
L'arte della seduzione nella collezione SS26 di Tom Ford Una collezione che confonde molti confini senza mai sembrare trasgressiva
Se pensate ancora che il giorno e la notte non possano brillare simultaneamente, che sia impossibile che sexy e chic convivano in armonia e che desiderabilità faccia rima con volgarità, Haider Ackerman vi dimostrerà il contrario. Su uno sfondo blu notte e accompagnata dalla voce a cappella di David Bowie, la SS26 di Tom Ford, la seconda collezione di Ackerman per la maison americana, è stata presentata ieri a Parigi. Una collezione di silhouette intessute di desiderio e intrise di un allure che profuma di club privato, quello che si intravede da lontano, che si desidera, che si vuole vivere, ma il cui ingresso va meritato. Da Tom Ford la seduzione è un dialogo. Un dialogo poliglotta, a giudicare da questa SS26, che non si ferma davanti alle barriere linguistiche per incantare, sedurre e soprattutto conquistare. I primi look a calcare la passerella annunciano subito il tono: la collezione sarà sexy ma non volgare, chic ma non noiosa, enigmatica, quasi irraggiungibile eppure perfettamente a portata di mano.
La collezione si apre con un trio di look glamour e misteriosi, composti da trench lucidi abbottonati fino al mento, accompagnati da décolleté semplici ma efficaci. Arriva poi un bianco puro, immacolato, quasi astratto, declinato in completi ora coprenti ora rivelatori. Seguono in un contrasto profondo ma controllato l’intensità dei colori, come il verde abete e il viola, applicati a giacche di velluto altrettanto denso, che tuttavia presto lasciano spazio al nero, alla pelle, a un lato oscuro verso cui ci si lascia trascinare senza resistenza né contestazione. La frivolezza ritorna però rapidamente, grazie a micro-short trasparenti, camicie da notte scoperte, gonne opalescenti o camicie aperte. L’andata e ritorno tra formale e informale è costante, eppure il mal d’auto non ci coglie mai. Il confine tra ciò che deve restare nascosto e ciò che può essere svelato è sottile, pericoloso, eppure la paura di attraversarlo non esiste. La sfera della casa, del privato e della festa si mescolano, dandoci l’impressione che l’uno si inviti continuamente nell’altro senza mai essere di troppo. In pochi look la passerella si trasforma in un salotto privato, in una discoteca, in una camera da letto, persino in un ufficio, eppure ogni silhouette sembra adatta all’occasione.
La collezione si concentra su una silhouette verticale e precisa, rigida e quasi architettonica. Una silhouette che viene regolarmente spezzata da dettagli sensuali che non mancano di catturare lo sguardo e il desiderio, come spacchi inattesi, tocchi di pizzo o accessori audaci, in particolare un reggiseno in pelle a vista o anelli di metallo che decorano i sandali. Anche la palette cromatica è votata alla desiderabilità, con le sue “colori della gioia” sotto forma di pastelli vivaci e luminosi su capi protagonisti che hanno tuttavia la semplicità di una t-shirt. Ovviamente, il grigio e il nero assoluto restano immancabili, fedeli all’identità storica della maison.
Come spiega Ackerman: «C’è una dignità nella purezza, nell’atto di togliere piuttosto che ornare, nel trasformare l’ornamento in forme architettoniche che completano o accessorizzano sottilmente il corpo.» In questa seconda collezione, il designer ci dimostra che less è davvero more, e che il buon gusto risiede precisamente nella misura e nell’equilibrio, senza cadere nell’eccesso di controllo. Dai lunghi abiti dalle linee pulite alle camicie da notte più seducenti, passando per short che sembrano quasi costumi da bagno fino ai completi tre pezzi, Ackerman riesce a raggiungere il perfetto livello di rivelazione, lasciando giusto quel tanto di tessuto da farci desiderare di vedere di più, senza però mostrare ciò che non serve scoprire. Proprio come una festa privata dal profumo di champagne costoso e seta, la SS26 di Tom Ford è una celebrazione che inizia al mattino e finisce a tarda notte, un’ode alla leggerezza dell’essere, del suo corpo e del suo spirito. Con questa collezione, Ackerman ci dimostra così che il sexy può rappresentare anche la quintessenza dello chic. La seduzione non è più un tabù, non è più soggetta al giudizio, è un dialogo aperto, a portata di mano, al quale tutti vogliono partecipare, anche a costo di parlarsi sopra.








































































































