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Cos'è Mastodon, il rifugio degli utenti in fuga da Elon Musk

Benvenuti nella versione utopica di Twitter

Cos'è Mastodon, il rifugio degli utenti in fuga da Elon Musk Benvenuti nella versione utopica di Twitter

Elon Musk, noto per la sua spiccata simpatia per la destra americana, per le decisioni prese d’impulso e un patrimonio che lo rende l’uomo più ricco al mondo secondo Forbes, non sembra ispirare fiducia proprio a tutti. Nonostante nei primi sette giorni da capo di Twitter il CEO di Tesla abbia superato il record di 15 milioni di utenti unici giornalieri in più, la fuga degli utenti sembra essere un fenomeno silente ma in crescita. Lo dimostrano l'abbandono da parte di figure note come Jameela Jamil, Shondra Rimes, Gigi Hadid, oltre a brand come Balenciaga e aziende come General Motors, che hanno deciso di lasciare il social in segno di protesta, e lo dimostra anche la vertiginosa crescita di un diretto concorrente dell’app: Mastodon. Fondato nel 2016 in Germania da un’associazione senza scopo di lucro di Eugen Rochko, 29 anni, si presenta come una piattaforma open source, un software libero che non rende conto a nessuna grande big tech, non ha pubblicità e vive grazie alle donazioni degli utenti. In poche parole, all’apparenza, la versione utopica di Twitter.

Tramite un meccanismo che a primo impatto può sembrare respingente e poco intuitivo, al momento dell'iscrizione ognuno può creare un proprio canale chiamato istanza, in una sorta di autogestione digitale, oppure iscriversi ad un canale preesistente  aiutandosi con diversi filtri, come l’area geografica o le aree tematiche. É il concetto di Fediverso (Federate Universe), un termine che strizza l'occhio alla calzante metafora delle federazioni: ciascun canale è un "luogo di provenienza" che non preclude l'interazione con altri utenti provenienti da regioni diverse. Al momento ne esistono circa 70mila tra musica, tecnologia, sport, ma il numero sembra destinato ad aumentare. «Ho creato Mastodon perché nutro sfiducia nel controllo dall’alto esercitato da Twitter» aveva spiegato tempo fa in un'intervista al Time Eugen Rochko, la cui ambizione è quella di “democratizzare i social media”.  

Vi chiederete perché, al di là della controversa figura di Musk, qualcuno dovrebbe preferire Mastodon a Twitter. A differenza di Twitter, in Mastodon non esiste una profilazione degli utenti perché non c’è un server centralizzato né algoritmi che raccomandano agli utenti post o contenuti. Entrambe sono piattaforme di microblogging, questo significa che i testi dei post, che vengono chiamati "toots" anziché "tweet" contengono un numero limitato di caratteri - il doppio nel caso della piattaforma tedesca. Esistono inoltre funzionalità aggiuntive che consentono un maggiore controllo su chi può visualizzare i propri contenuti. Gli hashtag funzionano in modo simile e servono per individuare gli argomenti di tendenza, così come il sistema di condivisione e like, mentre il sistema di verifica di Mastodon è gratuito, a differenza dell'app di Musk che ha recentemente introdotto la spunta blu a pagamento. Non ci è dato sapere se la forza attrattiva di Mastodon sarà tale da soppiantare Twitter o se, come Discord, coltiverà una nicchia di fedeli appassionati incapace, tuttavia, di rompere la bolla del mainstream. Quel che sappiamo è che la fedeltà degli utenti è labile e Musk farebbe meglio a ricordarselo.