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Le sneaker secondo JW Anderson

nss magazine parla con il designer nord-irlandese della sua nuova linea di sneaker

Le sneaker secondo JW Anderson nss magazine parla con il designer nord-irlandese della sua nuova linea di sneaker
JW Anderson FW21
JW Anderson FW21

Quando gli abbiamo chiesto il perché avesse deciso di creare la sua prima sneaker solo adesso, Jonathan Anderson ha risposto con una semplicità disarmante: «I tempi ci sembravano semplicemente maturi». Uno statement puro e lineare quanto la sneaker in questione – una silhouette High Cut classica, una suola imponente di quelle che il designer aveva già portato da Converse con la Run Star Hike e una tomaia decostruita con sezioni di pelle sovrapposte a cui è affidato tutto l’estro del design. Una sneaker, insomma, che urla JW Anderson da ogni impuntura ma la cui estetica è abbastanza ampia da poter diventare la matrice di molte altre sneaker. È così che Jonathan Anderson ci ha detto di averla pensata, usando una metafora edilizia, quella del fondamento su cui costruire. 

Massimalismi ed eccentricità a parte, infatti, JW Anderson è un tipo a cui non piace strafare – non sfornerà mai dieci diversi modelli di sneaker tutti insieme, non subito almeno. Le idee per una linea di sneaker devono crescere lentamente, in modo organico. Il modello che ha già creato in realtà basta e avanza: remixando la silhouette in sette colorway diverse, Anderson ha prodotto un range abbastanza ampio da scavalcare i trend stagionali e annuali. Il colore, insieme ai materiali e alla fattura artigianali, è in effetti stato il protagonista assoluto di un footwear quasi destrutturato, astratto – ma anche incredibilmente elegante. 

Per comprendere meglio la genesi della sneaker e i meccanismi dietro la mente di chi l’ha creata, nss magazine ha parlato con Jonathan Anderson e gli ha rivolto qualche domanda.

Hai messo la firma su molte sneaker collaboration di successo nel corso della tua carriera, ma questa è la tua prima sneaker in-house. Cosa ti ha spinto a crearla e perché adesso?

Mi è sempre piaciuto molto lavorare sugli accessori che si tratti di borse o scarpe o altri item. Credo che siano gli elementi che completano un look. Sia per me che per il mio brand è importante possedere un proprio stile distintivo e serviva una sneaker che rispecchiasse davvero JW Anderson. I tempi ci sono semplicemente sembrati maturi per iniziare a produrla.

Come hai declinato i codici del tuo brand per la categoria sneaker? Che feeling o estetica hai provato ad evocare?

Con JW Anderson mi piace decostruire. A volte è un abito, a volte una borsa – in questo caso è stata una sneaker. La nostra idea di partenza è stata quella di decostruire l’idea alla base della sneaker e giocare con le proporzioni, ad esempio inserendo una suola di gomma molto spessa. Mi è piaciuta la maniera in cui il risultato finale ha incarnato questa idea di decostruzione in una maniera quasi grezza.

Questa sneaker sarà la prima di molte o ti concentrerai su questa silhouette per le prossime collezioni?

Credo che con le sneaker serva costruire linee e silhouette in maniera lenta e progressiva. Mi piace molto questo stile perché è una trainer di base su cui potremo costruire le prossime collezioni. Per questa collezione in particolare volevo colori densi e brillanti – quasi come se la scarpa fosse stata immersa nel pigmento puro. Credo che, considerata questa silhouette, l’ambito del colore era quello su cui si poteva lavorare di più.

JW Anderson FW21
JW Anderson FW21

Credi che ci sia qualcosa che manchi nel mercato delle sneaker di lusso al momento? Potrebbe essere migliorato?

Non credo che ci sia qualcosa in particolare che manchi. Anzi, il mercato delle sneaker è fantastico perché ci sono così tanti stili e brand a disposizione. La sfida è trovare quella che funziona meglio per ciascuno e con la sneaker di JW Anderson abbiamo voluto dare ai fan del brand una sneaker che fosse veramente “nostra”.

Pensi che le categorie delle sneaker e del footwear formale arriveranno a unirsi in futuro o rimarranno le stesse?

Credo che questa cosa stia succedendo con tutte le categorie: maschile e femminile, formale e street. I confini si fanno sempre più confusi ed è stupendo. Pensare in termini categorici è limitante, in un certo senso. Mentre incrociare fra loro cose diverse è estremamente eccitante.