
Perché Ficarra, Picone e Servillo funzionano così bene insieme
Il trio torna al cinema con L’abbaglio
19 Gennaio 2025
Nel 2022 Roberto Andò riuscì in una Stranezza: chiamò al rapporto Toni Servillo per interpretare il ruolo di Luigi Pirandello e accanto gli mise una coppia comica che, fino a quel momento, non si era mai confrontata con il cinema drammatico. Ficarra e Picone si buttarono in un’inedita sfida creando un insolito trio col volto di uno dei più stimati attori del panorama del Bel Paese, dimostrandosi all’altezza della sfida e dando una nuova sfumatura alla propria carriera. La Stranezza ebbe un successo conclamato, classificandosi come miglior esordio italiano dell’anno, fino a diventare il film di maggior successo del 2022 con un incasso da 5 milioni e 500 mila euro (pur non raggiungendo i 10 milioni investiti, ma segnando comunque un risultato discreto sulla scia della ripresa dei botteghini post-Covid). Quest'anno Andò ha deciso di fare il bis, rendendo Servillo parte della coppia fissa. Ne L’abbaglio, film che ancora una volta porta cast e spettatori nei territori del sud Italia, fa di questa collaborazione una sorta di manifesto di un Nuovo Cinema Siciliano, intento a raccontarne la storia e la cultura. Con La Stranezza erano stati il teatro e la letteratura gli aspetti che, con l’esplorazione della poetica di Pirandello, contribuivano a raccontare i tanti colori e animi dell’isola. Con L’abbaglio è un pezzo di DNA italico che viene riportato al cinema, con il ricordo dello sbarco dei Mille e dell’entrata a Palermo di Garibaldi per un’Italia che si sperava unita.
Una spedizione che partì dal mare e arrivò nei paesini dell’entroterra, chiedendo accoglienza al buon cuore e alla lealtà dei loro cittadini, pur già soggetti alle prime avvisaglie di Cosa nostra e della sua conseguente omertà. Un tessuto avvelenato di una piaga che parte da lontano, di cui il regista e sceneggiatore, insieme a Ugo Chiti e Massimo Gaudioso, ha voluto mostrare le radici. C’è un pezzo di passato che ci accomuna ne L’abbaglio, come c’era un pezzo d’arte che riguardava tutti noi ne La stranezza. Ma se col film del 2022 c’era un ritmo differente e una storia che fondeva trattato e lirica, col ritorno di Andò e dei suoi attori ci si perde nella missione di un comandante e del proprio battaglione, presentandosi meno coinvolgente del precedente titolo, pur sostenuto ancora una volta dalle ottime interpretazioni da parte dei protagonisti.
L’abbaglio diventa la conferma di un lato drammatico nel duo Ficarra e Picone ancora più smaccato rispetto alla prova data con l’opera sul drammaturgo e scrittore siciliano, stavolta portati a indagare nello spirito di due poveri e vili disertori, destinati però a intervenire in maniera determinante nelle sorti dei pochi rimasti a difendere la Sicilia dai Borboni. Ancora una volta Andò fa dei comici delle maschere, divertendosi a cambiare i ruoli tra i due con Picone che fa la parte del malandrino, parte solitamente riservata a Ficarra che dal proprio canto ammorbidisce alcune sue durezze e si lancia in una performance a tratti dolorosa ma pur sempre misurata.
@01distribution Salvo Ficarra e Valentino Picone ci parlano dei personaggi che interpretano ne #LAbbaglio, il nuovo film di Roberto Andò che, dopo “La Stranezza”, torna al cinema con una storia sorprendente che ci guiderà nel periodo cruciale del Risorgimento italiano, esplorando temi che continuano a risuonare con forza nell’attualità. Dal 16.01 SOLO AL CINEMA. #cinematok #davedere #prossimamente #ficarraepicone #ToniServillo #robertoandò suono originale - 01 Distribution
Come ne La stranezza, poi, quando si tratta di incontrarsi con Servillo, avviene uno strano gioco di forze. Due mondi collidono sullo schermo, così discosti al solo pensiero eppure, proprio per questa distanza, in grado di trovare una loro sintonia. Il trio non interagisce tanto, il film ha due strade separate su cui condurli, ma nei momenti in cui si ritrovano l’armonia delle loro diversità fa in modo di incastrarsi a dovere e di funzionare a dispetto di ogni dubbio, come una buona mano a poker. Una seconda prova, tanto per Roberto Andò quanto per i suoi attori, che dimostra il poter continuare su di un percorso che potrebbe offrire ancora dell’inaspettato da questa piccola compagnia teatrale-cinematografica. Sperando che, se dovesse continuare l’inusuale idillio su grande schermo, il prossimo film riesca ad essere all’altezza dei suoi interpreti.