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5 giovani brand europei da tenere d’occhio

Nomi di cui sentiremo parlare

5 giovani brand europei da tenere d’occhio Nomi di cui sentiremo parlare

Le parole heritage e tradizione sono le preferite dei grandi nomi della moda, brand con alle spalle storie a volte anche centenarie, ma spesso si dimentica che la novità è il vero motore della moda. E mentre i big player del lusso si sforzano di adattarsi ai tempi, i giovani fashion brand fondati in questi anni sono nati coi tempi, sia che si tratti di un’attenzione alla sostenibilità già embeddata nel loro DNA o di un occhio particolare verso diversity e multiculturalismo. In un panorama del lusso sempre più affollato e commerciale, poi, il giovane brand è una garanzia di autenticità, sia sul piano creativo del design che su quello della community. Soffermandosi poi sull’area europea, la nascita di giovani brand sparsi tra la Spagna, la Francia, i Paesi Bassi e l’Italia dà il polso in presa diretta delle più recenti direzioni della creatività locale nelle sue capitali.

Per questo, nss magazine ha voluto raduanre 5 giovani brand europei da tenere d’occhio.


Sisyphe (@iamsisyphe)

Brand ispanico, diviso tra Malaga e Madrid come il suo fondatore, Pablo López Torres, Sisyphe è un brand che, fin da subito, ha gettato alle ortiche le imposizioni del fashion system e ha abbandonato il classico modello stagionale e presenta le sue collezioni in modo indipendente. L’obiettivo del brand è quello di evocare un intero lifestyle, e per farlo la sua visione abbraccia una categoria trasversale che è rilassata ma con risvolti edgy. La sostanza comunque c’è: per la collezione SS21, il mondo anni ’90 edonistico e crudele dei romanzi di Bret Easton Ellis ha fornito l’ispirazione per un’estetica slouchy-chic incredibile, completa di cardigan in mohair e maglioni intarsiati con revisioni goth-punk delle icone dell’immaginario spagnolo, completi workwear a scacchi e pantaloni con pinces stampigliati con scorpioni. 


vescovo (@vescovo.vescovo)

Per essere nato a Milano nella bufera del lockdown, l’anno scorso, vescovo è un brand dal mood decisamente fresco e rilassato. Fondato da un designer dal background ingegneristico, Antonio Pondini, che lo disegna e lo produce tutto in Italia, seguendo per altro una vocazione sostenibile e genderless, il brand è l’interprete di un’estetica molto milanese: sartoriale ma con una vestibilità streetwear, molto morbida e molto pulita. Dopo aver presentato una prima collezione SS21 dominata da un suiting arioso, dettagli ampi e tondeggianti e una palette pastello, il brand ha prodotto una capsule concisa ed essenziale per la stagione FW20 che re-immagina col suo stile i grandi classici del guardaroba invernale con un’attitudine piacevolmente concreta nel panorama della moda milanese. 


Filling Pieces (@fillingpieces)

Questo è forse il più relativamente anziano dei brand di questa lista, in quanto fondato nel 2009, ma il suo debutto nel prêt-à-porter è avvenuto solo tre anni fa. Il suo direttore creativo e founder, Guillaume Philibert, nato ad Amsterdam da una famiglia del Suriname e laureatosi in architettura, aveva in mente l’idea di un luxury streetwear democratico e ha iniziato producendo sneaker che hanno ottenuto un grande successo portandolo poi all’apparel nel 2018. La sua collezione FW21, intitolata Garden of Eden, ha fatto debuttare un nuovo monogramma del brand, insieme a una serie di varsity jackets, maglieria e accessori in pelle dal mood romantico in un una palette color terra ed è forse la più riuscita e completa che Philibert abbia firmato a oggi. 


D.N.I. (@ dni_official)

Il multiculturalismo è un po’ nell’anima stessa di D.N.I. Fondato a Parigi da due gemelli peruviani, Paulo e Roberto Ruiz Muñoz, il brand vuole portare insieme il piglio chic della capitale francese con l’estetica andina del loro paese d’origine. Non a caso la loro collezione FW21 si chiama Mi bisabuelo era sastre, ossia “Mia nonno era un sarto”, e il suo lookbook è ambientato in un atelier immaginario dove la sartoria diventa il canale attraverso cui il passato si manifesta nel presente. La collezione è insieme raffinata nei dettagli, con ad esempio maglioni d’alpaca fabbricati interamente a mano, e sincera sul piano dello storytelling, anche grazie a uno stupendo lookbook scattato da Alexander Pérez-Flores.


Edoardo Gallorini (@edoardogallorini)

Edoardo Gallorini ha fondato il suo brand nel 2019 dopo aver studiato design di moda a Venezia e aver lavorato per anni in ufficio stile, specializzandosi in grafiche e illustrazioni. Il suo ambito sarebbe in realtà il womenswear, e lo è in una maniera deliziosamente dramamtica e demodè, anche se alcuni dei suoi capi sono pienamente genderless ma è proprio con grafiche e illustrazioni che la sua fama ha compiuto il salto quantico. Le sue t-shirt decorate da scritte come L’erotica noia borghese e Magnifica illusione che decorano anche camicie short-sleeve hanno fatto capolino su Instagram e anche in mezzo al pubblico della Milan Fashion Week dell’anno scorso e sono, insomma, un piccolo cult