
Perché nessuno sta parlando di "The Sandman 2"? L’arrivo su Netflix, le accuse a Neil Gaiman e l’episodio speciale Death: The High Cost of Living
Nessuno ha sentito parlare della seconda stagione di The Sandman. Uscita in due parti, come è ormai consuetudine per i prodotti seriali Netflix, e con un episodio speciale che concluderà lo show definitivamente il 31 luglio, l’epopea immaginifica e esistenziale trasposta dalla pagina per il piccolo schermo è passata in sordina non tanto per la qualità della sua fattura, ma per il comportamento del suo creatore. Nata dalla mente di Neil Gaiman, che ne è ideatore insieme a David S. Goyer e Allan Heinberg, la serie è basata sul suo omonimo fumetto pubblicato ad episodi dal 1988 al 1996 dalla DC Comics, casa editrice a cui l’autore aveva affidato la storia del suo Morfeo. Arrivata per la prima volta in piattaforma nel 2022, The Sandman ha riscosso da subito un ottimo successo, dovuto dal richiamo primario derivante dalla trasposizione dalla carta stampata al mondo della serialità, a cui ha contribuito una fattura per nulla malvagia che l’ha resa un buon prodotto da avere nelle proprie fila e di cui sia fan che neofiti potevano ritenersi abbastanza soddisfatti. Il che sarebbe lo stesso con questa sua seconda stagione, sebbene altalenate tra i suoi vari problemi di famiglia e le soluzioni visive non sempre (seppur a volte volutamente) eccelse da parte del compartimento registico e dei VFX- se ci pensiamo, riguardo alle produzioni britanniche, è ciò che accade da anni a titoli come Doctor Who, anche col suo passaggio agli streamer con Disney+. La questione, però, è stata un’altra, ben più grave del riflettore che Netflix potrebbe aver spento su The Sandman. Sono le accuse che sono state mosse nei confronti di Gaiman, qualcosa di impossibile da prendere alla leggera. Al fumettista sono stati imputati atti di violenza sessuale da parte di otto donne, riportati in un lungo articolo di Vulture uscito negli scorsi mesi.
Non era la prima volta però. Nel 2024, durante un podcast prodotto dalla società Tortoise Media, la sua immagine pubblica era stata intaccata dalle accuse di cinque donne che incolpavano l’uomo del medesimo crimine. Sebbene, e disgraziatamente, notizie simili sono diventate all’ordine del giorno, soprattutto dalla nascita del movimento MeToo in poi (e no, non perché le donne vogliono visibilità, ma perché è arrivato il momento di esporre alcuni meccanismi del potere alla luce del sole) ad appesantire la situazione di Neil Gaiman è la natura violenta e inquietante delle accuse. L’autore sembrerebbe aver perpetrato in atti sessuali non consensuali con alcune dipendenti, con la ex moglie a conoscenza del comportamento inappropriato da parte del marito. Ad oggi nessuna delle dichiarazioni di coloro che hanno citato l’uomo ha ricevuto un riscontro da parte del tribunale, con lo scrittore che nega categoricamente qualsiasi illecito legato alla sua persona. Nonostante la presunzione di innocenza, la tecnica di Netflix è stata far passare sottobanco la seconda stagione di The Sandman, anche ultima. Decisione di chiudere lo show che, a detta dello showrunner Heinberg, è stata presa a prescindere quando il team creativo si è accorto di non voler proseguire con una storyline che non avesse al centro Sogno, condensando quindi il tutto in undici episodi. Vero o no, è stata una fortuna per la piattaforma, che ha visto così la serie compiuta ed è potuta andare avanti senza scontentare nessuno. A venir cancellata è stata invece la seconda stagione di Dead Boy Detectives, sempre di Gaiman e sempre appartenete a Netflix ma interrotta prima che si venisse a conoscenza delle denunce, a differenza della terza di Good Omens, in precedenza confermata poi tramutata in novanta minuti di film. Degli adattamenti prossimi dell’autore solo Anansi Boys ha continuato la sua produzione, con un’uscita prevista entro il 2025 su Prime Video, mentre la casa editrice Dark Horse Comics ha annunciato la fine della collaborazione trentennale con l’autore.
@tortoisemedia On recorded calls, Neil Gaiman tells a woman he allegedly sexual assaulted that he “obviously fucked up”, offers her $60,000 for her therapy, and promises to make a “hefty donation” to a rape crisis centre. Listen to episode six of Master. #neilgaiman #americangods #goodomens #coraline #BookTok
original sound - Tortoise
A ogni modo è come se una scure si fosse abbattuta sul regno del Dio dei Sogni, esattamente come accade col proseguimento della sua storia a puntate, incentrata stavolta sui cambiamenti inevitabili dell’esistenza, anche quando si è un Eterno. È infatti il paradosso tra contenuto e fatti avvenuti nella realtà che accompagna la seconda stagione di The Sandman, la carica riflessiva che da sempre caratterizza la firma di Gaiman e la sua capacità di unire fantasy e mitologia a tematiche talmente generali da parlare insieme del tutto e dello specifico, andando tanto nel particolare quanto nell’universale. È ciò che accade anche col ritorno nel reame del personaggio interpretato da Tom Sturridge, costantemente afflitto dalle sue ineluttabili turbe, stavolta indirizzate verso la comprensione del cambiamento e di come non si resti mai immobili nella propria vita, a prescindere se si sia o meno immortali.
Finished the second part of season 2 of The Sandman series. It’s an absolutely perfect ending for any series 100/10 masterpiece! It made me cry. pic.twitter.com/8GFzvkTlyJ
— Kishalan Fire (@kishalan96167) July 25, 2025
Un prodotto che perciò stride tra ciò che si sa del suo creatore e la lucidità di analisi circolari e profondamente giuste che muovono la trama e i personaggi, affascinanti anche quando del racconto forse se ne ha avuto un po’ troppo, oltre che per una confezione che non rispecchia la qualità della scrittura, la quale a propria volta rischia di risultare un po’ ripetitiva. E non sarà un caso, visto che The Sandman parla anche di destino (uno dei fratelli del protagonista Morfeo), che a conclusione della serie c’è un episodio che è un sogno finalmente realizzato da Neil Gaiman, forse l’ultimo lavorativamente parlando, che potrà concedergli il suo Morfeo. Lo show si chiuderà infatti definitamente con la puntata speciale Death: The High Cost of Living, adattamento della miniserie a fumetti dedicata alla sorella del protagonista di The Sandman, Morte, la cui sorte iniziale nei primi anni del 2000 sembrava essere quella di diventare un lungometraggio sostenuto nella produzione esecutiva da Guillermo Del Toro. Ma il biennio 2007-2008 segnò un arresto dell’industria con un severo sciopero degli sceneggiatori che spinse il progetto fino alla sua dipartita nel 2010. Che per Gaiman sia l’avveramento dell’ultimo desiderio? In fondo, se fosse davvero colpevole, sarebbe una conclusione coerente con la sua idea di ordine in grado di regolare il caos.










































