
Quest’anno il porno ci è piaciuto “naturale” È uscito il recap annuale di PornHub e i risultati fanno riflettere
Anche nell’anno forse più complesso di sempre per l’industria pornografica, Pornhub è tornato puntuale con il suo recap annuale sulle abitudini di visione degli utenti. Un appuntamento che, al di là della curiosità numerica, funziona ormai come una sorta di termometro culturale. Perché se è vero che il podio delle categorie resta stabile, con hentai al primo posto e MILF al secondo, è altrettanto evidente che qualcosa, nel modo in cui immaginiamo il desiderio, sta cambiando in profondità.
Le categorie porno più popolari del 2025
Everyone posted their Spotify Wrapped and their YouTube metrics.
— Roach Rancher (@NM3tals) December 5, 2025
I eagerly await the Pornhub Insights 2025 year in review.
Se la chirurgia estetica, la longevity e l’ottimizzazione del corpo hanno dominato conversazioni, feed e campagne pubblicitarie, su Pornhub la fascinazione per la giovinezza eterna sembra quasi fare un passo indietro. Al suo posto emerge un interesse sempre più marcato per l’età, per i corpi vissuti e per forme di bellezza meno levigate. Il dato più evidente resta la solidità del genere MILF, che si conferma tra i più cercati al mondo e che nel corso dell’ultimo anno ha visto un’ulteriore crescita di attenzione.
Le ricerche legate a keyword come cougar, mature, over 50 e persino GILF (grandma I’d like to…) sono aumentate in modo significativo, portando la categoria Mature a entrare stabilmente nella top five globale. A questo si affianca un altro trend chiave del 2025: l’idealizzazione della bellezza naturale. PornHub riporta che le ricerche legate a espressioni come natural beauty, real woman e no make-up crescono a doppia cifra e raccontano una voglia sempre più diffusa di corpi non filtrati, volti lontani dalla performance e un’estetica che richiama la vita quotidiana più che un set iper-prodotto.
Fantasie proibite e immaginario contemporaneo
Oltre ai macrotemi culturali, entrano in gioco anche dinamiche molto più immediate, legate alla pop culture e ai suoi momenti virali. Nel 2025 uno scandalo apparentemente lontano dal porno, come quello che ha coinvolto il CEO di Astronomer durante un concerto dei Coldplay, ha finito per riflettersi in modo diretto anche sulle fantasie degli utenti. Infatti, le ricerche legate ai rapporti di potere e al tradimento crescono in modo netto, con un’attenzione particolare per scenari ambientati in ufficio, figure manageriali e dinamiche di infedeltà.
Accanto a queste fantasie più narrative, emerge anche un cambiamento nel modo in cui il porno viene consumato e reinterpretato. Nel corso del 2025, alcune categorie ibride hanno registrato le crescite più rapide sulla piattaforma, segnalando una contaminazione sempre più forte con altri linguaggi digitali. I contenuti ispirati ai podcast, ad esempio, diventano uno dei fenomeni più evidenti dell’anno, trasformando la parola e l’intimità vocale in una nuova forma di stimolo erotico. Allo stesso tempo crescono i video legati al mondo del gaming, che intercettano un immaginario già familiare alle community online, a metà tra cosplay, role-play e fantasia fandom.
Che porno guardano gli italiani?
E infine, con i numeri italiani emerge un quadro piuttosto coerente con tutto il discorso fatto fin qui. Nel 2025 gli utenti italiani cercano prima di tutto sé stessi (letteralmente). Il termine più digitato resta “italiano”, tallonato da “milf” e da “amatoriale italiano”, a conferma di una preferenza netta per contesti riconoscibili, lingua familiare e immaginari domestici. Più che l’esotico o l’estremo, sembra contare la sensazione di prossimità, o forse parliamo anche qui di nazionalismo come si fa in politica?
Anche gli spostamenti nelle ricerche raccontano una curiosità che si muove all’interno di confini molto precisi: cresce l’interesse per categorie come “latina” o “italini”. E se tra le categorie più viste compaiono anche Transgender e Anal, è interessante notare come convivano con una fortissima autoreferenzialità: l’Italia è la categoria relativa più vista nel Paese, con uno scarto enorme rispetto agli altri mercati. D’altronde si dice «Italians do it better», no?













































