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Per Balenciaga, guardare al passato è l'unico modo per guardare al futuro

Senza meme e provocazioni, il reset di Balenciaga si affida al passato del brand e del suo designer

Per Balenciaga, guardare al passato è l'unico modo per guardare al futuro  Senza meme e provocazioni, il reset di Balenciaga si affida al passato del brand e del suo designer

«Negli ultimi mesi ho sentito la necessità di rifugiarmi nel mio amore per la moda e l’ho istintivamente trovato nel processo di creare vestiti.» È così che Demna, nel comunicato che ha accompagnato la collezione Fall 2023, ha presentato il ritorno di Balenciaga sulle scene a pochi mesi dallo scandalo che aveva minato non solo la forza commerciale del brand, ma anche le certezze del designer georgiano costretto (da sé stesso o dai vertici di Kering) a tornare alle origini della maison e del suo lavoro. Che il tailoring sarebbe stato al centro della collezione lo sapevamo da tempo, prima con l’intervista fiume rilasciata a Vogue dallo stesso Demna e poi con l’invito che ammiccava all’arte sartoriale con il cartamodello di una giacca. La giacca è stata in effetti la protagonista della prima parte dello show, quella dedicata alla sartoria fatta di capi decostruiti e ricostruiti, le vite invertite con gli orli e i pantaloni raddoppiati. Con Eliza Dougas ad aprire le fila in un set austero, avvolto nel silenzio e nel toile, la sensazione è stata quella di assistere a un reset.

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«La moda è diventata una forma di intrattenimento» ha detto Demna in una strana dichiarazione a metà tra una constatazione generale e un’ammissione di colpa da chi quella forma di moda intesa come eccesso l’aveva portata al suo punto di non ritorno. Scandalo o meno, c’era bisogno di un cambiamento, un ritorno alle origini senza celebirites, senza meme e senza provocazioni dopo una collezione, la Summer 23, fatta di fin troppi coup de théâtre stilistici e scenografici. Spogliato quindi del suo alone più provocatorio, Demna ha scelto di attraversare tutte le anime di Balenciaga, giocando nella seconda parte con molti dei simboli che ne avevano decretato il successo: tornano le spalle esageratamente pronunciate questa volta attraverso inserti gonfiabili inseriti nelle hoodie, nelle biker jacket e nelle tracksuit, così come tornano gli abiti dalle stampe floreali plissettate e i trench che avvolgono i modelli e le modelle in passerella. Nel finale l’eveningwear riecheggia la Couture e l’heritage di Cristòbal con abiti che arrivano fino al pavimento tempestati di paillettes e cristalli, frange di perle e inserti in pizzo. In una moda che sembra puntare sempre di più alla semplificazione in favore di collezioni che aspirano all’immortalità, Demna ha scelto quindi di guardarsi alle spalle, scegliendo di riprendere ed elevare alcuni dei topos presenti nelle sue collezioni migliori, come nel caso della Spring 20202 e della successiva Fall 2020.

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Urlare però al ridimensionamento, allo “step back” di un designer in penitenza che sceglie di fustigarsi creativamente per espiare le proprie colpe significa non essere mai andati oltre lo strato più superficiale del lavoro di Gvasalia, limitandosi a giudicare il suo lavoro da quindici minuti di uno show. Basterebbe tornare alla Resort 2023 per vedere nella collezione Garderobe un’anticipazione di quanto visto ieri. La differenza, se proprio dobbiamo trovarla, è che in quel caso i design minimali e l’assenza di loghi in bella vista (che ci crediate o meno, qualcuno se ne è lamentato) si perdevano all’interno di una macchina più grande, forse anche troppo, tanto che ha finito per fagocitare il lavoro di Demna distorcendone la percezione che ne abbiamo. Superati i mesi fatti di video TikTok di sneaker in fiamme e borse tagliate, adesso per il designer georgiano e per Balenciaga stessa il vero scoglio è ridefinire l’identità del brand la cui anima sembra divisa a metà: da un lato la necessità di trovare una calma stilistica e creativa che tenga a bada l’attenzione mediatica, dall’altra lo spasmodico bisogno di ritrovare l’amore di chi, dopo ieri, si sente tradito. Se oggi Demna sembra salvo dai venti di licenziamento che soffiavano nei mesi invernali (lo stesso designer ha detto «Non vado da nessuno parte, non è un addio»), il suo futuro e quello del brand stesso rimangono profondamente legati alla ridefinizione del DNA di Balenciaga.