Vedi tutti

Il futuro della moda secondo i designer italiani più promettenti

Vivetta, Lucio Vanotti, SUNNEI, L'F Shoes & GCDS

Il futuro della moda secondo i designer italiani più promettenti Vivetta, Lucio Vanotti, SUNNEI, L'F Shoes & GCDS

Negli ultimi giorni non si parla d’altro: il sistema strutturale delle sfilate come lo conosciamo sta radicalmente cambiando, molti dicono in meglio – altri sono più reticenti. Sebbene l’attuale calendario venga etichettato come obsoleto e addirittura controproducente, pochi sembrano davvero interrogarsi sull’attuale potere finanziario delle aziende in relazione ai nuovi ritmi produttivi, quelli annunciati da Vetements, Burberry, Paul Smith e Tom Ford.

Il concetto è nitido: due show all’anno – invece di quattro – che uniscano sotto lo stesso tetto collezioni uomo e donna e capi in vendita a partire dal giorno successivo. Un modello molto simile a quello proposto da Jeremy Scott al suo insediamento presso Moschino, che ha fatto dell’istantaneità tipica dei social network il suo punto di forza sul mercato.

Tutto molto attraente ed estremamente moderno. Ma cosa significa per i brand minori ritrovarsi a produrre un’intera collezione prima che questa venga vista – e successivamente acquistata – dai buyer internazionali? Questa condizione significa rischio, ma soprattutto (ingenti) finanziamenti anticipati. Mentre le maggiori case di moda dispongono del sostegno di grandi aziende che permettono loro di atterrare su una superficie morbida, i marchi minori – o emergenti, come dir si voglia – potrebbero andare incontro ad alcune difficoltà. Oppure no?

Lo abbiamo chiesto ai brand che hanno debuttato di recente all’interno del calendario della settimana della moda milanese. Ecco le loro risposte:

 

Vivetta Ponti, Vivetta

#1 Cosa ne pensi della decisione di Vetements, Burberry, Paul Smith e Tom Ford di far sfilare uomo e donna insieme e di rendere le collezioni disponibili dal giorno successivo?

Sono d'accordo sul far sfilare uomo e donna insieme, non sono molto d'accordo sul fatto che le collezioni siano disponibili dal giorno dopo. Mi sembra tutto troppo veloce. 

#2 In che modo questo nuovo meccanismo mirato all’istantaneità potrebbe beneficiare – o penalizzare – un brand in piena crescita come il tuo?

Credo che più che penalizzare i marchi come il mio, ne possano soffrire i marchi più classici e affermati che non adottano la stessa politica.  

#3 Se Camera della Moda dovesse allinearsi a questa nuova struttura, ti sentiresti pronto a invertire in maniera così drastica la tua filiera produttiva?

Spero che questo non succeda. Non tanto per come riusciremmo a gestire la filiera produttiva, piuttosto perché diventerebbe una grande corsa e sarebbe difficile curare i dettagli, mi sembrerebbe tutto troppo veloce.

#4 Che consigli ti senti di dare ai giovani che si affacciano all’industria della moda in un momento così delicato e rivoluzionario?

Consiglio di essere molto tenaci e restare fedeli al proprio gusto per creare dei capi molto personali, e quindi unici. 

 

Lucio Vanotti

#1 Cosa ne pensi della decisione di Vetements, Burberry, Paul Smith e Tom Ford di far sfilare uomo e donna insieme e di rendere le collezioni disponibili dal giorno successivo?

La decisione di far sfilare uomo e donna insieme esiste già da tempo, anche se in termini diversi. Rendere le collezioni disponibili il giorno dopo è una scelta commerciale già adottata da Moschino, un concetto di fast fashion in sintonia con la filosofia del tutto e subito. Mi fa piacere che si aprano nuove vie, è sempre interessante poter scegliere. 

#2 In che modo questo nuovo meccanismo mirato all’istantaneità potrebbe beneficiare – o penalizzare – un brand in piena crescita come il tuo?

Personalmente tutto questo recente interesse verso questi aspetti commerciali della moda – chi va, chi viene, vendi subito, vendi dopo – mi annoia. Preferirei  si parlasse di altri aspetti. Non penso a come queste decisioni influenzeranno la mia collezione, preferisco concentrarmi su come io vorrei lavorare e in che tempi, cercando di far coincidere le mie necessità con quelle del mercato. Sono più interessato a sapere se un pantalone è piaciuto o meno, che tipo di evoluzione un modello di giacca può avere. Diciamo che  vorrei slegarmi dal fattore tempo, lasciando spazio a una naturale evoluzione dello stile.

#3 Se Camera della Moda dovesse allinearsi a questa nuova struttura, ti sentiresti pronto a invertire in maniera così drastica la tua filiera produttiva?

Non prenderei questa decisione come conseguenza di una scelta di Camera della Moda, ma per una necessità di natura personale.  

#4 Che consigli ti senti di dare ai giovani che si affacciano all’industria della moda in un momento così delicato e rivoluzionario?

Consiglio di pensare ai loro vestiti, a chi dovrebbe comprarli e perché.

 

Loris Messina e Simone Rizzo, SUNNEI

#1 Cosa ne pensate della decisione di Vetements, Burberry, Paul Smith e Tom Ford di far sfilare uomo e donna insieme e di rendere le collezioni disponibili dal giorno successivo?

