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Lo stile Space Age sta tornando nell'arredamento? La nuova corsa allo spazio sta influenzando anche il design d’interni

Il design d'interni sta assistendo al dell'estetica Space Age, che si rifà alla stagione delle esplorazioni spaziali degli anni Cinquanta e Sessanta. Questo stile, caratterizzato da materiali innovativi per l’epoca, cercava di veicolare attraverso le forme e le soluzioni estetiche una sorta di ottimismo per il futuro. Una declinazione contemporanea di questo approccio al design d’interni prende il nome di California Space Age, ed è stata recentemente adottata da designer come il milanese Giampiero Tagliaferri o la statunitense Kelly Wearstler, tra i molti. Le abitazioni progettate in questo modo presentano elementi come scale a chiocciola bianche e lucide – «che non sarebbero state fuori luogo in “2001: Odissea nello spazio” di Kubrick», scrive la BBC – o pezzi iconici del Novecento, tra cui il celebre divano e la chaise longue Soriana di Afra e Tobia Scarpa, così come la poltrona Digamma di Ignazio Gardella. Il revival dello Space Age è evidente anche nel cinema. Il film Marvel I Fantastici Quattro Gli inizi, in uscita a luglio e con protagonista Pedro Pascal, si sviluppa anche e soprattutto grazie a scenografie che richiamano fortemente l’estetica retro-futuristica. 

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Ma questa tendenza si riflette pure nelle esposizioni artistiche e di design. Al celebre Vitra Design Museum di Weil am Rhein, Germania, fino a maggio 2026 si potrà visitare la mostra Science Fiction Design: From Space Age to Metaverse, che esplora l’influenza della fantascienza sul design, presentando pezzi iconici come la serie di sedute Djinn di Olivier Mourgue, la Tomato Chair di Eero Aarnio e la Ribbon Chair di Pierre Paulin. La mostra evidenzia anche come questi stessi arredi siano stati utilizzati in film che puntavano molto sull’estetica retro-futurista, come Men in Black e Blade Runner 2049. Lo stile Space Age nasce grazie a eventi come il lancio nello spazio del satellite Sputnik o il programma Apollo della NASA, che affascinarono molto la collettività – con evidenti ricadute anche in ambito culturale. «Sembrava naturale che gli oggetti e gli spazi riflettessero questa nuova era», ha spiegato Peter Martin, autore del libro Space Age Design – Icons of the Movement. Durante questo periodo, designer come Eero Aarnio, Joe Colombo e Verner Panton crearono arredi dalle forme innovative, utilizzando materiali come plastica e vetroresina. La Ball Chair di Eero Aarnio, ad esempio – utilizzata anche sul set di Men in Black – si basava su un design volutamente futuristico; lo stesso vale per la Panton Chair di Verner Panton, celebre per la sua forma a S. 

Oggi, l’interesse per lo Space Age design è alimentato anche da una nuova corsa allo spazio, con diversi Paesi e aziende private coinvolti in ambiziosi programmi di esplorazione lunare. La missione cinese Chang’e 6, ad esempio, ha l’obiettivo di raccogliere campioni di suolo dalla faccia nascosta della Luna, una zona mai raggiunta prima per questo tipo di operazione. Il progetto rientra nel programma spaziale della CNSA (Agenzia spaziale cinese), avviato nel 2007, e rappresenta una delle missioni senza equipaggio più ambiziose mai realizzate dalla Cina nell’ambito di una crescente competizione con gli Stati Uniti. In quest’ottica la Cina, che ha incrementato significativamente le sue attività spaziali e costruito una propria stazione orbitale, punta a inviare un equipaggio sulla Luna entro il 2030. Parallelamente, il Paese asiatico collabora con la Russia a un progetto per realizzare una Stazione di ricerca lunare internazionale (ILRS) – iniziativa aperta anche ad altri Paesi, ma ancora poco partecipata dall’Occidente. La stessa Russia, dopo quasi 50 anni dall’ultima missione lunare, ha intrapreso il progetto Luna-25, con l’obiettivo di esplorare il polo sud della Luna, un’area ritenuta interessante per la possibile presenza di ghiaccio. Il design del lander, un tipo di navicella spaziale che effettua la discesa e la sosta sulla superficie di un corpo celeste, conducendo poi esperimenti e analisi del suolo, richiama le sonde sovietiche degli anni Settanta. Oltre agli obiettivi scientifici, Luna-25 ha un forte valore simbolico per il governo di Putin. In un contesto di isolamento internazionale dovuto all’invasione dell’Ucraina e alle conseguenti sanzioni occidentali, la missione ha l’obiettivo di dimostrare l’autosufficienza tecnologica della Russia. In questo contesto anche la NASA è attiva con il programma Artemis, che prevede il prossimo allunaggio umano non prima del 2026, anche se i ritardi nel progetto potrebbero favorire l’avanzata dei Paesi non occidentali.