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Valeva la pena spendere €200 per il listening party di Kanye West?

Alla ricerca di risposte in seguito all’esibizione dell’artista

Valeva la pena spendere €200 per il listening party di Kanye West? Alla ricerca di risposte in seguito all’esibizione dell’artista
Fotografo
Alberto Castellano

Le luci del Forum di Assago si spengono: al centro del palco un’installazione cilindrica illumina la silhouette dei corpi di Kanye West e Ty Dolla $ign. Dopo le insistenti voci riguardo il concerto di Campovolo della scorsa estate, rimasto utopia, Kanye West finalmente si esibisce in Italia. Non è un concerto come gli altri, si tratta bensì di una listening experience, un format a cui gli appassionati di musica in Italia potrebbero non essere ancora culturalmente pronti. La FOMO però, paragonata alle probabilità che l’evento possa tradire le aspettative dei presenti, ha la meglio. Nonostante Vultures 1 sia disponibile sulle piattaforme di streaming dal 9 febbraio e nonostante la presenza di Playboi Carti, Freddie Gibbs, Quavo e Rich The Kid sia stata spoilerata oramai da giorni, il fattore imprevedibilità ha un peso cruciale: «e se Kanye suonasse Runaway nel bel mezzo della serata?»; «e se gli ultras della Curva Nord dell’Inter salissero davvero sul palco per cantare Carnival?».

Gli spalti del Forum di Assago non sono gremiti: fino a qualche ora prima molti biglietti erano ancora invenduti, forse perché i prezzi folli sono riusciti ad intimidire chi sognava di ammirare Ye dal vivo. La serata dura un’ora (circa) e le tracce di Vultures 1 vengono riprodotte in ordine di tracklist. Nessun interludio, nessun discorso, solo una mimica un po’ impacciata: Kanye & Co si muovono sul palco improvvisando balletti, tra il fascio di luce emanato dal cilindro e gli angoli bui dell’arena, uscendo ed entrando di scena, come se fosse un’esibizione teatrale dal copione mal scritto. Non c’è nessun colpo di scena, a eccezion fatta per la riproduzione di Everybody, l’unica traccia suonata durante la serata a non essere contenuta in Vultures 1, e che con tutte le probabilità del caso comparirà in Vultures 2 - anch’essa spoilerata, mesi fa, tramite molteplici snippet pubblicati dall’artista stesso. Esattamente come il background (sul "palco" non c’era neanche un visual), anche l’outfit di Kanye è stato "low effort": pantalone in pelle, stivali, maschera e piumino Nuptse di The North Face. L’artista, pur rimanendo mascherato per tutta la serata, si è messo a nudo in maniera del tutto innovativa o ci ha semplicemente scammato?

Dalle movenze - forse volutamente imbarazzanti - di Kanye, emergono una forma di disagio e il totale stato di alienazione, figli di un vortice di emozioni e accadimenti che hanno travolto la sua vita privata e professionale. Le pantomime sul palco, il buttarsi a terra stringendosi il petto, erano forse gesti che volevano simboleggiare il genio tormentato di Ye, il romantico pattern narrativo che più lo contraddistingue e che lo ha reso iconico nel panorama artistico mondiale. Nonostante lo straniamento suscitato nel pubblico dalle sue movenze frenetiche, l’intento di Ye era quello di costruire un nuovo tipo di dialogo con il pubblico. Ma la distanza prossemica, il costante sentimento di empasse (quasi Beckettiano) che si provava guardandolo muoversi e scattare sul palco è stato anche un mezzo per autocelebrarsi. Invece di creare un legame di intimità con il pubblico, Kanye si è distanziato ancora di più, rendendosi "inarrivabile" agli occhi degli spettatori. Ieri sera non c’è stato alcun modo per farsi trascinare dal carisma di Kanye, lo si poteva ammirare senza empatia, sentendosi totalmente estraniati dai suoi sentimenti. La listening experience è stata uno spettacolo voyeuristico e, nonostante molti ne siano rimasti delusi, la forza comunicativa di un’esibizione muta rimarrà impressa nella mente dei presenti. 

Prima di una scomparsa totale dalle line-up dei più importanti eventi musicali mondiali, Kanye era un intrattenitore, uno showman nel vero senso della parola e le performance che si potrebbero portare come esempio sono innumerevoli. Per questo motivo, chi ieri ha rimpianto una serata come quella del release party di The Life Of Pablo non ha tutti i torti. Ma è importante contestualizzare il mood di un artista dall’ego spropositato che ha il desiderio di condividere un pensiero e uno stato d’animo non conforme agli standard della società odierna. Il Kanye di "una volta", era tutt’altro che «Off The Grid», era perennemente sotto le luci della ribalta ed è questa costante esposizione ad averlo reso una personalità impattante per un’intera generazione che non lo ha abbandonato in nessun momento di difficoltà. Solo così la sua arte è sopravvissuta a ogni tentativo di cancellazione. A fare da sfondo c’è la forza collettiva di artisti che Ye riesce a convogliare e ad includere come nessun altro, gli stessi "colleghi" con cui ha scelto di esibirsi sul palco, dove ha deciso di non cantare neanche una nota e di velare i suoi movimenti facciali sotto una maschera nera. La musica di Kanye non si può spegnere ed è cross generazionale, lo testimoniano i teenager che si filmavano sulle note di Burn.