Crediamo sia interessante! Snellire e aumentare il ritmo delle collezioni potrebbe essere funzionale a prescindere dal genere, con la speranza che i pezzi non perdano in termini di qualità. 

#2 In che modo questo nuovo meccanismo mirato all’istantaneità potrebbe beneficiare – o penalizzare – un brand in piena crescita come il vostro?

Siamo abbastanza fuori da queste dinamiche e crediamo che anche i nostri clienti ne siano consapevoli. Puntiamo su unicità e qualità, con la speranza in futuro di uscire dal meccanismo della stagionalità.

#3 Se Camera della Moda dovesse allinearsi a questa nuova struttura, vi sentireste pronti a invertire in maniera così drastica la vostra filiera produttiva?

Per noi sarebbe molto complicato al momento non avendo un grosso volume di produzione e soprattutto rischioso, non avendo grossi accordi con i negozi. 

#4 Che consigli vi sentite di dare ai giovani che si affacciano all’industria della moda in un momento così delicato e rivoluzionario?

Consigliamo di non farsi influenzare da queste grosse manovre di marketing, sostenibili soltanto da chi ha una grande struttura o un gruppo solido alle spalle.

 

Licia Florio, L'F Shoes

#1 Cosa ne pensi della decisione di Vetements, Burberry, Paul Smith e Tom Ford di far sfilare uomo e donna insieme e di rendere le collezioni disponibili dal giorno successivo?

Era uno sviluppo naturale. Non lo trovo una rivoluzione, ma un’ attenta analisi della funzione della sfilata e del ruolo che sta giocando. I cicli della moda non avevano più una funzione da quando le sfilate e le settimane della moda sono sempre più presentazioni a tutto il pubblico. La forte spinta dei brand a centralizzare le vendite nei propri canali diretti non può che essere coadiuvata da una decisione simile. C'era bisogno di semplificare: tutto, troppo, troppo spesso.

#2 In che modo questo nuovo meccanismo mirato all’istantaneità potrebbe beneficiare – o penalizzare – un brand in piena crescita come il tuo?

Apprezzo il cambiamento. Il nostro brand da sempre è un po' al di là della mera stagionalità. Ci piace rielaborare i nostri stili, senza dover essere oggetti di una sola stagione. Chi deve preoccuparsi di più sono i negozi, che devono ritrovare un equilibrio e delle nuove modalità di proporre i brand.

#3 Se Camera della Moda dovesse allinearsi a questa nuova struttura, ti sentiresti pronto a invertire in maniera così drastica la tua filiera produttiva?

Non c'è inversione, anzi, è un processo che abbiamo in atto da anni: sempre più constanti nel comunicare la stagione in corso.

#4 Che consigli ti senti di dare ai giovani che si affacciano all’industria della moda in un momento così delicato e rivoluzionario?

Non applicare le dinamiche dei grandi nel proprio business. Per chi vuole lanciare un brand c'è sempre spazio, bisogna però avere ben chiaro che non solo si deve saper disegnare, ma anche produrre, comunicare, vendere e saper usare excel. Il nostro unico vantaggio è nel creare sistema con altre realtà, con altri brand, designer e divertirsi.

 

Giuliano Calza, GCDS

#1 Cosa ne pensate della decisione di Vetements, Burberry, Paul Smith e Tom Ford di far sfilare uomo e donna insieme e di rendere le collezioni disponibili dal giorno successivo?

In uno scenario dominato dal fast fashion diventa difficile anche per le grandi maison restare a galla. Tuttavia penso che siano i marchi più grandi a soffrire di più la perdita di acquirenti, che tendono a essere più disinibiti verso una spesa minima, come H&M, oppure brand che riescono a creare un hype al di là del prodotto, come Gucci.

#2 In che modo questo nuovo meccanismo mirato all’istantaneità potrebbe beneficiare – o penalizzare – un brand in piena crescita come il tuo?

Personalmente credo che dopo un primo momento di smarrimento sarà tutto molto più facile. Dal mio punto di vista – PR/comunicazione – e da quello del cliente, i contenuti e le collezioni create sei mesi prima perdono d’ interesse sia nel comunicarli che dal punto di vista creativo. Credo che così come il consumatore, la moda si stia solo adeguando ai tempi del web, dove tutto è immediato, ora. 

#3 Se Camera della Moda dovesse allinearsi a questa nuova struttura, ti sentiresti pronto a invertire in maniera così drastica la tua filiera produttiva?

Credo di sì. Il problema più grande per un azienda piccola sono i pagamenti da parte dei negozi. Se al giorno zero dovessi avere i budget per pagare i produttori e non pagamenti scaglionati a 90 /120 giorni, il processo di vendita sarebbe molto più facile e snello.

#4 Che consigli ti senti di dare ai giovani che si affacciano all’industria della moda in un momento così delicato e rivoluzionario?

Umiltà. Non sarà facile, ma se ci si rimbocca le maniche e veramente ci si crede, alla fine si può fare. Mi sono dedicato a questo progetto con tutto me stesso, non percependo stipendio per oltre un anno e adeguando il mio ruolo a qualsiasi mansione fosse necessario svolgere.