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Come sta andando Mastodon?

Il creatore Rochko non cede alle offerte di investitori privati, intanto le critiche degli utenti aumentano

Come sta andando Mastodon? Il creatore Rochko non cede alle offerte di investitori privati, intanto le critiche degli utenti aumentano

A distanza di alcuni mesi dall’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk la migrazione di utenti verso Mastodon è stata notevole, grazie soprattutto alla gestione caotica e controversa della nuova proprietà di Twitter. Non è quindi un caso se tra ottobre e novembre 2022 gli utenti mensili di Mastodon sono passati da 300mila a 2.5 milioni, con un aumento significativo anche dei download dell’applicazione. La quantità di nuovi iscritti è stata più alta proprio in corrispondenza di alcune delle scelte meno popolari di Musk: il picco quando, il 18 dicembre, è stata annunciata (e poi ritirata) la limitazione  di link che indirizzavano ad altri social network, come Instagram o lo stesso Mastodon. Nel frattempo, quest’ultimo ha ricevuto almeno cinque offerte di investimento da parte di alcuni importanti fondi statunitensi, a dimostrazione del crescente interesse verso la piattaforma.

Il suo fondatore, Eugen Rochko, ha precisato al Financial Times che, anche se le proposte erano nell’ordine delle centinaia di migliaia di dollari, ha comunque preferito mantenere indipendente e senza scopo di lucro il proprio social network – scelta che è stata molto apprezzata dagli iscritti. «Mastodon non si trasformerà in tutto ciò che odiate di Twitter. Il fatto che possa essere venduto a un miliardario controverso, che possa essere chiuso, che possa fallire e così via. È una differenza di paradigmi», ha dichiarato Rochko. A differenza del social di Musk, Mastodon non è gestito da una singola organizzazione, ma da chiunque voglia contribuire all’iniziativa, e per questo  la sua proprietà è definita “diffusa”. Questo modo non rende possibile che un singolo ottenga il controllo dell’intero sistema e di poterlo modificare a proprio piacimento. Inoltre, la piattaforma predilige i piccoli finanziamenti gestiti attraverso Patreon da parte dei propri utenti, piuttosto che quelli provenienti da grandi investitori. Mastodon oggi conta circa 9500 donatori, cosa che attualmente frutta al social network quasi 32mila euro mensili. Poco prima dell’acquisizione di Twitter da parte di Musk, i sostenitori erano meno di un migliaio, e le donazioni non superavano i 7mila euro al mese. Molti osservatori ritengono che, in futuro, il modello strategico per rendere sempre più sostenibile Mastodon potrebbe essere simile a quello della fondazione a cui fa capo Mozilla, il progetto open source che tra le altre cose ha lanciato il browser Firefox.

Come raccontato qui, Mastodon è nato nel 2016 e fino a tempi recenti non era stato molto considerato dagli utenti di Internet e dei social network. Alle basi della libertà che Mastodon dà ai suoi utenti resta quella degli albori di Internet, quando non c’erano grandi piattaforme e ognuno poteva curare la propria presenza online attraverso un sito in maniera rigorosamente autonoma. Ma se da un lato la decentralizzazione di Mastodon ne rende impossibile il controllo da parte di una singola entità (o di un multimiliardario che cambia idea troppo spesso), dall’altro il sistema scarica molte più responsabilità sui singoli gestori delle istanze, soprattutto per quanto riguarda la moderazione dei contenuti, un altro dei problemi più grandi con cui oggi devono fare i conti i social network.