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Il buttafuori del Berghain diventa un modello

Tatuaggi come cicatrici e piercing come canini, lo stile raver di Sven Marquardt

Il buttafuori del Berghain diventa un modello  Tatuaggi come cicatrici e piercing come canini, lo stile raver di Sven Marquardt

Dopo un periodo di prolungato fermo pandemico, alla fine del 2022 si vociferava che il Berghain avrebbe chiuso i battenti entro la fine dell'anno. Fortunatamente non è successo. Il locale più esclusivo e dissoluto di Berlino continua a far sperare i giovani in fila al freddo, mentre il loro ingresso viene posto al vaglio da un critico d’eccezione: Sven Marquardt. Tatuaggi che gli solcano il viso come cicatrici, due piercing simili a canini che spiccano sul labbro inferiore, il pizzetto folto, i capelli brillantinati all’indietro, l'immancabile chiodo di pelle: lo storico buttafuori scuote il capo in senso di assenso o dissenso custodendo il segreto del criterio che determina la selezione. «Dopo vent’anni da buttafuori è come se avessi le antenne, capisco chi disturba e chi invece crea un buon mix per la notte», scrive nell’autobiografia Die Nacht ist Leben (La notta è vita). Ora, l’arbitro dello stile più amato della moda diventa anche modello grazie alla collezione FW23 di 44 Label Group, disegnata dal produttore techno ed ex collega Max Kobosil e ispirato al «guardaroba per club kid in un futuro condannato».

Dopotutto, Sven Marquardt è molto più di un buttafuori. Sven nasce a Berlino Est, nel 1962, dove passa quasi tutto il suo tempo libero nella panetteria dei genitori, a Prenzlauer Berg. Dopo aver conosciuto Robert Paris, figlio della celebre fotografa Helga, entra a far parte della comunità punk della città, si rasa i capelli ai lati della testa, si lancia in qualche rissa di troppo. Come riporta Berlino Magazine, il guardiano del tempio della techno conclude l'apprendistato da fotografo e cameraman presso la televisione della DDR nel quartiere di Adlershof e dal 2000 in poi lavora a progetti fotografici per brand come Levi’s e Hugo Boss, nel 2009 inizia la serie “Angesicht” con Camilla Erblich nei locali del Berghain. Negli stessi anni la techno guadagna terreno e Sven Marquardt si lascia travolgere da questo tumulto di energia (“Siamo Punk, siamo gay, non abbiamo nessun lavoro regolare”) tanto da assumere, nel 1994, l'iconico ruolo di buttafuori, guidato da un intuito affinato grazie ad anni di rave e dall' "occhio del fotografo". Una celebrità in città: basti pensare che nel 2011 lo street artist portoghese Vhils gli ha dedicato una gigantografia a Schöneberg.

Naturalmente, questo non è la prima volta che la moda corteggia Sven, che con il suo aspetto rude ed eccentrico si è aggiudicato diversi inviti da parte di Bottega Veneta (sotto la guida di Daniel Lee il brand aveva scelto proprio il Berghain come location per la FW21 “Salon 02”). Mentre per 44 Label Group di proprietà della Dreamers Factory, scegliere Marquardt è stato quantomeno scontato, in quanto icona di quell'estetica da clubber berlinese che il brand diretto da Kobosil aspira a celebrare, tra bomber oversize, look total black e slogan disseminati sui capi della collezione sotto forma di toppe - "Vinyl Only”, “Guest List”, e “Backstage”, linguaggio quotidiano per Sven.