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Le polemiche dopo la cover di Vogue con Kamala Harris

Qual è stato il problema con gli scatti di Tyler Mitchell

Le polemiche dopo la cover di Vogue con Kamala Harris Qual è stato il problema con gli scatti di Tyler Mitchell

Vogue ha svelato qualche ora fa la cover per il numero di febbraio dedicata alla prossima vice presidente degli Stati Uniti Kamala Harris – che si insedierà ufficialmente il prossimo 20 gennaio. L’elezione di Harris alla carica vice presidenziale ha una rilevanza storica: è la prima donna nera e asiatico-americana a detenere il secondo ruolo politico più importante del paese, oltre che essere una delle principali ragioni della vittoria di Joe Biden. La sua presenza sulla cover di Vogue avrebbe dunque voluto sottolineare questo evento senza precedenti e, se molti hanno accolto con grande favore le immagini della cover, una larga parte del pubblico è rimasta fortemente delusa dal risultato finale, lanciando quella che è forse la prima grande polemica online del 2021.

La controversia si è concentrata su diversi punti come l’estetica degli scatti di Tyler Mitchell, l’outfit indossato da Harris e, infine, sulla maniera in cui la prossima vicepresidente degli Stati Uniti viene presentata, ossia in maniera troppo informale e quasi familiare per una donna che ha battuto ogni record storico in un momento politico difficilissimo per gli USA. La colpa di Vogue è quella di non aver saputo dare a questo momento l’importanza che meritava. Come ha scritto Robin Givhan nelle pagine del The Washington Post

«Scegliendo di usare l’immagine più informale [fra le due scattate, ndr], Vogue ha privato Harris di una celebrazione. […] Come istituzione, Vogue non ha compreso il ruolo che gioca l’umiltà nell’andare avanti. Un po’ di timore reverenziale sarebbe servito nella scelta della cover. E nessun elemento della cover ci fa dire “Wow”. E a volte è questo che le donne nere vogliono, un “wow” di ammirazione e celebrazione per i risultati che hanno ottenuto».

In sostanza, sarebbero state scattate due foto per la cover, per entrambe la Harris stessa ha selezionato i suoi outfit. Nella prima, che è poi diventata la pietra dello scandalo, la prossima VP indossa una giacca di Donald Deal e un paio di Converse nere – una variazione sul classico outfit semi-formale e approachable che è diventato un po’ la firma della vicepresidente. Nella seconda foto, Harris indossa un completo azzurro di Michael Kors e assume una posa più autoritaria e ufficiale. Stando ai report sulla vicenda, il team di Harris e la redazione di Vogue avrebbero dovuto utilizzare solo la seconda foto come cover, destinando la prima e più informale per l’articolo. Ma è invece successo che fosse la prima a essere presentata come la cover “ufficiale” – una foto che, a detta dei molti utenti di Twitter, è «un completo disastro» a causa dell’informalità dello scatto, inadatta al rovente momento politico; dell’editing della luce, che farebbe apparire come più chiaro il tono della pelle della vicepresidente; a causa dell’angolazione poco lusinghiera della foto, evidentemente posta troppo in alto, e a causa di una serie di difetti di post-produzione che hanno fatto pensare a una vera e propria negligenza nei confronti della image curation o, per usare le parole di Robin Givhan: «Alla foto manca l’iper-perfezione di norma associata con la fotografia di moda». 

Al netto di tutto, va comunque considerato il contesto più ampio nel quale questa controversia si è verificata, ossia lo stato di assoluta turbolenza politica che gli USA stanno attraversando. Harris è infatti una politica che, pur rimanendo sempre nell’ambito della sobrietà e della dignità che compete alla propria carica, ha spesso optato per outfit leggermente più informali, che non ponessero eccessiva distanza fra se stessa e il suo elettorato. In questi mesi, tanto la società quanto la politica americane sono iper-polarizzate – uno stato di cose che si riflette immediatamente sulla moda. Qualche settimana fa, ad esempio, Trump aveva definito le riviste di moda come «snob elitisti» per non aver mai dedicato a Melania Trump una cover – senza considerare come quasi ogni outfit della First Lady (ne scegliamo tre: la giacca I Don’t Care, Do You? per visitare i profughi messicani, il completo da esploratrice coloniale per la visita al Cairo e l’abito di Alexander McQueen che ricordava i completi militari tipici dei dittatori) abbia attirato enormi controversie. La moda come statement politico è insomma assai rilevante in una società dai toni sempre più accesi e il pubblico avrebbe desiderato per la cover di Vogue con Kamala Harris una presa di posizione più forte e decisiva. Quello di Kamala Harris è stato il trionfo politico del 2020 per l’America democratica, un trionfo che il pubblico americano sente essere stato celebrato solo a metà.