chopped» e «unc» hanno un’origine linguistica che lascia intuire il loro significato, con «Group 7» la faccenda si fa più misteriosa. Nessuno capisce davvero cosa voglia dire, e forse proprio per questo è diventato uno dei termini più virali dell’autunno su TikTok. Dietro l’apparente assurdità, però, si nasconde un esperimento molto preciso, un progetto dell’artista indipendente Sophia James che per promuovere la sua nuova canzone aveva deciso di giocare con l’algoritmo di TikTok. L’idea consisteva nel pubblicare una serie di video numerati, «Group 1», «Group 2», «Group 3» e così via, e vedere quale avrebbe ottenuto più visualizzazioni. 

I primi tentativi non hanno suscitato grande entusiasmo, ma poi è arrivato il video di Group 7, e da lì è esploso tutto. In poche settimane, il contenuto ha superato i 76 milioni di visualizzazioni ed è arrivato a quasi 9 milioni di like. La lista di celebrità che hanno rivendicato il loro posto nel Group 7 parte con il premio Nobel alla pace Malala Yousafzai, continua con l'attrice di Outer Banks Madelyn Cline, e arriva fino all'Empire State Building e a Netflix

Secondo quanto raccontato dalla stessa James in un’intervista a WIRED, l’esperimento aveva un solo obiettivo, quello di capire quale formato potesse spingere di più la visibilità del suo brano. È stato così che «Group 7» è diventato un’etichetta di appartenenza digitale, un inside joke collettivo praticamente. Commentare con «Group 7» equivale a dire «io c’ero», o semplicemente «sono al passo con il trend», anche se nella maggior parte dei casi sono commenti totalmente fuoriluogo e non hanno niente a che fare con il fenomeno originale (anche sotto video di ricette c’è ormai gente che chiede l’appello del Group 7). Chissà cosa si inventeranno il mese prossimo