
La leggerezza della pietra a Palazzo FENDI Milano Nel cuore del Quadrilatero, FENDI apre uno spazio dove la materia respira, il colore vibra e l’arte si fa gesto quotidiano
C’è una luce particolare, a Milano, nei giorni di settembre. Taglia le facciate, si riflette sul travertino e scivola lungo le vetrine di Via Montenapoleone. È una luce che accarezza più che illuminare, ed è forse il modo migliore per entrare in contatto con Palazzo FENDI Milano, la nuova casa della Maison romana nella capitale del design. Non è solo una boutique: è un racconto. Un dialogo tra epoche, tra l’eleganza razionalista degli anni Trenta e la morbidezza contemporanea di FENDI. Appena si varca la soglia, l’aria cambia. I materiali sembrano parlare una lingua comune: il travertino romano e il pavimento milanese, la curva e la linea, la lucentezza del metallo e la carezza del cuoio. Tutto vibra di una calma, composta vitalità.
La boutique è costruita come un percorso, ma più che un itinerario è un’esperienza di ascolto dello spazio. Ogni piano è una variazione di tono: una modulazione più che una separazione, dove la materia si trasforma, ma non tradisce mai la sua origine. C’è un senso di continuità che accompagna lo sguardo e che trova il suo punto più intenso nella scala centrale. È qui che entra in scena Edoardo Piermattei, con un intervento pittorico e scultoreo che non si limita a decorare, ma trasforma il movimento in esperienza estetica. Le pareti si tingono di rosa polverosi, di terracotta e di blu improvvisi, come frammenti di cielo catturati nella pietra. È un racconto senza parole, dove il colore si deposita come un ricordo.
«Il mio lavoro nasce dal gesto, dal tocco, dalla materia. È questo che mi lega al loro modo di fare artigianato: la verità del processo», commenta Piermattei. Questa verità attraversa l’intero palazzo. Si percepisce nelle sculture ceramiche di Anton Alvarez, nei marmi che cambiano tono da stanza a stanza, nei dettagli che non cercano di stupire ma di appartenere. C’è qualcosa di profondamente italiano in questa armonia: la capacità di coniugare rigore e leggerezza, di unire l’intelligenza del progetto alla sensualità della materia.
Al terzo piano, l’atmosfera si fa più intima. L’Atelier FENDI svela l’anima più privata della Maison: un luogo sospeso, dove il tempo sembra rallentare. Lì, tra una volta curva e un pavimento in mosaico, si sente la continuità di un pensiero che attraversa generazioni di artigiani, architetti, artisti. Palazzo FENDI Milano non è un monumento al lusso, ma alla presenza: un modo di abitare la bellezza con naturalezza, senza peso, come se ogni gesto, ogni materiale, ogni colore fosse al suo posto da sempre. E forse è proprio questo il segreto: trasformare la solidità della pietra in un’esperienza di leggerezza.























































