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Come è andato il fashion show “Future Starts Slow” di IED

Otto designer per raccontare l'heritage e la diversity della moda post-Covid

Come è andato il fashion show “Future Starts Slow” di IED Otto designer per raccontare l'heritage e la diversity della moda post-Covid

Ieri pomeriggio, come parte della programmazione di Fashion Graduate Italia, ha sfilato a Milano Future Starts Slow, il fashion show di IED che ha avuto per protagonisti otto giovani designer diplomati all’Istituto Europeo di Design. Sono Chiara Autiero, Paolo Belleri, Dara Silva Bulleri, Andrea De Simone, Yoana Dimitrova, Alessia Giacchetta, Valeria Nicoletti e Gaia Romoli i nomi degli otto diplomati a presentare capsule menswear, womanswear e genderless con un particolare focus sull’espressione del proprio heritage e un highlight sul valore della diversity. Uno show estremamente vitale, ricco di originalità ma che soprattutto ha testimoniato la ripresa di un settore accademico che, dopo il lockdown, è tornato con maggiore forza di prima. Emanuele Soldini, Direttore IED Italia, ha dichiarato:

 

«L'entusiasmo di IED e dei nostri diplomati è grande […]. Se guardiamo al nuovo anno accademico, […]  il Gruppo IED sfiora la soglia dei 3.000 studenti iscritti ai corsi dell'area Se consideriamo invece il contesto nazionale, quello su cui ci confrontiamo con le scuole di Piattaforma Sistema Formativo Moda, possiamo affermare che l'anno accademico 2021/22 dell'area Moda IED Italia registra un trend positivo con una crescita pari a +18% rispetto allo scorso anno».

 

Il percorso personale e professionale dei designer si concretizza sulla passerella in modo prorompente e spontaneo, con tanta voglia di lasciare il segno e finalmente muovere i primi veri passi nel mondo della moda. Mostrare sensibilità e paure diventa una strategia vincente per non essere dimenticati, e sono i volti emotivi di Pantomime di Gaia Romoli, le spalline extra-spigolose di Placebo Experiment di Paolo Belleri e le ispirazioni organiche di Archivio Alessia Giacchetta ad iniziare un dialogo provocatorio che stupisce per forza e cripticità, fornendo spunti di riflessione. Una linea più sartoriale data dai drappeggi perfetti di NÓS -  pronome com função de sujeito di Dara Silvia Bulleri e dalle eco bucoliche di "Lo spessore dell'aria" di Valeria Nicoletti si dimostra figlia di una ragionata attenzione ai dettagli che diventano fondamentali per allacciare i bottoni di una camicia che si chiama futuro. Il rapporto con il colore si dimostra fortissimo in tutte le capsule, ma sono Andrea De Simone e Chiara Autiero ad utilizzarlo in modo espressivo per veicolare concetti e accompagnare le silhouette, tra tagli a vivo e drappeggi monastici. Il knitwear di Yoana Dimitrova si palesa in modelli corposi che avvolgono le modelle in un immaginario viaggio tra emozioni e tradizioni che pensa anche alla natura.

I neo-designer formano un gruppo particolarmente eterogeneo, dove tra ispirazioni e diversità emerge anche l'appartenenza ad un periodo storico in cui è stato particolarmente difficile essere giovani in formazione. Dai loro volti durante l'uscita finale emerge una gioia di chi ha molto da dire, ma per il momento ha solo iniziato a scaldare i motori.