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Conversation with Erik Brunetti

September 25, Slam Jam, Via Pasquale Paoli 3/5, Milan

Conversation with Erik Brunetti September 25, Slam Jam, Via Pasquale Paoli 3/5, Milan

Slam Jam, Via Pasquale Paoli 3/5, Milano. Un evento di quelli da segnare sul calendario, da sottolineare più volte con un pennarello rosso. Una mostra per celebrare i 20 anni di storia di "FUCT", il brand di Erik Brunetti, con l'esposizione delle sue opere più significative.

Personalità decisamente interessante, la sua: deliziosamente poliedrico, l'artista e designer mi ha parlato di sé, lasciandomi per qualche istante assaporare la sua visione del mondo, la sua arte, il suo "FUCT".

"Non sono una creatura fatta per per il front row, preferisco occupare le postazioni secondarie".

Ho vissuto per un periodo di tempo l'atmosfera rilassata e serena di Los Angeles e per questo motivo Erik si aspettava che fossi uno di quei ragazzi di LA - alla Kanye West - che hanno sempre in bocca parole del tipo "you know", "cool", "me&my kids", "gang". Mi sento veramente privilegiato di aver conosciuto uno degli ultimi artisti anarchici esistenti, in un mondo ormai dominato da creature fatte per il front row, per i cocktail party o per gli eventi sponsorizzati.

Parlando chiaramente, e per nulla irritato dalla mia domanda: "come non hai venduto la tua anima all'industry?", Erik mi ha spiegato come, per natura, rifiuti la concezione generale di istituzione e come Los Angeles sia diventata sempre più falsa e costruita in ogni sua singola parte - e non a causa di Hollywood.

"Milano sembra essere più genuina e qui non si avverte un'atmosfera costante di competizione tra chi ha fatto questo o quello prima".

Erik non definisce il suo brand, parlando di "FUCT", come un semplice progetto ma più come una scossa di energia nella sua vita che continuerà ad alimentarlo fino quando sarà in grado di respirare - dal momento che sintetizza perfettamente la sua visione circa il cambiamento, il tempo e la cultura contemporanea. "FUCT" non è semplicemente un trend o una linea di streetwear, si tratta di un'idea, di una visione, di un modo per concepire il mondo.

È sempre un piacere avere l'opportunità di incontrare e confrontarsi con un artista e io posso dire di averlo fatto, posso dire di aver scambiato due chiacchiere con una figura assolutamente motivante e stimolante, Erik Brunetti.